« indietro NICCOLÒ SCAFFAI, Letteratura e ecologia. Forme e temi di una relazione narrativa, Roma, Carocci, 2017, pp. 270, € 26,00.
La funzione socialmente necessaria degli studi letterari consiste, secondo Scaffai, nell’interazione con le altre discipline e gli altri campi del sapere, attraverso un continuo tentativo di dialogo tra le due culture, umanistica e scientifica. Mentre in ambito scientifico cresce l’attenzione verso l’interazione tra uomo e ambiente, in ambito letterario si sta affermando una coscienza ecologica da parte di intellettuali che impongono questi temi al centro del dibattito pubblico. Da un lato il discorso ecologico si sviluppa e si diffonde attraverso l’adozione di costruzioni narrative tipicamente letterarie, dall’altro, la letteratura trova nell’ecologia argomenti originali, come la proliferazione dei rifiuti, o possibilità di rivisitazione di temi classici, come l’apocalisse. In questa prospettiva, è compito della critica comparata mettere i testi in relazione con l’orizzonte realtà, senza trascurarne le caratteristiche specifiche ma anche senza asserragliarsi in una concezione nostalgica della letteratura come “monumento” distaccato dal modo e separato dalle altre discipline. Senza dubbio il legame tra arte e natura è antico quanto la storia dell’umanità: dai tempi più remoti la rappresentazione della natura interseca mimesi e invenzione, interpella timore e dominio, venerazione e controllo. Queste opposte tensioni, che ancora oggi intervengono nella relazione tra uomo e ambiente, hanno trovato nella letteratura e nelle altre arti una forma di rappresentazione. La proposta di Scaffai non consiste in una storia letteraria del paesaggio, né tantomeno dello sguardo sulla natura, ma si concentra piuttosto su quelle opere che raccontano le relazioni tra individui e ambiente circostante: attraverso quali modalità la letteratura esprime la relazione tra uomo e ambiente? Come le opere narrative entrano in rapporto con l’ecologia? La riflessione sulle connessioni tra ambiente e letteratura si sviluppa attraverso una prospettiva autonoma rispetto all’ecocriticism; l’obiettivo della ricerca è di mettere in relazione la tematica ambientale con i dispositivi formali che ne definiscono la presenza nelle opere letterarie: in particolare, il procedimento dello straniamento permette di decostruire i paradigmi tradizionali di percezione e rappresentazione della natura, quali il controllo sulla natura esercitato da parte dell’uomo, l’idealizzazione edenica del paesaggio, la distinzione tra naturale e artificiale. Per rintracciare esempi di rappresentazione letteraria della dimensione ecologica che mettono in risalto il tema dell’oikos, senza aderire a rappresentazioni convenzionali, si spazia da Calvino a Tournier, da Mc Carthy a DeLillo, da Sebald a Frazen. Il capitolo 1, Effetti di natura, introduce le definizioni e i principi di metodo, individuando i motivi centrali in relazione agli elementi formali del testo letterario. Il capitolo 2, Per una critica ecologica della letteratura, esamina le diverse prospettive critiche che danno rilievo alle questioni legate all’ambiente e allo spazio: l’ecocriticism, la geocritica, la critica postcoloniale. Il capitolo 3, Uomo e natura: le prospettive originarie, affronta alcune costanti del rapporto tra uomo e natura, fissate nei testi religiosi, letterari, filosofici, che contribuiscono a orientare la nostra percezione dell’ambiente naturale. Il capitolo 4, Mondi sconosciuti: il tema apocalittico e le forme della narrazione, prende le mosse dal concetto di “apocalisse culturale” di Ernesto de Martino e analizza il motivo della rivelazione di un ordine nascosto, sotteso al reale conosciuto, nell’immaginario letterario e cinematografico contemporaneo. Il capitolo 5, Entropia dei rifiuti: contenere l’incontenibile, si concentra sul tema della spazzatura e delle deieizioni, attraverso Le città invisibili di Italo Calvino, Gomorra, di Roberto Saviano, Le meteore di Michel Tournier, Underworld di Don DeLillo. Il capitolo 6 Ecologia e modernità nel Novecento letterario italiano, esamina il ruolo del paesaggio nella definizione dell’identità culturale italiana e lo shock della sua rapida alterazione nel corso del XX secolo, individuando nella letteratura recente tre prospettive: la contemplazione della natura, la tematica industriale, la presentazione rischio ambientale attraverso un immaginario distopico e apocalittico. (Luisa Sarlo) ¬ top of page |
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