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Rafael Courtoisie
 
– ¿Es posible evidenciar un mandato social del poeta de hoy?
 


1. Para responder la pregunta podría eludirse por un momento, a propósito, uno de sus focos: el llamado «mandato social». La poesía como género no se corresponde con una forma, esto es, con una formulación textual predeterminada, canónica. En todo caso, la diferencia entre géneros, al menos entre narrativa y poesía, tiene que ver con el empleo mayormente connotativo o mayormente denotativo del lenguaje. La poesía se instala en un uso predominantemente connotativo del lenguaje, mientras la narrativa lo hace en uno mayormente denotativo. No se descarta una posible hibridación, claro.

Entonces, en la poesía, el referente se vuelve aparentemente menos tangible, más fantasmático, para decirlo en un lenguaje psicoanalítico o post psicoanalítico. Esa condición, a veces opaca, a veces transparente de la poesía deviene muchas veces en una tentación de fuga «hacia otra parte». Esa tentación provee a la poesía y al poeta de una capacidad y de una energía inmensas, al mismo tiempo que puede llegar a alejarlos del entorno vital, concreto y cotidiano. No es posible responder a la pregunta acerca de la función social de la poesía sin partir de una condición axiomática: esa tentación de fuga por el empleo connotativo del lenguaje es lo que convierte a la poesía en materia suceptible de percepción estética. Convertirse en ese «ser» estético tal vez sea su principal «mandato social». La poesía es una catalizadora sui generis de los cambios culturales, de los cambios antropológicos.

1. Per rispondere alla domanda si potrebbe eludere per un momento, volutamente, uno dei suoi punti focali: il cosiddetto «mandato sociale». La poesia come genere non ha corrispettivo in una forma, ossia in una formulazione testuale predefinita, canonica. In ogni caso, la differenza fra generi, almeno fra narrativa e poesia, ha a che vedere con l’impiego più connotativo o più denotativo del linguaggio. La poesia si situa in un uso prevalentemente connotativo del linguaggio, mentre la narrativa in uno più denotativo. Chiaramente, questo non esclude una possibile ibridazione.

Quindi, nella poesia, il referente diventa in apparenza meno tangibile, più fantasmatico, per parlare in termini di un linguaggio psicanalitico o postpsicanalitico. Tale condizione, a volte opaca, a volte trasparente della poesia evolve spesso in una tentazione di fuga «altrove». Questa tentazione dota la poesia e il poeta di un potenziale e di un’energia immensi, e al tempo stesso può farli allontanare dalla circostanza vitale concreta e quotidiana. Non è possibile rispondere alla domanda sulla funzione sociale della poesia senza partire da una condizione assiomatica: quella tentazione di fuga data dall’impiego connotativo del linguaggio è ciò che trasforma la poesia in materia suscettibile di percezione estetica. Trasformarsi in quell’«essere» estetico forse è il suo principale «mandato sociale». La poesia è un catalizzatore sui generis dei mutamenti culturali, dei mutamenti antropologici.

 
– ¿La pérdita de comunicabilidad del linguaje poético es consecuencia de su pérdida de representatividad y de transcendencia social?
 


2. Aquí hay varios problemas: uno atinente a la comunicología, al estudio metódico de los procesos de comunicación. Otro atinente a la deriva de los sistemas de legitimación de los productos supuestamente estéticos en la sociedad actual. El cambio drástico en los medios de comunicación, la evidencia de una sociedad de la información con una multiplicación cancerosa de los centros emisores-receptores, la bulimia informática forma parte del substrato a considerar.

¿La pérdida de audiencia es una pérdida de prestigio? ¿O la pérdida de prestigio redunda en una pérdida de audiencia? ¿Puede hablarse de «una» audiencia, de un segmento, como se suele hablar de los «segmentos de mercado»? Posiblemente no. Las audiencias poéticas no pueden medirse mediante sistemas de marketing o ratting. La estimación de la legitimación poética debería ser más cualitativa que cuantitativa. La presencia de «lo» poético escapa a las más comunes estadísticas. Aunque hay un punto de compromiso entre la invisibilidad y la presencia: si el objeto poético y el poeta mismo como agente social se vuelven «invisibles» en términos mediáticos, su incidencia desaparece, su objeto estético es apenas un fantasma o, en el peor de los casos, una caricatura de lo que fue en siglos pasados.

Habría que centrar la pregunta en los sistemas de legitimación literaria en las sociedades actuales.


2. Qui sorgono vari problemi: uno relativo alla comunicologia, allo studio metodico dei processi di comunicazione. Un altro attinente alla deriva dei sistemi di legittimazione dei prodotti presuntamente estetici nella società attuale. Il mutamento drastico avvenuto nei mezzi di comunicazione, l’evidenza di una società dell’informazione dalla moltiplicazione cancerosa dei centri emittenti-ricettori, la bulimia informatica fanno parte del substrato da tenere in considerazione.

La perdita di utenza è una perdita di prestigio? O la perdita di prestigio si ripercuote in una perdita di utenza? Si può parlare di «una» utenza, di un segmento, come si parla normalmente dei «segmenti di mercato»? Forse no. Le utenze della poesia non possono essere misurate mediante sistemi di marketing o ratting.

L’apprezzamento della legittimazione poetica dovrebbe essere più qualitativo che quantitativo. La presenza del «quid» poetico sfugge alle statistiche più comuni. Anche se c’è un punto di compromesso fra l’invisibilità e la presenza: se l’oggetto poetico e il poeta stesso come mandatario sociale diventano «invisibili» in termini mediatici, la loro incidenza scompare, il loro oggetto estetico non è che un fantasma o, nel peggiore dei casi, una caricatura di ciò che è stato nei secoli passati.

Bisognerebbe focalizzare la domanda sui sistemi di legittimazione letteraria nelle società attuali.

 
– ¿Cuánto influye hoy la poesía en la renovación del lenguaje común de la cultura?
Es posible reconocerle a la canción la rapresentatividad social que durante largo tiempo ha sido ejercida por la poesía?
 


3. La poesía es uno de los nucleos motores del lenguaje, lleva las funciones lingüísticas a su límite, las fuerza y por tanto las renueva. Es la función poética lo que hace del lenguaje un corpus social dinámico, con sus aspectos lúdicos y de descubrimiento. No hay conocimiento que no sea metafórico. Hasta las llamadas «ciencias duras» procuran trazar sistemas metafóricos para articular sus discursos más allá de la composición y articulación de sus lenguajes inherentes.

La dinámica de la cultura no es posible sin el ejercicio constante de la función poética (Jakobson) del lenguaje. Pero otra cosa es la poesía como género solidificado en la crítica, más allá de esta función poética del lenguaje.

La canción es una manifestación que participa de la poesía, del fenómeno poético, a veces en forma masiva, pero que no la sustituye.


3. La poesia è uno dei nuclei motori del linguaggio, porta le funzioni linguistiche al limite, le forza e quindi le rinnova. È la funzione poetica a fare del linguaggio un corpus sociale dinamico, con i suoi aspetti ludici e di scoperta. Non esiste conoscenza che non sia metaforica. Persino le cosiddette «scienze dure» cercano di tracciare dei sistemi metaforici per articolare il loro discorso al di là della composizione e articolazione dei loro linguaggi specifici.

La dinamica della cultura non è possibile senza l’esercizio costante della funzione poetica (Jakobson) del linguaggio. Altra cosa è però la poesia come genere solidificato nella critica, al di là di questa funzione poetica del linguaggio.

La canzone è una manifestazione che ha parte nella poesia, nel fenomeno poetico, talora in modo massivo, ma che non la sostituisce.

 
Rafael Courtoisie (Montevideo, 22 novembre 1958) è uno degli scrittori uruguayani di maggior fama internazionale. Poeta, narratore, saggista, anche come docente si occupa di generi di scrittura diversi. Ha pubblicato numerose raccolte poetiche, vari libri di racconti e tre romanzi. Parte della sua opera è tradotta anche in inglese, francese, italiano e rumeno.
 
[trad. it. e nota di Lucia Valori]

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