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A Sud: poesia curda

Şêxmûs Hesen/ Cigerxwîn

Şêxmûs Hesen (1903-1984), più noto con lo pseudonimo di Cigerxwîn (‘il cuore sanguinante’), è considerato il maggiore poeta curdo del Novecento che abbia scritto in kurmanji, una varietà dialettale del curdo. Nato in una famiglia di umili origini a Hesar, nell’odierna Turchia, rimane orfano in tenera età e viene allevato da sua sorella. All’età di 11 anni con l’inizio della prima guerra mondiale si rifugia con la famiglia in Siria. Negli anni successivi è costretto a emigrare in Iraq, Libano e infine in Svezia. In Siria lavora come contadino e studia teologia. È durante questo periodo che memorizza i canti della tradizione popolare curda che ispireranno la sua prima produzione poetica. Nel 1924 compone le prime poesie. La brutale sconfitta dei curdi durante la rivolta portata avanti dallo sceicco Sa’id Piran (1925) risveglia il suo patriottismo. Profondamente toccato da questi eventi, Şêxmûs Hesen adotta lo pseudonimo Cigerxwîn. La sua poesia, quasi esclusivamente didattica, si rivolge in particolare ai giovani curdi, che incoraggia allo studio e all’apprendimento della loro lingua, per lungo tempo proibita in Turchia e in Siria. Le sue liriche politiche e sociali toccano numerosi temi quali la liberazione del Kurdistan, la coesione 82 del popolo curdo, gli eroi della mitologia persiana e curda, la critica al sistema feudale, le autorità religiose e le disuguaglianze sociali.
Le sue liriche d’amore si suddividono a loro volta in due gruppi. Il primo gruppo riprende la tradizione poetica curda classica, con liriche dedicate all’amata che esprimono l’amore mistico e divino. Tuttavia Cigerxwîn sostituisce a Dio la propria patria, il Kurdistan, e spesso anche le figure femminili si trasformano improvvisamente nella sua terra. Nel secondo gruppo Cigerxwîn porta avanti la tradizione popolare curda, in cui non esistono limiti alla rappresentazione dei sentimenti. Il ritmo della sua poesia è quello della metrica arabo-persiana chiamata aruz, il più rigido sistema metrico della poesia orientale, che comporta cesure obbligate. Il linguaggio utilizzato è vario ed elegante, ma al tempo stesso semplice e colloquiale perché rivolto a un pubblico vasto. L’opera di Cigerxwîn comprende otto raccolte poetiche, un volume sulla storia del Kurdistan, uno sul folclore, una grammatica della lingua curda e un dizionario curdo.
 
 Antonella Cassia



 I

Ez ji xew rabûm, gulfiroäek dî
Pir gelek äabûm, gul bi dil didî,
gul bi dil didî
Hebûme yek dil tev jan û kul bû
Nebûme bawer, gul bi dil didî,
gul bi dil didî
Me kir bazar go ser bi ser nadim
Ê gulperest bî can û dil didî,
can û dil didî Min go kî didî
can û dil bi gul
Go ev bazare, kul bi dil didî,
kul bi dil didî
Min can û dil da, dil kêriye qêrîn
Go ho Cegerxwîn dil bi gul didî
dil bi gul didî
Mi destai, vidi un venditore di rose
Ero felice, dava una rosa in cambio di un cuore
Dava una rosa in cambio di un cuore
Io avevo un cuore, colmo di dolore e pene
Ero incredulo, scambiava una rosa con un cuore
Scambiava una rosa con un cuore
Mercanteggiammo
Disse: io non scambio una testa con una testa
Ma colui che ama le rose ti dona anima e corpo
Ti dona anima e corpo
Allora gli chiesi:
Chi potrebbe mai scambiare anima e corpo con una
rosa?
Mi disse: questo è un bazar
Si scambia una rosa con il dolore
Si scambia una rosa con il dolore
Io ho dato anima e corpo, il cuore ha chiesto aiuto
Oh Cigerxwîn, hai dato via il tuo cuore per una rosa
Hai dato via il tuo cuore per una rosa 

(da Diwana Yekem, 1992)


 II

Vejêne zimanê xwe ey xwendevan,
Nebûye millet hîç kesek bê ziman
Zimanê me xwoä û xeroä û ciwan
Eger baä bizanî tu nakî ziyan
Tu kurmanciya xwe ji bîra nekî
Eger baä nizanî divê zêdekî
Elîfba û dîwan û ristan bixwîn
Heta ku wekî min nebî dil bi xwîn
Binêre zimanê te çend dewlemend
Li bajêr carek xwe bighêne gund
Bibêne çi äêrîne ev reng ziman
Çi payebilind û çi rûmetgiran
Oh studente, apprendi la tua lingua
Non esiste nazione senza lingua
La nostra lingua così bella, dolce e giovane
Non è un danno se la conosci
Il tuo curdo non dimenticare
Ma se non lo conosci bene, lo devi migliorare
Studia l’alfabeto, l’epica e la lirica
Così non diventerai come me un cuore sanguinante
Vedi, la tua lingua è così ricca
Lascia la città, visita il villaggio
Vedi che lingua dolce
Così inestimabile e preziosa 

(da Zend-Avista, 1981)
 
 
 III
 
Pêtiya arê evîna te ye dil kirye pereng
Me çiqas xwest ku vesêrim lê bi zor dayiye deng
Wek te mêrkuj me nedî kes we bi xwînrejî bijî
Ku evîndarê xwe carek dikujî wer bi xedeng
Me go qey dost û heval î, bi te re bûne heval
Ji me dil bir te bi tayê serê zulfa xwe ye äeng
Me nedî çend geriyam, ez ne di Sam û ne di serq
Kes di rengê te äepalê nazik û äox û çeleng
È il fuoco dell’amore per te che il cuore in ardore ha
trasformato
Nonostante abbia cercato di nasconderlo, con violenza
si è manifestato
Nessuno ho mai visto che come te conviva con il
massacro
Che i suoi amati con una semplice freccia uccida
Credevo fossi amico, con te ho stretto amicizia
Ma tu hai conquistato il mio cuore con i bei ricci dei
tuoi capelli
Non ho trovato nessuno a Damasco e in Oriente
Con le tue graziose sembianze, oh così meravigliose,
delicate, vivaci

(da Sewra azadi, 1992) 
 
 
Traduzioni di Antonella Cassia
 

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