Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

PIETRO ABELARDO, Planctus, a cura di Massimo Sannelli, Trento, La Finestra 2002, pp. 90, s.i.p.

 

Edizione tradotta e commentata dei sei planctus biblici del grande Abelardo, che rappresentano una delle manifestazionipiù mature della poesia mediolatina nella forma derivata dalla sequenza, anche se forse più folgoranti per intuizioni di pensiero e di strategia testuale che per disposizione della materia lirica. Il testo è ripresoda diverse edizioni presistenti (Dronke, von den Steinen, Vecchi, Laurenzi),   cui dunque questa versione costituisce una sorta di revisione critica. La traduzione, nonostante la celebrata perizia poetica del curatore, sceglie la forma in prosa, «più o meno ritmata, se non ritmica », in base alla convinzione che vede nella versione ametrica un recupero delladimensione orale della poesia di Abelardo – scritta come è noto per una esecuzione musicata. Nonostante questa scelta, la traduzione è estremamente libera, con le rinunce e le integrazioni, ossia le compensazioni, tipiche di una versione  poetica, cui manca solo la cantabilità del verso: un esempio può essere la strofa 5 del plantucs di Giacobbe:

 

 

Duorum solacia

Perditorum maxima

Gerebas in te, fili.

Pari pulchritudine

Representans utrosque

Reddebas sic me mihi.

 

Nunc tecum hos perdidi:

 et plus iusto tenui

hanc animam, fili mi.

Etate, tu, parvulus,

In dolore maximus

Sicut matri sic patri.

 

 

«Tu mi offrivi il  conforto, in cambio dei morti. La tua bellezza li rappresentava: l’uno e l’altra. Oggi, con te, li perdo ancora, e tengo la vita più del giusto. Eri anche piccolo, ma quanto dolore, alla madre e a tuo padre...»

 

La breve introduzione «collega una serie  di appunti su alcuni temi dei Planctus », presentandosi come «solo un esercizio di lettura poetologica e teologica, oltre che un accessus alla sententia» (p. 7). Il commento, liricamente dedicato a Cristina Campo, si pone come un’esplorazione ragionata di quelli esistenti, «una storia delle interpretazioni» (p. 12), ancora molto sensibile al fascino delle teorie biografiche che cercano nei testi biblici un’eco della indimenticabile vicenda amorosa con Eloisa. In realtà si offre come uno strumento ricco e mobile, ispirato da una sensibilità vivissima per i valori psicologici e gli intertesti poetici: più biblici e classici – anche meno probabili come Properzio, apparentemente sconosciuto ai medievali fino a Petrarca – che specificamente mediolatini (i quali per la storia di Giuseppe, ad esempio, rischiavano di essere fin troppi, dal ritmo di Paolino d’Aquileia in poi: si pensi al percorso di Derpmann, Josephsgeschichte). In questo risente della sua natura di commento dei commenti, che è un procedimento tipico dell’italianistica, piuttosto che di esplorazione ex novo. Ma proprio questa competenza romanistica e questa spiccata attitudine critico-teorica consentono allargamenti imprevisti, come le riflessioni filosofiche sull’episodio della figlia di Iefte, che gettano nuove luci moltiplicando comparativamente i punti di vista dell’oggetto osservato, spaziando dal Roman de la Rose a Brecht, dall’innografia di Venanzio Fortunato alla teologia di Ladislaus Boros). Una summa della felice eterogenità di queste sollecitazioni si condensa nella breve ma succosa Appendice, opportunamente seguita da una riproduzione delle trascrizioni musicali di Vecchi, pur superate, nella lucida coscienza che i testi abelardiani non erano composti per la lettura ma per il canto. Un ideale complemento sarebbero le esecuzioni audio di Hillier, che ascolteremo come integrazione perfetta a questo prezioso atto d’amore per la poesia mediolatina.

 

[F.S.]

 

 

 

 

SUHRAVARDI, L’Angelo Purpureo, a cura di SERGIO FOTI, Trento, Luni Editrice 2000.  

 

Segnaliamo qui, nonostante l’appartenenza a un genere piuttosto prosastico che poetico (ma non privo di inserti versificati), i testi riprodotti nell’originale persiano e tradotti in elegante italiano dall’iranista Sergio Foti, studioso del dramma rituale iranico e del sufismo e già traduttore di Rumi e Jami. Il volume, uscito nella benemerita «Biblioteca Medievale» di Luni (ora passata a Carocci), contiene tre brevi narrazioni sapienziali del filosofo Shihab ud-Din YahyaSuhravardi: condannato a morte ad Aleppo nel 1191, aveva dedicato la breve vita (36 anni) all’esplorazione delle possibili vie per conciliare la koiné platonico- eripatetica ereditata dalle scuole greche e già rielaborata da Avicenna, e la mistica sufi  dell’annientamento, alla luce di una ricerca dominata dall’idea-guida dell’Oriente, la dottrina chiamata ishraq. Si tratta di due racconti sul rapporto iniziatico allievo-maestro, Il fruscio delle ali di Gabriele e L’angelo purpureo, che dà il titolo al libro, e La lingua delle formiche (che si interrogano sull’origine della rugiada, come altri animali poi su altre questioni simboliche): racconti paradigmatici, narrazioni visionarie (hikayat) di incontri rivelatori e apologhi animali, che adottano la veste narrativa per esporre complesse verità dottrinali in forma più immediatamente comunicativa. Ma la cornice del racconto è esile e sfuggente, e i contenuti vivono di «mondi estranei, fatti di panorami gelati, di tempi abbozzati», perché come, scrive sempre Foti in una introduzione estremamente analitica che si diffonde con dovizia di riferimenti soprattutto sulle radici di pensiero del testo tradotto, più che sui valori letterari, «allo sbocciare della Hikmat [disvelamento della Sapienza] il sapere si muta in visione»; ogni elemento diventa quindi simbolo di entità spirituali la cui identificazione, pur accuratamente guidata dal ricchissimo commento del curatore, mantiene sempre un tratto di vaghezza che costituisce parte dell’innegabile fascino e dell’effetto psicagogico che a questi racconti si attribuiscono. Si è pensato  infatti, da parte dello shaykh Ahmad Ahsa’i, che i testi inducessero nel loro recitatore una sorta di trasformazione dell’anima, un’ascensione mistica corrispondente alla capacità di salire a un ulteriore livello di lettura (Proclo ne rivendicava 5 per i testi platonici, e le formulazioni sufi moltiplicano ulteriormente i gradini): come conclude l’Angelo purpureo – in versi che spesso la prosa orientale inframmezza alle esposizioni narrative o teoriche.

 

Io sono quel falco di cui i cacciatori del mondo

hanno bisogno in ogni momento:

la mia preda sono le gazzelle dagli occhi neri

ché il sapere è come le  lacrime degli occhi:

davanti a me scompare il senso letterale,

presso di me si illumina il senso vero.

 

 

 


¬ top of page


Iniziative
9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

11 settembre 2023
Recensibili 2023

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

19 settembre 2022
Poeti di "Semicerchio" presentano l'antologia ANIMALIA

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

27 agosto 2021
Recensibili 2021

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

16 aprile 2021
Filologia della canzone: presentazione di "Like a Rolling Stone" di M.G. Mossa

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

28 dicembre 2020
Bandi per collaborazione con Semicerchio e Centro I Deug-Su

20 novembre 2020
Pietro Tripodo Traduttore: presentazione online di Semicerchio 62

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

28 maggio 2020
Seminario di Andrea Sirotti sulla nuova Dickinson

22 maggio 2020
Seminario di Antonella Francini su AMY HEMPEL e LAUREN GROFF

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

28 aprile 2020
Progetto di Riscrittura creativa della lirica trobadorica

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398