« indietro Quando il sole è fissato con i chiodi. Poeti finlandesi contemporanei, a cura di ANTONIO e VIOLA PARENTE, Milano, Asefi 2002, pp. 144, € 12,00. Questa nuova antologia di poesia in lingua finlandese merita una segnalazione speciale non solo per la scelta di autori contemporanei mai tradotti precedentemente in lingua italiana, quanto soprattutto perché tale scelta verte su quei poeti che nel corso degli anni ’90 hanno saputo rivitalizzare e rilanciare la poesia in Finlandia dando vita alla cosiddetta ‘terza età dell’oro’ della poesia in lingua finlandese. Come scrive Viola Parente-Capkova nell’introduzione al volume «questa raccolta non vuole essere una selezione rappresentativa della poesia finlandese contemporanea [...]. Gli autori scelti sono legati fra loro da un comune retroterra culturale: tutti hanno studiato o studiano teoria letteraria, lingue o filosofia, inoltre quasi tutti hanno collaborato [...] con la rivista Forza Giovane e hanno partecipato, negli anni novanta, al progetto di ‘risurrezione e rilancio’ della poesia». Altro assai significativo tratto comune a tutti questi poeti è «l’attenzione particolare per la lingua e per la sua influenza sul pensiero e sull’identità». Gli autori presenti nell’antologia sono Juhani Ahvenjärvi (n. 1965), Olli Heikkonen (n. 1965), Jouni Inkala (n. 1966), Riina Katajavuori (n. 1968), Jyrki Kiiskinen (n. 1963), Tomi Kontio (n. 1966), Heidi Liehu (n. 1967), Lauri Otonkoski (n. 1959), Annukka Peura (n. 1968), Helena Sinervo (n. 1961), Merja Virolainen (n. 1962): tranne Otonkoski, tutti nati nel corso degli anni ’60. Pur perseguendo strade poetiche ben distinte, il gruppo di poeti, rilanciando l’antica rivista Forza Giovane, seppe differenziarsi dalla poesia dell’establishment letterario, ma anche da tutti quei movimenti poetici giovanili underground che, collocando la propria esperienza letteraria al di fuori o in opposizione alla società, di fatto si chiudevano a ogni possibilità di dialogo, e quindi di azione, con la società stessa.
Fra i poeti segnalo Riina Katajavuori, che indaga a fondo la lingua e l’identità dal punto di vista della donna-poeta: la sua ironia emerge in poesie come quella senza titolo tratta da Chi parla (Kuka puhuu 1994), dove la descrizione di un paesaggio naturale si trasforma in un gioco sensuale di descrizione femminile: «Giacciono languide nella bufera di neve / come una donna sotto la doccia, / queste alture, cosce formose semiaperte, / le lingue decise delle costole / sotto la pelle bianca come neve / scendono spioventi nella gola, / dove uno sciatore solitario / si fa scivolare sulla neve intatta arranca / [...]» Jouni Inkala, studioso del poeta americano E. E. Cummings, nella poesia tratta dalla raccolta Qui il suo limite riflette sul potere evocativo di una poesia che, nata come gioco fanciullesco, come atto di cesello, quasi suo malgrado arriva a rivestire un ruolo attivo in un mondo dal quale è sparita ogni traccia di velo giocoso: «I figli dei vicini giocano, scrivono con le muffole / sui vetri delle finestre / coperti dalla brina della sera, rigo dopo rigo, / presto vedranno attraverso le loro parole. / La crudeltà del mondo si schiarirà. / Presto ne decideranno la sorte, / ne prenderanno possesso». Olli Heikkonen, ne Il sole di Yakuzia (Jakutian aurinko) descrive un viaggio attraverso la Siberia fino a Vladivostok da lui mai compiuto: immagini e suggestioni di rara forza emotiva, quali «E la terra è scossa, quando l’oro nero, l’oro verde / viene estratto, le uova di storione messe in scatola / a due mani, in tre turni/ si nutre la bocca affamata», oppure «Il ghiaccio si contorce diventando masso / vicino la riva. / Il margine del mondo, veniva detto, / ma adesso si sente anche dell’altro. / I fili dell’alta tensione / friniscono, e vengono portati i binari [...]», derivano infatti da libri di fotografie che il poeta aveva visto in una libreria. Ma in questo modo, come scrive Kari Sallamaa, in «Books from Finland» (anno 2001, vol. I pp. 6-6), «(...) because we are, in relation to other cultures, at the mercy of images and mental images, deliberate anachronism may tune the attention to what is typical». La ricerca di nuove possibilità espressive e i toni assurdi e surrealistici caratterizzano l’opera di Juhani Ahvenjärvi, una delle cui clausole ha dato nome alla presente antologia: «Non mi conosci più? / Sono quel ragazzo dai capelli d’oro che vi bruciò / l’essiccatoio l’estate scorsa. Verniciai di rosso / le case, i cavalli e i campi; rimasi in piedi nudo / davanti al tramonto e tu ridesti, / mi chiedesti in che modo il mio sole / è fissato con i chiodi». In Merja Virolainen l’interesse per l’identità della donna nella storia, nella mitologia e nel presente si affianca a quello per le tradizioni e l’antica religione pagana della Finlandia. Riporto di seguito una poesia, che, inedita anche in Finlandia, ha visto la luce per la prima volta proprio in questa antologia: Se mi sciolgo fondendomi nella pioggia, e vedi alla finestra il caprimulgo, quando prima di dormire ti togli la camicia bianca, apri la finestra: sono io, ali scottate, svolazzo nei tuoi occhi, mi appoggio al tuo collo ardente, una risata morbida, bisbigli, apro le ali sul tuo petto, le chiudo, atterro in un respiro sulla pancia ardente, amore, rimango sulle tue labbra Viola Parente Capkova e Antonio Parente collaborano da anni a numerosi progetti di traduzione letteraria dal finlandese, e hanno pubblicato, tra l’altro, su Atelier, Hebenon, Poesia e Settentrione. Presentare al pubblico italiano un movimento poetico che in Finlandia è tuttora vivo e vitale è certamente un’operazione di grande valore culturale per il nostro paese. Ottima la scelta degli autori e delle poesie che, pur in un volume di non grandissime dimensioni, riescono a dare un quadro completo dei diversi interessi e inclinazioni dei poeti di Forza Giovane. Notevoli le traduzioni di Antonio Parente, che pur restando sostanzialmente fedeli agli originali, riescono a dare in italiano una resa poetica e linguistica di forte suggestione musicale ed emotiva. Poeti fra loro diversissimi per spirito, lingua e ricerca trovano nelle versioni italiane una voce che sa adattarsi alle loro particolarità lessicali, anche laddove i riferimenti al mondo arcaico finlandese (si pensi alla Virolainen) sono espressi in una lingua la cui connotazione, più che tradotta, necessita di essere completamente ricreata. Successivi sviluppi della poetica di Helena Sinervo, Merja Virolainen e Tomi Kontio sono analizzati nelle recensioni che seguono. Lorenzo Amato ¬ top of page |
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