Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

Nuovi poeti francesi, a cura di F. Scotto. Traduzioni di F. Scotto e F. Pusterla, Torino, Einaudi, 2011, pp. 310.

 



Nati nel secolo che qualcuno ha, a buon diritto, definito come l’èra del sospetto, in cui si aggrava il morbo dell’equivocità e si paventano misinterpretazioni o, peggio, mistificazioni, molti dei «nuovi poeti francesi» (dove il determinante serve a delimitare una realtà linguistica, più che geografica e culturale) non possono che misurarsi con una rivendicazione oramai storicamente consolidata e, per così dire, pacifica: l’anti-passatismo che fu già dei futuristi e, per ragioni diverse, di Breton e di Paulhan (il quale, già vicino al surrealismo, si fece latore di un’anti-tradizione nei confronti delle poetiche romantiche, considerate «Terroristes» in Les Fleurs de Tarbes del 1941). Fu il Camus de L’homme révolté («Surréalisme et révolution», 1951) che, ritenendo i surrealisti respon sabili del più grave equivoco del secolo per aver servito con un anticonformismo d’apparato, alla stregua di ogni nichilismo, le più strette ortodossie, vide in questa in transigenza ostentata nei confronti della storia un alibi dello spirito di distruzione; nel promuovere l’atto gratuito come espressione di una rivendicazione della libertà assoluta, Breton per primo non avrebbe compreso, osserva Camus, che la «vraie destruction du langage ne réside pas dans l’incohérence et l’automatisme. Elle réside dans le mot d’ordre». Ora, il curioso spettacolo che si nasconde, secondo Camus, dietro alla parola d’ordine surrealista, quello di una «pensée occidentale où le principe d’analogie est sans cesse favorisé au détriment des principes d’identité et de contradiction» e che occupa di fatto l’intera scena del XX secolo, estende immancabilmente la sua influenza nel nostro. Il fine dei diversi rigorismi, i quali esprimono spesso, più che una dialettica tra gli opposti, una coesistenza degli eterogenei, è infatti il medesimo: laddove viene meno, con l’avvento della cultura liberale, quella che Caillois definiva una «orthodoxie installée», ossia una dogmatica forte e condivisa, si affacciano, sul panorama culturale, diverse «orthodoxies conquérantes»: il rigore, che esteriorizza la distinzione (l’anti-tradizione) tra più posizioni relative, ma tutte ostili in principio alla cultura debole imperante, identifica e preserva l’identità settaria contro minacciose derive interpretative. Ora, non è certo che l’«absolue sévérité» manifestata dalla cerchia dei poeti nei confronti dei non iniziati, ovvero la salvaguardia della cittadella ideologica («il faut absolument empêcher le public d’entrer si l’on veut éviter la confusion», scrive Breton nel Secondo Manifesto) coincida con un’etica ed un’estetica rigorose; talvolta, come Camus osservava a proposito dei castelli chiusi di Sade, l’ermetismo salvaguarda il diritto settario ad un’estrema libertà. Il movimento di Breton ci pone davanti, col suo esempio messo in discussione, alla necessità di una riflessione; come intendere il «nuovo»? Nell’ambito di quell’ottica storico-teleologica legittimante il concetto di ‘avant-garde’, oppure come espressione di un eterno ritorno di categorie del pensiero, secondo le quali ad esempio il Surrealismo altro non sarebbe che l’ennesima revisione del Romanticismo, mentre le correnti formaliste novecentesche le rinnovate espressioni di un imperituro ed estenuato Classicismo? Ed è in quest’ottica che R. Caillois interverrà criticamente, suggerendo un tertium datur: un lirismo misurato, iscritto nelle ragioni della creazione naturale, equidistante tra il riduttivismo razionalista e l’arbitrarietà dell’irrazionale trionfante.
Questi presupposti, frutto del dibattito culturale immediatamente precedente, sono imprescindibili, come ben vede F. Scotto, che si richiama appunto al Surrealismo per rendere conto della situation della poesia francese dagli anni Sessanta ad oggi. Di fronte al panorama che ha di fronte il curatore manifesta il medesimo disagio espresso da Caillois; disagio che si deve, certo, all’assenza di prospettiva e di decantazione cui la bruciante attulità ci condanna; ma se l’opera d’arte avrebbe già di per sé il compito di ritagliare forme interpretabili nel disparato fenomenico, queste forme – coesistenza degli eterogenei, secondo la formula foucaultiana, più che dialettica tra gli opposti – somigliano sempre più, nella società fluida e globalizzata, «ad una fitta ragna tela» (p. V). Dovendo riconoscere il rischio di arbitrarietà che comunque sempre si associa ad una simile impresa, F. Scotto dà prova, nel districarsi in questo dedalo, oltre che della sua oramai affermata com petenza, di una rara onestà intellettuale. Ovviando, ad un tempo, alle tendenze postmoderniste e nichiliste del «tutto è buono», ed alla taccia di parzialità e snobismo, egli si dota di un paradigma ben definito, eleggendo i suoi poeti sulla base di un duplice criterio storico ed estetico, che renda conto degli «snodi fondamentali e delle idee sulle quali s’incentra il dibattito contemporaneo», e dove un posto d’elezione meritano senz’altro le riviste (a buon diritto ritenute, malgrado il loro ruolo «a tratti semiclandestino, oscuro, misconsciuto» un laboratorio intellettuale degno della massima considerazione). Altrettanto onestamente (le opposizioni hanno sempre, pur nel loro evidente riduzionismo, una validità operativa, fornendo criteri, seppur sommari, di orientamento per l’interpretazione del mondo), egli non può che recuperare e rideclinare in chiave contemporanea l’antico dualismo fondativo che la poesia da sempre interpreta: da un lato il formalismo (con le sue tentazioni autoironiche, insieme «ludiche ed esoteriche» (p. VI) di ascendenza mallarmeana), dall’altro il lirismo, il quale tenta di emanciparsi dalla sua matrice engagée, scaduta talvolta, nella storia del Novecento (ma già un secolo avanti, con Hugo) «nella retorica demagogica e populista» (p. VII). Come riemergere – memori della celebre formula heideggeriana e poi adorniana – con l’atto di parola (che non sia né gratuito né retorico) da «un paesaggio di rovine» che la guerra lasciò dietro di sé? Di una vera e propria «elaborazione del lutto» si fecero, è vero, portavoce negli anni Sessanta coloro che indagarono «il rapporto del soggetto umano col Sacro, col Male e col Linguaggio» (Scotto cita in propo sito il bel saggio di J. Risset: Il silenzio delle sirene, 2006); si trattò, certo, di una denegazione riparatrice di quella che era stata l’antica bontà del soggetto di stampo teologico prima, laico poi; denegazione di cui la poesia contemporanea, avvolta nel suo mutismo metaforico, porta ancora il segno. Alla riemergenza necessaria, quanto minoritaria, di un «soggetto lirico» (p. XI), che torna a tendere la mano al dono disinteressato della vita accogliendone, appunto, la gratuità come unica salvezza, si contrappone il «proliferare di tendenze metadiscorsive» tendenti alla decostruzione radicale del soggetto, intese «a produrre le forme significanti dell’‘insignificante’, ovvero, del non-essere»; si tratta, ricorda Scotto, «di parlare contro la lingua e contro la poesia attraverso la poesia» (p. XI). Qual è dunque, alla luce di queste premesse, il criterio d’elezione storico ed estetico dei «nuovi poeti francesi»? Presenti sono qui quei poeti che osservano, in prima istanza, un principio etico universale: il rispetto dell’altro, che si esprime attraverso la leggibilità, in cui l’autorialità abbandona le sue pretese autoreferenti per venire a patti con l’istanza di ricezione (p. XIV). Il primato conferito alla parola come atto di comunicazione su tutte le sue manifestazioni collaterali di spettacolarizzazione è dovuto al rispetto che si deve al lettore il quale, scrive Scotto, «so e voglio innanzitutto ‘lettore’, non ‘spettatore’ di un evento teatrale o mediatico meglio fruibile in luoghi diversi dal libro» (p. XV). Così, anche tra gli autori a vocazione «lettriste», la scelta dei testi privilegia i momenti di leggibilità. Ulteriore criterio di selezione è infatti la necessità di far conoscere in Italia – grazie alla diffusione di cui si giova questa oramai affermata collana einaudiana – poeti che la Francia, sempre desiderosa di valorizzare – felice esito di un retaggio giacobino – il suo patrimonio culturale, ha già riconosciuto come degni della pubblica attenzione. Ne ricorderemo alcuni – Alferi, Bénézet, Cadiot, Conort, Gleize, Maulpoix, Para, Prigent, Rueff, Velter – invitando a incontrare gli altri nella lettura di questo insostituibile strumento la cui impostazione è studiata per durare; l’attenzione per il lettore è attestata, oltretutto, da una accuratissima scheda relativa agli autori presentati.

(Michela Landi)


¬ top of page


Iniziative
5 marzo 2025
Il testo-natura. Presentazione di Semicerchio 70 e 71, Roma Sapienza.

22 novembre 2024
Recensibili per marzo 2025

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398