Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

JACOB S. D. BLAKESLEY, Modern Italian Poets. Translators of the Impossible, University of Toronto Press, 2014, pp. 375, € 75,00.


Nel suo Modern Italian Poets. Translators of the impossible, Jacob S. D. Blakesley affronta una questione chiave della poesia italiana a partire dal XX secolo, il fatto cioè, per dirla con Mengaldo, che molti dei più rilevanti poeti del nostro Novecento si collocano «al centro del triangolo poeta-critico-traduttore, con tutte le osmosi, ma anche gli urti relativi». Nel Novecento italiano infatti la traduzione viene praticata come «superiore filologia», coinvolgendo tanto le prospettive del discorso pubblico del poeta-critico, quanto le dinamiche della sua officina creativa personale. Blakesley indaga, in questo contesto, la storia e le caratteristiche di un nuovo genere letterario, quello del quaderno di traduzioni, il quale più che rimandare alle caratteristiche dell’antologia di letteratura straniera (alla cui enorme diffusione novecentesca è in parte comunque inizialmente apparentato) si approssima al disegno e alla struttura di un vero e proprio libro di poesia. Con il crescere del prestigio riconosciuto alla traduzione letteraria, numerosi poeti di rilievo nel Novecento cominciano a raccogliere e organizzare le loro traduzioni in singoli volumi. Con Ungaretti, che nel 1936 dà alle stampe il suo Traduzioni: St.-J. Perse, William Blake, Góngora, Essenin, Jean Paulhan, Affrica, ma soprattutto a partire dalla pubblicazione nel 1948 del libro di traduzioni montaliano, inizia, per Blakesley, la storia di questo nuovo genere, che da Luzi a Sereni, da Caproni a Giudici, da Erba a Bertolucci, da Anedda a Buffoni ci conferma come il quaderno di traduzioni e la traduzione poetica in generale rappresentino una presenza sempre più significativa e caratterizzante del nostro panorama letterario. L’analisi di Blakesley approfondisce le ‘ideologie’ così come le pratiche e le tecniche traduttive di cinque poeti-traduttori quali Montale, Caproni, Giudici, Sanguineti e Buffoni. Di Montale si sottolinea, a partire dall’influsso dalle posizioni crociane sull’dea di traduzione, la convinzione che il testo di arrivo sia inevitabilmente «un’altra cosa» rispetto al testo di partenza, ragione per la quale una buona traduzione è chiamata, idealmente, a far dimenticare al lettore italiano di trovarsi di fronte a un testo tradotto, e si presenta come opera d’arte autonoma, ri-creazione. Il traduttore dovrebbe in pratica, per Montale, porre il lettore di fronte a una poesia e non a una poesia tradotta.
Anche Caproni permane, come Montale, sotto l’influsso della teoria crociana, come palesa la sua idea che la traduzione poetica possa unicamente riprodurre le vibrazioni dell’originale. Due sono le strategie che egli, alternativamente, pone in essere nella sua attività di traduttore: di fronte a testi poetici caratterizzati da forme chiuse, metri classici e rime a fine verso, l’autore punta a riprodurli nella versione tradotta, cercando equivalenze nelle strutture metrico-ritmiche della nostra tradizione, mentre, posto di fronte a testi caratterizzati dall’uso di versi liberi, egli introduce nelle sue traduzioni una serie di processi di compensazione, tramite l’aggiunta di allitterazioni e assonanze, allo scopo di recuperare nella versione italiana almeno parte di ciò che va perduto del ‘legame musaico’, con il passaggio da una lingua all’altra. Anche per Caproni il testo tradotto deve presentarsi come ri-creazione, o imitazione dell’originale, addomesticando la lingua di partenza per andare incontro al lettore italiano. Opposto il percorso di Giudici, che persegue nelle sue traduzioni una strategia ‘spaesante’, facendo perno sulle riflessioni teoriche di Tynjanov circa lo scarto, la differenza costitutiva del linguaggio poetico rispetto a quello ordinario, e sui ‘principi costruttivi’ del testo fra i quali l’azione critica, interpretativa del traduttore è chiamata a riconoscere quello «fondamentale […] per l’esistenza della poesia stessa». Se in Montale e Caproni Blakesley aveva sottolineato un lavoro volto a portare il testo di partenza verso il lettore italiano, con Giudici abbiamo a che fare con una strategia di segno opposto; egli infatti, come ad esempio nella sua traduzione di Puškin, spinge il lettore italiano incontro al testo originale, con un effetto disturbante, che lo pone di fronte allo spazio «strano e straniante» proprio della lingua poetica, naturalmente Unheimlich.
Anche Sanguineti lavora in direzione di una traduzione programmaticamente spaesante. Le sue traduzioni sono calchi, adattamenti, travestimenti, parodie che mettono, letteralmente, in scena il traduttore, il quale agisce come autore-attore nella ‘rappresentazione’ del testo da tradurre. Sanguineti si appropria, pro domo sua, tanto della Verfremdung del teatro brechtiano quanto dell’opzione della traduzione interlineare teorizzata da Benjamin, volgendo quest’ultima a favore della sua poetica della traduzione/travestimento che infonde nel testo tradotto il personale, idiosincratico idioletto del poeta ligure. Il libro si chiude con Buffoni, che fra i poeti-traduttori analizzati da Blakesley, rappresenta l’autore che ha più diffusamente affrontato sul piano critico e metodologico l’esperienza della traduzione poetica, al punto che è proprio a partire da quest’ultima che egli è andato maturando una propria teoria letteraria. Per Buffoni il dibattito sulla traduzione letteraria deve liberarsi tanto delle polarizzazioni critiche fuorvianti (in primis l’opposizione fra ‘brutta ma fedele’ e ‘bella ma infedele’) quanto dall’idea che la traduzione debba riprodurre i contenuti dell’originale; essa è invece per Buffoni incontro fra differenti poetiche. Nella sua riflessione teorica così come nella sua pratica traduttiva l’autore intreccia le implicazioni della ritmologia (a partire da Meschonnic), il movimento del linguaggio teorizzato da Apel, le riflessioni sulla poetica di Anceschi, l’intertestualità di Kristeva e la critica degli avantesti di Bellemin- Noël. Il libro di Blakesley conferma che la traduzione poetica, lungi dal ridursi ad appendice del lavoro artistico dei nostri più rilevanti poeti-traduttori, è parte integrante della loro identità e del loro stile, e inoltre che, dallo scambio fra autore-traduttore e autore-tradotto, quando l’incontro poetico è veramente riuscito, si giunge «alla creazione di un quid medium: meglio, di un nuovo spazio che in verità non appartiene né all’uno né all’altro» (P.V. Mengaldo).

(Alessandro Baldacci)

¬ top of page


Iniziative
19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

11 settembre 2023
Recensibili 2023

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398