Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

José Emilio Pacheco
 
traduzione di Stefano Bernardinelli
 
José Emilio Pacheco (Città del Messico 1939 - 2014) è stato una delle figure più alte nel panorama delle letterature ispanoamericane della seconda metà del Novecento. Poeta e narratore, ha svolto anche un’intensa attività come critico letterario, traduttore (da Oscar Wilde, T.S. Eliot, Tennessee Williams, Samuel Beckett) e giornalista. L’esordio in versi è del 1963 con la raccolta Los elementos de la noche («Gli elementi della notte»). Tra gli altri titoli di una produzione poetica che copre più di mezzo secolo di attività, ricordiamo: No me preguntes cómo pasa el tiempo («Non domandarmi come passa il tempo», 1969), Los trabajos del mar («Le fatiche del mare», 1983), El silencio de la luna («Il silenzio della luna», 1996), Tarde o temprano. Poemas 1958-2000 («Presto o tardi. Poesie 1958-2000», 2000), Como la lluvia («Come la pioggia», 2009). Il romanzo Las batallas en el desierto («Le battaglie nel deserto») è la sua opera narrativa più celebre, apparsa nel 1983 e tradotta in numerose lingue.
Il nucleo dell’opera pachequiana è costituito da una riflessione, instancabile e sofferta, sul tempo come continua perdita e devastazione. Le immagini coniate da una tradizione millenaria per designare la precarietà della condizione umana affollano i suoi versi: polvo, ceniza, sombra, humo, nada. Ma, come sostiene Octavio Paz, quella di Pacheco è una poesia del No che talvolta si apre alla voce del Sì; una poesia agonistica, che mentre dice a chiare lettere la propria inutilità davanti alla fuga del tempo e ai grandi drammi del presente (la guerra, le ingiustizie sociali, la distruzione dell’ambiente naturale) non recede di un passo dalla necessità di testimoniare, di denunciare. Di istituire quel dialogo continuo con l’altro-da-sé che costituisce il suo fine ultimo, la sua tante volte affermata ragion d’essere.
La poesia di Pacheco ha ricevuto alcuni tra i più ambiti riconoscimenti del mondo letterario di lingua spagnola: il Premio Octavio Paz nel 2003, il Premio Ciudad de Granada - Federico García Lorca nel 2005, il premio Reina Sofia de Poesía Iberoamericana e il Premio Cervantes nel 2009.
Le poesie Al terminar la clase, Las ostras, La Señora V. e Vaho sono tratte dal volume: José Emilio Pacheco, Tarde o temprano. Poemas 1958-2000, Fondo de Cultura Económica, México 2000. Le altre poesie sono tratte dalla raccolta: José Emilio Pacheco, Como la lluvia, Coedición El Colegio Nacional / Ediciones ERA, México 2009. Le poesie sono inedite in lingua italiana.
 

Al terminar la clase

 

Más temprano que tarde la poesía

llega a los claustros.

Bibliotecas que no consulta nadie,

opiniones de cuarta o quinta mano,

comentarios triviales, haz de anécdotas

en el salón de clase

(auditorio cautivo indiferente).

«Cultura» en fin y «tradición».

Es triste.

 

Sin embargo la llama no se extingue.

Sólo duerme,

prensada y seca flor en un libro,

que de repente

puede encenderse

 viva.

 

Las ostras

 

Pasamos por el mundo sin darnos cuenta,

sin verlo,

como si no estuviera allí o no fuéramos parte

infinitesimal de todo esto.

 

No sabemos los nombres de las flores,

ignoramos los puntos cardinales

y las constelaciones que allá arriba

ven con pena o con burla lo que nos pasa.

 

Por esa misma causa nos reímos del arte

que no es a fin de cuentas sino atención enfocada.

No deseo ver el mundo, le contestamos.

Quiero gozar la vida sin enterarme,

pasarla bien como la pasan las ostras,

antes de que las guarden en su sepulcro de hielo.

 



La Señora V.

 

De nada sirve hablar de serenidad,

forjarse ilusiones

de trascendencia o de supervivencia.

La Señora V. llegó, está aquí, no descansa.

Tardó mucho tiempo.

Se hizo presente en un instante.

Viene a llevarse todo lo que fui.

Me nubla la vista,

me borra la memoria,

me quita el sueño,

me hace más torpe

y dificulta mis pasos.

Por dentro opera su mayor estrago.

 

Lo que en este momento nadie puede afirmar

es cuánto durará nuestra torva alianza.

¿Consumará su obra de destrucción

la Señora V. que nació conmigo y está programada

para actuar sin error ni pausa?

 

O quizá algo imprevisto, nunca se sabe,

le robará la pieza cuando ya la tiene en la trampa.

 

Vaho

 

Vaho, fantasma del agua en los cristales.

 

Neblina sin paisaje, nube cautiva.

Página gris en que inscribimos un nombre

o la silueta de un árbol.

 

No dejamos que el vaho se evapore

sin algo de nosotros.

 

Contra el tirano

 

Escribió un libro entero contra el tirano.

Quinientas páginas

De epigramas hirientes y prosa ácida,

Inflamada por el más noble afán de justicia.

 

Documentó sus crímenes atroces,

Su poder tenebroso, su corrupción

Y el final desamparo de todo autócrata.

 

Esperó la condena a muerte,

La tortura, la cárcel o el destierro.

Pero al tirano le fascinó la invectiva.

Nada le agradó tanto como el revés de la trama.

Leyó bajo tanto odio la admiración,

En el tono indignado la voz de un cómplice.

 

Y lo nombró su secretario perpetuo

Y el redactor de sus edictos monstruosos.

 


Amanecer en Coatepec

 

Los pájaros que incendian la mañana

No estaban aquí anoche.

Tal vez se abrían camino en las tinieblas

Y como el Sol-jaguar de los aztecas

Absorbían la sangre de los muertos

(Basta leer las noticias)

Para resucitar entre las frondas

Como heraldos dichosos o sombríos

De que la absurda vida sigue intacta

Y nada pudo contra el día la noche.

 

La mayoría de edad

 

La mayoría de edad

No se alcanza por fecha de nacimiento

Ni consta en los archivos oficiales.

 

Nos graduamos de adultos nada más

Cuando alguien nos deja.

 

En plena juventud llega de pronto

El sabor de la muerte.

 

Barco fantasma

 

A siete millas a estribor de la islas de Barlovento

Divisaron un barco extraño.

 

No respondió a las señales.

Botaron una lancha, fueron a él

Y lo hallaron desierto o abandonado.

Nadie en cubierta, nadie en las cabinas

Ni en el puente de mando ni en la bodega.

 

Volvieron a su nave y con gran asombro

Lo encontraron también sin nadie.

Era un barco fantasma el que fue suyo,

Espectros ellos mismos.

 

En cambio el otro

Se echó a andar con buen viento,

Lleno de gente.

 

La calle de Tajín

 

El edificio horrible ya está en ruinas

Y será demolido.

 

Temo que nadie llorará su ausencia.

 

Cuando lo echen abajo me daré

Valor para enfrentarme al gran ridículo

Y pedir un minuto de silencio

A la cuadrilla de demoliciones:

 

“Antes de que consumen su trabajo

Permitan por favor que me despida:

Estas paredes lamentables fueron

(Tal vez no solamente para mí)

La casa del amor y la poesía”.

Al termine della lezione

 

Più presto che tardi la poesia

arriva ai chiostri.

Biblioteche che nessuno consulta,

opinioni di quarta o quinta mano,

commenti banali, fascio di aneddoti

nell’aula di lezione

(uditorio coatto indifferente).

«Cultura» infine e «tradizione».

È triste.

 

Però la fiamma non si estingue.

Dorme soltanto,

fiore secco e pressato dentro a un libro,

che di colpo

può accendersi

vivo.

 

Le ostriche

 

Passiamo per il mondo senza prendere coscienza,

senza vederlo,

quasi non fosse lì o non fossimo una parte

infinitesimale di tutto questo.

 

Non conosciamo i nomi dei fiori,

ignoriamo i punti cardinali

e le costellazioni che lassù

vedono con pena o scherno ciò che ci succede.

 

Per questa stessa causa ridiamo dell’arte

che non è in fin dei conti che attenzione concentrata.

Non desidero vedere il mondo, le rispondiamo.

Voglio godermi la vita senza pensarci,

passarla bene come la passano le ostriche,

prima di esser conservate nel loro sepolcro di ghiaccio.

 

La signora V.

 

Non serve a nulla parlare di serenità,

farsi illusioni

di trascendenza o di sopravvivenza.

La Signora V. è arrivata, è qui, non riposa.

Ha tardato molto.

Si è materializzata in un istante.

Viene a prendersi tutto ciò che sono stato.

Mi annebbia la vista,

cancella la memoria,

mi toglie il sonno,

mi rende fiacco

e rallenta i miei passi.

E lo scempio maggiore lo fa dentro.

 

Ciò che nessuno può dire in questo momento

è quanto durerà la nostra torva alleanza.

Porterà a termine la sua opera di distruzione

la Signora V. che è nata con me ed è programmata

per agire senza errori né pause?

 

O forse qualcosa d’imprevisto, non si sa mai,

le ruberà la preda quando l’ha già in trappola.

 

Vapore

 

Vapore, fantasma dell’acqua sui vetri.

 

Foschia senza paesaggio, nube prigioniera.

Pagina grigia in cui inscriviamo un nome

o il contorno di un albero.

 

Non lasciamo ch’evapori

senza qualcosa di noi.

 

Contro il tiranno

 

Scrisse un intero libro contro il tiranno.

Cinquecento pagine

Di epigrammi taglienti e prosa acida,

Infiammata dal più nobile anelito di giustizia.

 

Documentò i suoi crimini atroci,

Il suo potere tenebroso, la corruzione,

La solitudine finale di ogni autocrate.

 

Attese la condanna a morte,

La tortura, il carcere o l’esilio.

Ma il tiranno restò affascinato dall’invettiva.

Niente gli piacque tanto come il rovescio della trama.

Sotto tanto odio lesse l’ammirazione,

Nel tono indignato la voce di un complice.

 

E lo fece suo segretario perpetuo

E il redattore dei suoi editti mostruosi.

 

Alba a Coatepec

 

Gli uccelli che incendiano il mattino

Questa notte non erano qui.

Forse si aprivano il cammino tra le tenebre

E come il Sole-giaguaro degli aztechi

Assorbivano il sangue dei morti

(È sufficiente leggere la cronaca)

Per resuscitare tra le fronde, araldi

Gioiosi o lugubri del fatto che l’assurda

Vita continua intatta e niente

Ha potuto la notte contro il giorno.

 

La maggiore età

 

La maggiore età

Non si raggiunge per data di nascita

Né gli archivi ufficiali la registrano.

 

Ci diplomiamo adulti

non appena qualcuno ci lascia.

 

In piena gioventù arriva all’improvviso

Il sapore della morte.

 

Nave fantasma

 

A sette miglia a dritta delle isole di Barlovento

Avvistarono una strana imbarcazione.

 

Non rispose ai segnali.

Calarono una lancia, la raggiunsero

E la trovarono deserta o abbandonata.

Nessuno in coperta, nessuno in cabina

Né sul ponte di comando o nella stiva.

 

Tornarono alla nave e con stupore

Trovarono anch’essa abbandonata.

Nave fantasma era la loro,

Spettri essi stessi.

 

Invece l’altra

Si mise a viaggiare con buon vento,

Piena di gente.

 

Via Tajín

 

L’orribile edificio è ormai in rovina

E sarà demolito.

 

Nessuno piangerà la sua mancanza.

 

Quando l’abbatteranno mi farò

Coraggio per affrontare il ridicolo

E chiedere un minuto di silenzio

Alla squadra di demolizione:

 

«Prima di compiere il vostro lavoro

Lasciate per favore che saluti:

Queste pareti disgraziate furono

(E forse non soltanto per me)

La casa dell’amore e della poesia».

 

¬ top of page


Iniziative
5 marzo 2025
Il testo-natura. Presentazione di Semicerchio 70 e 71, Roma Sapienza.

22 novembre 2024
Recensibili per marzo 2025

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398