« indietro TESTO A FRONTE, Semestrale di teoria e pratica della traduzione letteraria, diretto da Franco Buffoni, Allen Mandelbaum, Emilio Mattioli, n. 26, I semestre 2002, Milano, Marcos y Marcos, pp. 226, € 13,20.
In concomitanza con l’uscita, per la collana dei «Saggi di Testo a fronte», di un volume collettaneo dal titolo: Ritmologia. Il ritmo del linguaggio. Poesia e traduzione (vd. la recensione qui accanto), il numero si apre con la presentazione di F. Scotto e la traduzione (a cura di F. Scotto e V. Kamkhagi), di un estratto del Traité du rythme. Des vers et des proses di H. Meschonnic (Paris, Dunod, 1998), con il quale il critico torna sul tema a lui caro, già trattato con la Critique du rythme (1982) e la Politique du rythme (1995). Si attesta così la vivacità di un dibattito, scatenato dalle innovazioni concettuali proposte da Benveniste e dallo stesso Meschonnic, che implica una totale revisione del fatto prosodico in letteratura. Suddiviso in tre sezioni opportunamente trascelte (Introduzione, «La scommessa del ritmo nella teoria del linguaggio » e «l’oralità del racconto»), l’intervento mira a tracciare le coordinate essenziali del nuovo pensiero ritmologico: in particolare, l’affrancamento da uno statuto oratorio ed esteriore del ritmo come normatività metrico-prosodica (strettamentelegato al fatto poetico) e l’estensione dello stesso all’insieme dei fenomeni del linguaggio, sia esso verbale o non verbale (e già M. Jousse negli anni cinquanta ricordava il «rythmisme» naturale della gestualità). Da una concezione meccanicistica si passerà insomma ad una concezione organicistica ed antropologica, dove l’idea di «oralité» come massima iscrizione ‘ritmica’ del soggetto nel testo, contribuisce ad estendere il problema ad ogni fenomeno ‘significativo’ della scrittura: ne costituisce un esempio vivacissimo il caso Flaubert (che, come sappiamo, declamava la sua «prosa» a voce alta, in un apposito «gueuloir»). Segue un interessante intervento sulla traduzione di Ulverton (il primo romanzo di A. Thorpe) dove l’autrice, M.G. Nicolosi, si appoggia alle tesi di Kristeva e Bachtin per portare avanti una critica originale. Altrettanto stimolante il breve scritto di M.P. Pagani sui testi giullareschi russi, dove si associano interesse etimologico ed antropologico. Una sezione è dedicata a due poeti bulgari, P. Javorov e E. Bagrjana, cui seguono due traduzioni: una, a cura di A.E. Afrhani e G. Pontesilli (con testo arabo a fronte), di M. Al Achaari ed una dall’Edipo Re di Sofocle a cura di A. Rodighiero. Del poeta inglese S. Rogers V. Salerno presenta il breve poem che ha per titolo Amalfi, mentre Elisa Biagini traduce Sharon Olds, poetessa americana con- temporanea. Particolarmente graditi il ricordo del caro Bernard Simeone, grande italianista e traduttore francese recentemente scomparso, di cui si propone una riflessione sulla traduzione e una scelta di testi da lui tradotti, e quello di Maria Corti, con un suo pensiero sulla traduzione. Chiudono il ricchissimo numero il consueto quaderno di traduzioni e la sezione dedicata alle recensioni.
[Michela Landi]
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