Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

ALESSANDRO CENI, Mattoni per l’altare del fuoco, Milano, Jaca Book 2002, pp. 72,  9,00.

 

Summa delle tre plaquettes uscite dal 1993 al 1996, Mattoni per l’altare del fuoco riunisce in un unico corpo i trentatré ‘passaggi’ componenti le sezioni della nuova opera di Ceni: Nel regno; La realtà prima; Ossa incise e dipinte. Cristologica cifra (conforme d’altra parte al modulo numerico dei tre passaggi ultraterreni danteschi), per una serie di trasmigrazioni terrene che rispondono a un pensiero orientale pervadente l’intera raccolta, a cominciare dalle epigrafi tratte da Tao Tê Ching e Chuang-Tzu, dall’Ashtasakasrika come dalla Leggenda di Thrimikund. L’unità dell’opera, pur costruita a posteriori con demiurgica sapienza, come da poema antico, è sottolineata, soprattutto nella prima sezione, da vere e proprie coblas capfinidas, catenelle di un mistico rosario che si sgrana capitolo dopo capitolo. Quanto alla substantia dei mattoni forgiati a innalzare «l’altare del fuoco» – ara, cioè, per numi superiori – consiste esclusivamente in epifanie del divino nelle umili forme degli innocenti per eccellenza: «bambini e animali»; ovvero in impossibili colloqui con ombre parentali. Dunque tanto il Pascoli più sperimentale, quanto quello più ossessivo soccorrono a lessico e immaginario del poeta. Presenze tutte ‘autorizzate’ dall’ornitologia in versi del poeta sanmaurese, quelle di tordi, passere (il femminile è tratto che ne conferma la matrice pascoliana), merle, chiurli (altri uccelli nei confronti dei più celebri chiù, pure, nominalmente affini), procellarie e mortifere civette. Oracolare sicuramente il ruolo rivestito dagli alati del XXXIII capitolo: «...perché gli uccelli credono / col loro canto di far sorgere il sole», virtù condivisa con gli aedi, che, messa in dubbio, conduce – come si narra nel Fringuello cieco (Canti di Castelvecchio), e come mostra di saper bene Ceni – a immediata perdita della vista, ossia del potenziale immaginifico. Aristofanesco- esiodeo il planare dall’alto dei cieli di passera, merle e chiurlo del II capitolo, che, tuttavia, essendo ormai spiriti discendenti in un mondo evangelicamente rovesciato, giungono piuttosto a confermare la mancanza di certezze, che dal Montale degli Ossi in poi, è divenuta per i poeti legge di silenzio: «hai visto il figlio discendere sul padre / e aprirsi alle parole / per dirgli la parola che non salva...». Non resta dunque che indossare vesti francescane, per passare direttamente, con atto ieratico, la parola alle creature, attendendone un miracolo: «ridestarsi ad un tuo gesto di monaco / tutto il regno animale» (X). Mediterraneo il paesaggio, dominato dalla presenza del mare; dunque luogo deputato a porre in scena paniche metamorfosi dannunziane, seppur ridotto all’essenzialità tenacemente ricercata da Arsenio. Desolati sterpai danteschi – «nella selva secca della terrestre salina / che schiocca sotto il suo grave peso di bimbo» – ripopolati di «alcioni in bonaccia » (VI), costituiscono quasi il manifesto di un’intima fedeltà al poeta delle Laudi (anche effetti di armonia imitativa come l’esempio or ora citato, o altro passo dell’XI capitolo: «...che raso sull’erba / scocchi festuche marine alla terra e / al passo dei tordi proietti la prua di pigne / del promontorio nel ceduo del mare aperto » stanno a dimostrare l’assimilata lezione di questo d’Annunzio), come a certo Pascoli marinaresco, maestri entrambi di una koinè già decantata al filtro della montaliana trilogia di Ossi-Occasioni-Bufera. Una pur veloce analisi del lessico dimostra perfettamente questa linea di discendenza, quasi si privilegino il Pascoli, il d’Annunzio e il Montale più linguaioli, che procedono nei loro esperimenti con squadernato e rubricato il Guglielmotti presso lo scrittoio; così, accanto a nuovi tecnicismi da vocabolario portuale (remeria, cabrare, draga), si sciorinano termini già tutti impiegati da queste tre corone: tolda (Pascoli, Il ritorno di colombo di Odi e inni; d’Annunzio, A Roma in Elettra; Montale, Fuscello teso dal muro degli Ossi), orzare (d’Annunzio, La canzone dei Dardanelli in Merope), alzaia (Pascoli, Gli emigranti nella Luna dei Nuovi poemetti; d’Annunzio, Il commiato in Alcyone), lampara (Montale, Dov’era il tennis di La bufera e altro). Analogamente l’impronta di queste autorità linguistiche, insieme a quella dantesca o carducciana (e non mancano neppure esempi di riesumazione filologica da calepini soderiniani, si pensi alla voce pacciume) è testimoniata tramite lemmi naturalistici quali: glutine (Pascoli, Il vischio nei Primi poemetti), elitre (Pascoli, L’uccellino del freddo nei Canti di Castelvecchio; Montale, Gli orecchini di La bufera), lentischio (Pascoli, Tolstoi in Poemi italici e altrove; d’Annunzio, Il fanciullo in Alcyone), aliare (Pascoli, Alba di Myricae e altrove; Montale, Vecchi versi in Le occasioni – resta da osservare come la canonica dieresi della forma alïare, inaugurata  dal Foscolo delle Grazie, sia nel contempo allusa e sostituta qui da Ceni, tramite variata e neologica accentazione, nell’alìavo del IV capitolo); festuche (Dante, Inferno, XXXIV), ilice (Carducci, Alle fonti del Clitumno in Odi barbare; Montale, Il gallo cedrone in La bufera), ecc. Di contro a queste epifanie dell’oltremondo, a cui è teatro il riarso paesaggio campestre e costiero, gli umili interni, l’«angolo oscuro della casa» (XVII), divengono naturale palcoscenico per l’aggallare di larve familiari. I defunti visitano nelle pagine poetiche di Ceni quotidianamente i mortali, che, dal canto loro, lungi dall’orripilare con sacra meraviglia a tali apparizioni, sembrano accettare come consueta la permanenza delle ombre tra i vivi. Così è proprio alle speciali facoltà del poeta visionnaire, «Io vedo e non vedo» (XX), che le anime si appellano per avere la loro voce di testimonianza, fino a rilasciare dei veri e propri imperativi ai figli, invitati a un ‘banchetto della vita’, che riunisca superstiti e trapassati: «Non mancare alla presenza dei convitati, / agli antichi e svaniti amici che giunsero in sogno / assieme alla voce del padre...» (V), riconfermando ciascuno nel ruolo di un tempo, quasi la morte non avesse potuto niente contro la primeva famiglia, indissolubile cellula terrena: «Tu che non sei di questo mondo e sei nella polvere / e siedi alla parte breve del tavolo...» (XI).

 

(Francesca Latini)


¬ top of page


Iniziative
9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

11 settembre 2023
Recensibili 2023

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

19 settembre 2022
Poeti di "Semicerchio" presentano l'antologia ANIMALIA

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

27 agosto 2021
Recensibili 2021

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

16 aprile 2021
Filologia della canzone: presentazione di "Like a Rolling Stone" di M.G. Mossa

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

28 dicembre 2020
Bandi per collaborazione con Semicerchio e Centro I Deug-Su

20 novembre 2020
Pietro Tripodo Traduttore: presentazione online di Semicerchio 62

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

28 maggio 2020
Seminario di Andrea Sirotti sulla nuova Dickinson

22 maggio 2020
Seminario di Antonella Francini su AMY HEMPEL e LAUREN GROFF

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

28 aprile 2020
Progetto di Riscrittura creativa della lirica trobadorica

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398