« indietro Tradurre (in) Europa Camilla Miglio
Questo numero di «Semicerchio» raccoglie testi di poesia moderna e contemporanea presentati al Festival Tradurre (in) Europa, svoltosi a Napoli dal 22 al 29 Novembre 2010. La manifestazione si è tenuta nella cornice del progetto EST (Europa Spazio di Traduzione) finanziato dal Programma ‘Cultura’ dell’Unione Europea.
Il progetto EST nasce all’‘Orientale’ di Napoli nel 2009, fortemente sostenuto dal rettore Lida Viganoni e da me coordinato, in collaborazione con Johanna Borek (Vienna) e Dieter Hornig (Paris 8). EST comprende, oltre al festival di Napoli, tre importanti appuntamenti: Parigi (giugno 2009), Vienna (novembre 2009) e Procida (settembre 2010). Da molteplici punti di vista – scientifico, pratico, performativo – il progetto ha restituito visibilità ai traduttori, esponendoli in prima persona, on stage nei luoghi pubblici di grandi capitali della cultura Europea. La traduzione è stata spazio di interlocuzione tra codici: non solo lingue diverse, ma linguaggi dei media e dell’espressione artistica hanno accolto e riscritto temi, miti, figure. Non solo le lingue maggioritarie, a livello nazionale e internazionale, ma i dialetti e le lingue cosiddette minoritarie con le loro letterature, culture, visioni etiche.
Tradurre (in) Europa è stato un evento memorabile per Napoli. Otto giorni d’incontri letterari, slam translation, performing translation, canti, musica, mostre, dibattiti filosofici. Appuntamenti distribuiti in ventiquattro luoghi importanti della cultura e della sociabilité cittadine (teatri, gallerie, caffé, librerie, università, musei, accademie d’arte e di musica, ca stelli, cortili, palazzi nobiliari), hanno trasformato gli spazi urbani in libri viventi con tanto di testi e voci a fronte. Più di cento ospiti e relatori, quarantadue lingue, parlate, cantate, tradotte. L’affluenza, in tutte le fasce d’età, è stata straordinaria, a testimonianza della curiosità, della capacità di ascolto e di accoglienza della città. Dieci i percorsi tematici: Il teatro della traduzione - Traduzione, musica, cinema - La traduzione verso il XXI secolo: arti performative, fo tografia, fumetto, internet - Filosofie della traduzione - Pratiche e politiche della traduzione - L’antico par la oggi - Tradurre i classici della modernità - L’Italia esportata dai traduttori - L’Europa delle lingue e dei dialetti - Il mondo in Italia con le voci dei traduttori. Di questi, diversi sono stati organizzati in collabora zione con «Semicerchio», attivissimo partner nella concezione del Festival. Nel fascicolo XLIII (2010/2) «Semicerchio» ha già documentato l’esito del ‘Translation slam’ su Marziale. Questo numero raccoglie gran parte delle traduzioni di poesia moderna e contemporanea, risuonate – spesso per la prima volta in italiano – nelle performance napoletane. In prossimi numeri ci auguriamo di poter ospitare i bellissimi testi letti e discussi nelle manifestazioni ‘L’antico parla oggi’, ‘Redone-Dante, Ridondante, Read on Dante’, o le riscritture del poeta persiano Hâfez proposte sul palcoscenico del ‘Teatro Nuovo’ di Napoli da importanti poeti italiani di oggi.
La prima sezione di questo numero è intitolata Spazi. La poesia del paesaggio è di per sé traduzione e ricomposizione di uno spazio in tempi ritmici e musicali. La versione in italiano ne rappresenta l’ulteriore apertura eterotopica. La traduzione e invenzione di luoghi qui proposta passa attraverso Ingeborg Bachmann (austriaca, ma italiana d’adozione, da me tradotta per la lettura inaugurale, di cui ancora ricordo con emozione la grande interpretazione di Maddalena Crippa), Michalis Pierìs (cipriota, tradotto dal neogreco da Paola Maria Minucci), Marcel Beyer (tedesco, tradotto da un’officina di traduzione davvero straordinaria cui hanno partecipato i laureandi dell’‘Orientale’ coordinati da Monica Lumachi), Adonis e Mahmud Darwish (dall’arabo, tradotti rispettivamente da Francesca Maria Corrao e Simone Sibilio), Emily Dickinson tradotta dall’inglese da un poeta, Marco Giovenale.
La seconda sezione è intitolata Divani contemporanei. Il Festival della traduzione di Napoli ha allestito numerosi ‘divani’, alcuni occidentali-orientali secondo la tradizione goethiana, altri semplicemente europei, sul meridiano Nord-Sud. Lungo il filo che corre tra oriente e occidente si situa la sezione Haiku occidentali-orientali, con traduzioni di haiku giapponesi, canadesi, africani, francesi, spagnoli, a cura di Maria Rosa Piranio. Impostato sull’idea di scambio e reciproca ospitalità il ‘divano’ dedicato alle antologie di poesia italiana e tedesca, a cura di Theresia Prammer e Federico Italiano.
Nella terza sezione la traduzione è scoperta di terra incognita. Terre emerse, a cura di Monica Lumachi, illumina attraverso la traduzione luoghi e voci altrimenti disperse nel clamore della letteratura mainstream. Ne emerge un paesaggio sorprendente di cosiddette ‘letterature minori’, patrie di grande poesia, pubblicata per la prima volta in Italia.
Al confine interno che passa nella scrittura di un poeta tra italiano, latino e dialetto è dedicato il saggio di Roberto Galaverni su Michele Sovente. La partecipazione di Sovente al Festival, in un’aula dell’‘Orientale’ gremita di studenti, scrittori, editori, amici di ogni età, è stata la sua ultima lettura. Un congedo. Vorrei ricordarlo così, già stanco ma sem pre vivace negli occhi e nella voce, a quasi un anno dalla sua scomparsa, occorsa il 25 marzo 2011.
Roma, 20 gennaio 2012
Grazie agli allievi, ai colleghi, agli amici. Senza di loro nulla di tutto ciò che è stato sarebbe stato: Daniela Allocca, Maria Arpaia, Antonella Aruta, Camilla Balsamo, Lucia Barone, Michele Bernardini, Guia Boni, Jo Borek, Marco Campanile, Camilla Cederna, Antonella Cristiani, Enza Dammiano, Stefania De Lucia, Raimondo Di Maio, Francesco Fabrocile, Irene Fantappié, Gianna Fusco, Carmen Gallo, Omar Ghiani, Dieter Hornig, Massimo Iacobelli, Domenico Ingenito, Donatella Izzo, Marie-Nadia Karski, Monica Lumachi, Paolo Morawski, Maria Rosa Piranio, Marianna Rascente, Dora Rusciano, Gabriella Sgambati, Francesco Stella, Lida Viganoni.
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