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Recensioni di F.S. Semicerchio XXXII-XXXIII (2005) PAGINAZERO. Quadrimestrale di letterature, arti e culture, marzo 2005, numero 6, dir. Mauro Daltin, v. S. Zenone 56, 33052 Cervignano del Friuli (UD), redazione@rivistapaginazero.net.
Si segnalano la riflessione di Barbara Ronca Désir d’exister: gli scrittori migranti dai Balcani, e il dibattito Una lingua abitabile, con interventi di autori migranti dall’Europa dell’Est come Vesna Stani_, Marija Mitrovi_, Barbara Serdakowski e Mihai Mircea Butcovan, ben coordinati da Melita Richter. Altri brevi saggi riguardano il tema della letteratura migrante, mentre per la poesia troviamo i testi di Izet Sarajlić, di Sarajevo, il poeta in serbo-corato piů tradotto di tutti i tempi, morto nel 2002.
CAMOENAE HUNGARICAE n. 1 2004, dir. Lászlo Szörényi, Institutum Litterarum Academiae Scientiarum Hungaricae, H- 1118 Budapest, Ménesi út 11-13, h t t p : / / i t k . i t i . m t a . h u / c a m h u n , neolatin@iti.mta.hu.
Salutiamo la nascita di questa nuova rivista di umanesimo ungherese diretta da un grande latinista di Budapest, che si propone di pubblicare contributi sulla letteratura neolatina d’Ungheria e non. Il primo articolo, di Havas László, riguarda in realtŕ (assai opportunamente) il medioevo, radice dell’umanesimo, e anche se il titolo č assai generale (La naissance de la littérature hongroise en latin), si tratta di uno studio analitico dell’Institutio morum attribuita a Stefano I d’Ungheria, manifesto interculturale di alto livello politico dell’XI secolo. L’articolo di Ágnes Ritoók-Szalay Das Gemeinsame Europa der Humanisten riguarda Enea Silvio Piccolomini e Lorenzo Valla, mentre il saggio dello stesso Szörényi Omnia Calliope concentu temperet uno studia i panegirici di Giano Pannonio e le sue fonti. L’importanza dell’orizzonte mediolatino in questo campo risalta anche da affermazioni come «nel corso del Medioevo soltanto un poema epico classicheggiante di stampo cronachistico su un’impresa gloriosa di un certo Comune parlň della propria cittŕ come erede di Roma» (p. 63): basterŕ rinviare a studi classici come quelli di Arturo Graf, Roma nella memoria e nelle immaginazioni del Medioevo, o di Ludvig Traube O Roma nobilis, o al celebre P. E. Schramm Kaiser, Rom und Renovatio, se non al recente convegno Roma antica nel medioevo (Milano 2001) per ricordare quanto continua e ricca sia la presenza di esaltazioni delle cittŕ medievali come «seconde Rome» nel Medioevo. Separare l’Umanesimo dal Medioevo č impossibile sul piano culturale, e il dilagare di studi umanistici in tutta Europa non potrŕ prescindere dalla coscienza delle loro radici meno classiche che medievali. Gli ultimi articoli riguardano gli studi storici ungheresi di Antonio Bonfini, le grammatiche ungarolatine del XVI secolo, lo sviluppo del genus iudiciale nella letteratura ungherese del XVI e XVII secolo, e gli studi oraziani di Ludwig von Schedius alla fine del 1700.
NUOVA CORVINA. Rivista di italianistica, dir. A. Dante Marianacci, n. 15, 2004, Istituto Italiano di Cultura, 1088 Budapest, Brdy Sándor utca 8. La rivista dell’Istituto Italiano di Budapest dedica questo numero a Petrarca e l’Europa, argomento anche di un convegno di studi promosso dall’universitŕ di Pécs nello stesso anno. Il saggio inaugurale di Luigi Tassoni si sofferma sulla classica dicotomia Dante-Petraca come paradigma letterario universale, e introduce il recupero di un Bigongiari inedito (Alcune considerazioni sull’energia figurale petrarchesca) che spiega luminosamente il concetto di «emblema» e insiste sulla assolutezza della medietas come massima scoperta del pensiero simbolico del Canzoniere. L’ambiente fiorentino degli anni ’80 č completato da Nel segreto fermento del non detto di Adelia Noferi, che collega Petrarca ad Agostino e Leopardi nella consapevolezza dell’inesauribilitŕ del senso, soprattutto se si tratta del Canzoniere. A un Ritratto di Francesco Petrarca del poeta Renato Minore seguono saggi su petrarchismo e antipetrarchismo nella letteratura italiana, e contributi anche sul Petrarca latino (come quelli di Antonio Donato Sciacovielli sul De viris illustribus, di Giampaolo Poletto sulle lettere e di István Dávid Lázár sull’Invectiva) e sulla presenza di Petrarca in Ungheria breve ma sofisticata triangolazione comparatistica su Petrarca nello Shakespeare tradotto da Ungaretti e Montale (di Zita Tóth). Raffinata la ricerca iconografica di Patrizia Dal Zotto sulla sedia del Petrarca.
HEBENON. Semestrale internazionale di letteratura, a. IX serie 3, novembre 2004, via de Gasperi 16, 010010 Burolo (Torino).
Numero piů «nazionale» di altri della bella rivista piemontese, con testi di Tiziano Salari sul poema La cronaca 19391982 di Alessandro Peregalli, uno di Sandro Montalto su Flavio Santi e uno su Marco Ercolani, di Marchisio su cinque poeti italiani. Per la poesia estera si propone una traduzione di Costruendo un muro di Frost e cinque testi interessanti di John Taylor, statunitense del 1952, seguito da tre eleganti esercizi di Ned Condini su Berryman, Horan e Lowell.
NEOHELICON. Acta Comparationis Litterarum Universarum, XXX/2 (2003) e XXXI/1 (2004), Institute of Literary Studies of the Hungarian Academy of Sciences, Budapest, Ménesi ut 11-13, H1118 Hungary, neohelicon@iti.mta.hu.
Il numero 30 conclude l’indagine sulla riscrittura della storia letteraria, con saggi importanti come quello di Douwe Fokkema sull’importanza di intertestualitŕ e riscrittura nella storiografia letteraria, di Gerald Gillespie su Comparative Literary History as an Elitist Metanarrative e di John Neubauer su Gleichzeitigkeit des Ungleichzeitigen or Literary History with Multiples Timelines. Fra i saggi si segnala quello di Albrecht Classen su Storms, Sea Crossing, the Challenges of Nature, and the Transformation of the Protagonist in Medieval and Renaissance Literature.
Il numero 31 presenta una sostanziosa (109 pp.) sezione monografica sulla letteratura migrante. Si apre con un saggio di Armando Gnisci su La stagione presente e viva. Migrazione & Letteratura, il quale lucidamente si interroga su come evitare che la poetica europea della decolonizzazione venga ridotta a una variante della critica accademica all’eurocentrismo (cercandone poi paradossalmente una risposta nella frase illuminata di un superaccademico come l’illustre medievista Girolamo Arnaldi) e prosegue con una serie di contributi di alto interesse sul fenomeno in questione nelle varie letterature: quella italiana fuori d’Italia (Loriggio), la tedesca (Blioumi), la francese (Spiridon), la centro-europea (Fried), l’ungherese (Sárközy), chiudendosi con un contributo panoramico di Franca Sinopoli su Prime linee di tendenza della critica sulla letteratura della migrazione in Italia (1991-2003). Alla rassegna, giŕ piuttosto ricca, si potrebbero aggiungere i molti contributi di «Semicerchio» (e dialtre riviste) in questa direzione, e soprattutto un collegamento con la fioritura di studi sulla letteratura «storica» della migrazione, che vede ad esempio nella medievistica e nell’antichistica un campo di eccezionale interesse per l’applicazione di queste categorie.
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