YOU MUST LIVE
NEW POETRY FROM PALESTINE
tradotte da Tayseer Abu Odeh e Sherah Bloor, a cura di Jorie Graham
Come segno di partecipazione alla manifestazione per Gaza, pubblichiamo un'anteprima del dossier dedicato a Zone di Conflitto/Contact in preparazione per il numero 73 della rivista. Le prime due poesie, "Tu, genocidio" di Haydar al-Ghazali e "Costruiamo una nuvola" di Ni 'ma Hasan sono tratte dall'antologia We Must Live. New Poetry from Palestine, tradotta dall'arabo in inglese da Tayseer Abu Odeh e Sherah Bloor, a cura della Premio Pulitzer Jorie Graham che ha anche curato la versione finale dei testi. La versione italiana, ripresa dall'arabo, è di Simone Sibilio (Univ. Ca' Foscari, Venezia), traduttore anche della terza poesia, "Ricamo", di Dunia al -Amal Ismael.
Haidar Al-Ghazali is a poet and cultural editor at Al-Yamama newspaper, completing his bachelor’s in English Literature. He is a member of the editorial team of the Yar’aat Literary Group at the Tamer Institute for Community Education, and the Creative Writing Club at the Abdel Mohsen Al-Qattan Foundation in Gaza. He was awarded third place in the Jabra Ibrahim Jabra Poetry Competition (2021).
Born in Gaza, Ne’ma Hassan is a Palestinian poet, activist, and fiction writer. She has authored two novels, It Was Not Death and Letters Sent by a Woman. In 2021, her translated poems on Gaza were published in the Harvard Divinity School’s literary and arts journal, Peripheries: A Journal of Word, Image, and Sound in a special folio guest-edited by Mosab Abu Toha and Tayseer Abu Odeh, alongside prominent Palestinian poets such as Hamed Ashour, Yahya Ashour, and Nasser Rabah.
Dunya Al-Amal Ismail, nata a Gaza nel 1971, è poeta, giornalista, ricercatrice e femminista palestinese. Nata a Gaza, trasferita in Egitto nel 1981, dal 1994 di nuovo a Gaza. Attivista sin dai tempi della scuola, ha una laurea in giornalismo e comunicazione conseguita alla Jerusalem University e una laurea in Arabo conseguita al Cairo, infine una laurea in scienze politiche conseguita all'Università Al-Azhar di Gaza. Dal 2000 si occupa di studi femministi; collaboratrice del Palestinian Centre for Human Rights e dello United Nations Population Fund. Tra i suoi libri di poesia Each Separately nel 1996, The Ringing of Isolation nel 1999, e Not Him nel 2010. Autrice dell’antologia di racconti brevi sulla guerra di Gaza del 2008-2009.
HAYDAR AL-GHAZALI
Tu, genocidio (2024)
Prendi la mia forma
e i miei desideri
indossa i miei abiti
prendi i miei piedi piatti
e l’andatura sbilenca
vivi le mie storie d’amore
la mia timidezza
prendi i miei amici
che non vivranno così a lungo
lègati a loro più che puoi
svegliati presto come me
potrai lavarti il volto con luce d’alba
e sognare.
Senza sapere
che è più semplice per chi dorme
morire.
NI'MA HASAN
Costruiamo una nuvola (2024)
Dove va la voce di Fayruz quando salta la corrente?
Lei accende un fiammifero perché la notte la veda
le candele sono ancora nelle case abbandonate
mentre il tetto dei vicini giace in solitudine.
Esiste un varco sicuro?
Chi conosce queste vie porta una lanterna
gli indirizzi del paese sono ancora lì.
Sono una donna di una città che non dorme mai
fumo tanto perché la polvere della guerra
non mi veda.
Come chi sopravvive all’atto di annegare
ritrovando i polmoni in fuga verso le onde
il sale deve essere neutrale.
Provo a cucinare il pasto
a tagliarmi le unghie
a prendermi cura di una tartaruga lì, da sola, in un angolo della casa
a mettere un po’ di profumo della sera
in un altro tempo.
Vado a sentire il suono dei caccia
mi metto a parlare con la vicina dell’elettricità
di quando sarà ripristinata
a guardare i videoclip invece di ascoltare le notizie
a convincere i morti che sono ancora vivi.
Do una sistemata all’armadio prima di andare.
Oggi
la città vola
e tutti ballano ai suoi bordi.
Solo chi ha assaggiato l’aroma delle pallottole si salverà.
Non possiedo una mongolfiera.
Berrò il caffè prima che il negozio esaurisca i chicchi
e rivendico di stare bene.
Così tante mani amputate provano a stringere la mia.
La caffettiera traballa sul fuoco.
I funerali non aspettano.
E la pioggia? Ha cambiato direzione?
Si chiede il becchino guardando in alto.
Quanti limoni sono rimasti sull’albero?
Mi atterriscono l’ansia dei passeri
l’acidità delle stagioni
e il pianto del bambino dai capelli ricci
non restituito a sua madre quando la chiesa
chiuse le porte.
Ho così tanto amore nel cuore.
L’ho svuotato aspettando in fila per l’acqua.
L’inverno arriverà presto.
Tutti i tetti delle case sono ormai andati.
Ed io, fradicia di morte,
come farò ora a incontrarti.
Testi presi da ”You must live. New Poetry from Palestine”, trans. Abu Odeh, Bloor.
DUNIA Al-AMAL ISMAIL
Ricamo
Come una rosa, caparbia, che resiste all’appassimento
invoca, Gaza, una vita ostinata
forse un antico stupore,
cresce tra le case in macerie
e fioriscono sulle spalle degli uomini, obliati versi d’amore
il mare recita le orazioni di devozione ed eternità
tornerà Gaza,
a ricamare ancora i suoi sogni.
Dunia al-Amal Ismail, Ta?riz (Ricamo), A?abi? al-?anin (Le dita della nostalgia), Manshurat Wizarat al-
thaqafa, Ramallah, 2024, p. 28.