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« indietro TITTI MASCHIETTO, Radicali liberi. Poesie 1980-2011, Firenze, m&m Maschietto Editore, 2011, pp. 368, €18,00.
![]() Una espressione d’effetto, dove concentrare il motivo dominante della raccolta, volendola trovare, potrebbe suonare più o meno così: bando all’amore s’imbandisca il sesso, in tutte le sue forme, in tutte le sue propensioni, senza ritegno e ostacoli mentali, secondo un perenne coitare inteso come cogitare mai disgiunto dal coito, seguendo un genere che, da Catullo e Marziale fra i tanti, passando per l’Aretino, arriva fino ad oggi, con Palazzeschi, ad esempio, e oltre («Larghe ha le chiappe / Marghe / E nere senza problemi / Stilemi / (di forza maggiore) / Le ciuffe di peli criniere / Baruffe / Chiozzotte cazzotte di sesso / (me stesso) / (al solito) / Di bello altro non vedo / Che quello / D’amor la tenzone»). Testi che ricoprono un arco di tempo trentennale, nati, e si sente, per ‘uso personale’ e rimasti inediti finora per volontà dell’autore, architetto e scrittore. Sembrano essere concepiti non per una platea, ma come pensieri, sfoghi, ricordi e annotazioni, imprecazioni, lamentele, considerazioni tra sé, d’argomento assai vario e variegato, in cui però si allude quasi sempre e fa capolino un risvolto sessuale, una strizzatina d’occhio ai più svariati organi genitali, sotto la spinta di una pulsione erotico-ostentativa onnivora. Si tratta, in un certo senso, di esercizi di stile, la Neoavanguardia vi funge da serbatoio cui attingere vocabolario e tendenza allo scorporo lessicale. Si gioca con il linguaggio e la parola, con le sue partizioni sillabiche, e si percepisce quasi un pensiero, dietro alla stesura, che si muove e ragiona nella stessa lunghezza d’onda, come se bisticci e calembour non fossero costruiti e congegnati, ma pensati già così, nei loro esiti e significati doppi o tripli. È prima di tutto l’inventore stesso dei versi a divertirsi a scrivere. Radicali liberi, «specie chimica molto reattiva, costituita da un atomo in grado di legarsi ad altri radicali o di sottrarre un elettrone ad altre molecole vicine»: questa definizione viene usata dall’autore per motivare la creatività poetica. Ma farebbe pensare anche a una specie di ‘cane sciolto’, colui che libera mente pensa in termini di cambiamento fondamentali, «libero» apparentemente da sovrastrutture convenzionali di un mondo letterario dentro cui scorrazzare in lungo e in largo impunemente.
(Giuseppe Bertoni) ¬ top of page |
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