|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Saggi e testi online |
|
|
|
|
|
Visits since 10 July '98 |
|
|
|
|
|
« indietro
Il 1 luglio 2016 Yves Bonnefoy ci ha lasciati. Vogliamo ricordare l’attenzione e l’affetto che egli ha da sempre e costantemente testimoniato a «Semicerchio». Ne attesta la costante presenza del suo nome tra le nostre pagine e tra le nostre iniziative. Vogliamo limitarci, qui, a ricordare l’ultimo dei suoi interventi, pubblicato sul numero LII (2015/1): Une heure dans ce journal que je ne tiens pas, presentato da Chiara Elefante, accompagnato dalla traduzione in italiano (Chiara Elefante) e in inglese (Hoyt Rogers), e seguito da un entretien tra l’autore e i traduttori. Scritto poi apparso in Ensemble encore, l’ultima delle sue raccolte consegnata in limine, accanto a L’écharpe rouge, alla posterità, e di cui diamo conto qui sotto (M.L.).
YVES BONNEFOY, Ensemble encore, suivi de Perambulans in noctem, Paris, Mercure de France, 2016, pp. 136, € 14,80.
in: Semicerchio LVI (2017/1) (Neo)Barocco. Poesia del Seicento nella teoria contemporanea, pp. 126 - 127
L’incontro delle coordinate spazio-tempo di cui i due avverbi uniti si fanno, sin dal titolo, portatori, sembra voler indicare, nella marca ottativa che li contraddistingue, il desiderio di una consistenza: «Que ce monde demeure!», come Bonnefoy aveva più volte auspicato (si veda, ad esempio, la sezione omonima de Les planches courbes). E purtuttavia, tutto quel che ci è dato, «Tout ce que nous avons, ce sont des planches mal clouées, mal debout, déjointes» (p. 38); delle assi ricurve (Les planches courbes, 2001), che dovremo far combaciare, ricomporre, compaginare. Questa incidenza, questa congruenza, è il luogo; nient’altro che la sua apparizione costituita, qui come altrove, dall’incontro di due versanti: due tavole ed è la barca; due muri, ed è la volta; due mani, ed è l’unione. Tra queste pareti, la forma del significare si discioglie in liquida sostanza, e la lingua in parola. Ne è esempio il mistico vaso: epurato della sua leggenda (o, se si vuole, delle sue sovrastrutture teologiche, che ne fanno un oggetto di supersustanziale venerazione: si veda Le Graal sans la légende, Paris, Galilée, 2013) esso diviene il simbolo quotidiano che suggella la nostra condivisione. Il calice dove posiamo ogni giorno le labbra e le mani è infatti, come l’etimo stesso di vas ci ricorda, oggetto di pura mediazione, trasporto del senso: «La coupe est née de seulement nos paumes/ Se frôlant, se heurtant, se chevauchant/ Dans cette glaise, le désir, dans aimer, ce voeu» (p. 16). Come tale, esso può farsi garante di un’agape umana: trascendenza di Sé nell’immanenza del mondo. Al poeta, suo emissario, spetta il compito del suo trasporto; egli ne beve, e la sostanza ch’esso contiene lo guida verso una qualche nuova, provvisoria, dimora: «Que voulions nous?/Seulement préserver du sens aux mots./C’étaient eux notre coupe, le langage,/Je la lève pour vous et avec nous,/Est-ce nos voix, ce désordre d’échos/Sous une voûte, sombre, puis ce silence?» (p. 10). La prima sezione, che reca il titolo stesso della raccolta, apre programmaticamente quest’ultima sotto l’insegna di una mutilazione qualificante, la cecità: «C’est bizarre, je ne vous reconnais pas./ Tant il fait nuit je ne vois plus votre visage » (p. 9). Se, come scrive Chestov a cui Bonnefoy si è da sempre richiamato, Dio non sa, ma crea, è il suo essere «encore aveugle» che ci riscatta: abbandonata la rivolta egoica contro il mondo e le sue leggi di chiarezza, individuazione, selezione, progressione, il soggetto torna all’increato per farsi molteplice. Solo attraverso tale trascendenza dell’Essere nella comunità («ensemble») il senso potrà essere ‘portato’ («encore») attraverso il tempo. Qui, la coppa è ancora l’Ideale dipinto, il vaso inerte della natura morta, o il sogno che sfuma dell’Oltre, come nel mistero dell’eucaristia: «Je prends la coupe, je l’élève, elle n’est plus.//Et que contenait- elle, ai-je su jamais,/Cela semblait réel, ce l’était peut-être,/Disons, ce fut un vin/Que nous avions désir de boire ensemble » (p. 9). L’inganno, il «leurre» della trascendenza, segna, nondimeno, l’inizio del viaggio, con il rianimarsi del vaso già posato sul tavolo («Le vase qui s’éveille sur la table», p. 69). Dans Perambulans in noctem, il viaggio è un brancolare del folle puro verso l’«alba dei tempi» («À l’aube des temps», p. 115), con la sua coppa saldamente tenuta «à deux mains» (p. 128), dacché è con essa soltanto che si placa qui e ora la nostra sete («J’ai touché de mes lèvres au breuvage que je transporte, j’ai même bu», p. 128). Egli la conduce fino alla «porta bassa» («La porte basse», p. 124), che sola ci costringe ad inginocchiarci: «Et je ne sais pas pour combien de temps il me faudra la porter, avant de toucher du genou à peut-être une porte basse» (p. 128). E, varcata in ginocchio la soglia dell’ultimo giorno, «la porte franchie, cette porte basse de dernier jour» (p. 125) s’incontra l’Altro, insieme al quale si comincia il viaggio in un altro mondo, ancora: «Tu viens près de moi, tu me dis “Viens”. Et il va nous falloir marcher, marcher longtemps, marcher tard, dans cet autre monde, il fera froid» (p. 125).
(Michela Landi)
¬ top of page
|
|
Iniziative |
|
|
22 novembre 2024 Recensibili per marzo 2025
19 settembre 2024 Il saluto del Direttore Francesco Stella
19 settembre 2024 Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi
16 settembre 2024 Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni
21 aprile 2024 Addio ad Anna Maria Volpini
9 dicembre 2023 Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"
15 ottobre 2023 Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi
30 settembre 2023 Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio
11 settembre 2023 Recensibili 2023
11 settembre 2023 Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto
26 giugno 2023 Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato
21 giugno 2023 Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova
6 maggio 2023 Blog sulla traduzione
9 gennaio 2023 Addio a Charles Simic
9 dicembre 2022 Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma
15 ottobre 2022 Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi
13 maggio 2022 Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio
26 ottobre 2021 Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"
16 ottobre 2021 Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre
11 ottobre 2021 La Divina Commedia nelle lingue orientali
8 ottobre 2021 Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français
21 settembre 2021 HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"
11 giugno 2021 Laboratorio Poesia in prosa
4 giugno 2021 Antologie europee di poesia giovane
28 maggio 2021 Le riviste in tempo di pandemia
28 maggio 2021 De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca
21 maggio 2021 Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini
11 maggio 2021 Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube
7 maggio 2021 Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana
23 aprile 2021 La poesia di Franco Buffoni in spagnolo
22 marzo 2021 Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021
19 giugno 2020 Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio
1 giugno 2020 Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"
30 aprile 2020 Laboratori digitali della Scuola Semicerchio
» Archivio
|
|
|
|
|
|
»
»
»
»
»
»
»
»
»
|
|
|
|
|
|
|
Editore |
|
|
|
|
Distributore |
|
|
|
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
|
|
web design: Gianni Cicali
|
|
|
|