« indietro POESIA ISPANOAMERICANA
a cura di Martha L. Canfield
JORGE CADAVID, Ultrantología, Makbara Editores, Bogotá, 20032, pp. 189.
Questa è la seconda edizione di un’antologia di poesia universale che ha avuto un grande riscontro di pubblico, al punto d’arrivare ad esaurire la prima edizione, di vasta tiratura, nel giro di pochissimi anni (la prima edizione era della fine del ’99 e questa è di agosto del 2003). La premessa per la scelta è che la brevità aumenta, nell’espressione poetica, l’intensità e l’efficacia del messaggio. L’autore dell’antologia ricorda due principi manifestati rispettivamente da Max Liebermann e da Paul Valéry. Il primo riteneva che «La ricchezza del testo poetico è paragonabile alla ricchezza del disegno: disegnare è omettere», donde, prosegue Cadavid, «la poesia breve è uguale a un disegno definito e calcolato, evocazione di immagini memorabili e incisive». Valéry, dal canto suo, definiva la poesia come «la tensione verso l’esattezza», e come «la grande nemica del caso». La scelta degli autori parte dalla poesia classica greca e latina, cinese, giapponese, araba e sefardita, si concentra poi per la maggior parte nei secoli XIX e XX dei vari paesi europei e americani, ossia, Stati Uniti, Canada e le varie nazioni ispanoamericane. Le scelte sono determinate, come vuole un principio costante delle antologie ma in questo caso in maniera decisamente scoperta, dal gusto dell’autore. Così, essendo lui spagnolo di nascita ma con lunghi trascorsi in Ispanoamerica e in particolare in Colombia, si spiega come mai su un totale di 140 poeti, ben 54 siano ispanoamericani, 14 spagnoli, 15 nordamericani (ivi compreso un canadese che è Malcolm Lowry) e un inglese (Charles Tomlinson), 7 italiani, 7 francesi e un portoghese (naturalmente Pessoa), e il resto è distribuito tra greci moderni, islandesi, nordici, russi e i classici citati all’inizio. C’è un indice dei nomi, con notizie su ogni autore, e un indice cronologico. La disposizione è invece tematica e anche qui conta soprattutto il gusto e – perché no? – il capriccio del l’autore. Il volumetto si apre con il celebre testo di Quasimodo Ed è subito sera e si chiude con l’altrettanto celebre sogno di Chuang Tzu che «sognò di essere una farfalla. E una volta sveglio, / non sapeva s’era un uomo che aveva sognato / di essere una farfalla, o una farfalla / che stava sognando di essere un uomo». Il piccolo libro immaginato e realizzato dal poeta Jorge Cadavid è un gioco ed è piacevole e godibile. È anche un omaggio alla poesia, al bisogno inutile e sublime della scrittura poetica, alla ricerca della parola giusta e indispensabile, al principio di accettare soltanto le parole che siano meglio del silenzio.
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