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« indietro TRADURRE MARZIALE OGGI
di Simone Marchesi
![]() Xavier. Velly, Etretat Library Le traduzioni pubblicate di seguito sono quelle risultate vincitrici del Translation Slam che si è tenuto a Napoli il 29 novembre, un concorso per alunni delle scuole medie superiori bandito, in coincidenza con il Festival della Traduzione Tradurre (in) Europa, dal progetto «EST: Europe as a Space of Translation» e da « Semicerchio», con il patrocinio dell’Unione Europea e dell’Università degli Studi di Napoli «L’Orientale». Una giuria tecnica, formata da docenti di letteratura latina e esperti di traduzione, ha selezionato tra le molte decine di proposte di traduzione 10 finalisti, che si sono affrontati in uno slam, un ‘torneo’ di performance ad eliminazione diretta, valutate da una giuria popolare di studenti liceali e, per l’ultima manche, dai loro docenti. Inserito nella rassegna «L’Antico parla oggi», il concorso intendeva essere un momento di incontro e confronto tra studenti li ceali intorno a un testo antico che contavamo– come ha in effetti dimostrato di saper fare– fosse capace di parlare ancora al presente: al di là del successo, in termini quantitativi, riscosso dall’evento, la risposta degli studenti è stata sorprendente per la qualità e la varietà linguistica e tonale delle proposte di traduzione.
Ai concorrenti era stato chiesto di produrre dei testi che risolvessero una difficile equazione, essendo allo stesso tempo rispettosi del significato letterale degli epigrammi che traducevano, fedeli al tono del testo di Marziale e originali nella resa finale. Per rendere insieme possibile e remunerativo tentare di bilanciare queste tre esigenze di traduzione, gli epigrammi messi a concorso erano spesso del tipo che produce una nota di disperazione («Gioco di parole intraducibile in italiano» o «Allusione non chiara») da parte del curatore delle edizioni vulgate. Adettare questa scelta c’era la convinzione che ciò che si presenta come pietra d’inciampo per i lettori professionisti può diventare un’occasione di intervento attivo per i traduttori, chiamati– se non, forse, obbligati a operare delle scelte, tanto più libere e responsabilizzanti quanto meno costrette a fare i conti con interpretazioni e rese ormai passate in giudicato.
Alla fine è stato premiato chi ha saputo confrontarsi con il testo di Marziale, vestendolo– ma la metafora della ‘vestizione’non rende giustizia al processo di re-invenzione dall’interno che caratterizza queste versioni– di un idioletto contemporaneo, ricreando per il mondo dell’epigramma antico uno spazio in cui naturalizzarsi, senza mai ricorrere all’indulgente franchigia archeologica dei lettori. Un ultimo dato notevole: non è forse un caso che la proposta di traduzione che aveva raggiunto il punteggio massimo nella fase di pre-selezione, è stata la stessa che ha raccolto il consenso della giuria popolare. Unanimamente, dunque, imprimatur.
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