Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

GIOVANNI PARRINI, Valichi, Bergamo, Moretti&Vitali, 2015, pp. 80, € 12,00.

 

La sfida che la poesia di Valichi comporta è osservabile – e deve essere raccolta - sin dal titolo del libro. Ogni valico comporta due luoghi e tuttavia non disegna tanto un’opposizione quanto un cammino, non tanto una geometria quanto una geografia e un viaggio, non tanto una dialettica quanto un’occasione euristica.

Nei testi di Parrini abbondano le strade; colonne di automobili le percorrono in flussi drenati verso un ritorno che non si compie perché è rallentato da lunghe code, dalla stasi e dall’attesa. In queste circostanze di sospensione della meta accade la deviazione dello sguardo e lo schiudersi di una diversa prospettiva. Così avviene nella terza poesia del volumetto: «30 all’ora a singhiozzo verso casa / quasi niente cesure tra chi segue e precede / lapsus tra cofani e bauliere / però guardando meglio/ è il tramonto che presta ai fari il rosso/ è il sole sghembo a fare con la polvere oro sopra i lunotti. (p. 18). Qui e altrove la deviazione è una montaliana «occasione / di vedere altro» (sempre a p. 18, i versi conclusivi : «Non poco/ avere l’occasione / vedere altro/ questa fila che è uno stelo fragile di storie / come foglie e semi / che non sanno che altezze li sbaragliano / tra non molto / quale terra li aspetta / in questi amari e magnifici giri / che la bellezza fa». Dove conduce dunque, la deviazione? Anzitutto a smitizzare la centralità delle cose umane e a restituire la regia integrale di ciò che l’uomo vive al mondo. I fari sono appariscenti e vani poiché le luci vere appartengono al paesaggio; l’apparenza razionale del procedere incolonnati si dissolve nella verità di moti casuali e pulviscolari. La verità del sole e del suo «fare con la polvere oro» ha il doppio valore gnoseologico di vanificare la luce artificiale e di svelare la sostanza «amara e magnifica» del «giro» in cui la bellezza risiede. Il moto pulviscolare scoperto dall’occhio che devia è una verità gnoseologica ed estetica affidata al registro stilistico di una malinconica ironia che nel tutto svela regolarmente il niente («Una di queste mattinate qui / dure come l’acciaio / ci si l’occasione da prendere al volo / sono certo sarà meraviglioso perdersi noi due soli / io e il navigatore / […] / Beffando coordinate andremo a giro assieme / flâneur complici / circuiti e cuore in ascolto / in attesa di niente. Vinceremo»). Posta la dissoluzione delle mete a vantaggio dei moti pulviscolari e casuali, il senso del percorso non sta nei luoghi – partenza, arrivo – ma nel moto e nel passaggio: «Nemmeno il freddo sa cos’è successo / dove sono finiti quei rami / che abbelliva col ghiaccio. / Oggi i raggi che arrivano non possono disegnare quell’ombra / farla ruotare lenta per scandire l’avventura / antichissima e nuova / che nasceva nel fitto scuro d’ossidi / nell’asprezza di sali / e diventava legno / elegia verde / ruvidità di scorza che aspettava / un via vai di formiche / i colpi del pallone» (p.  26). Tracciare le forme delle cose vuol dire avere organi di senso che sono viaggio e percorso, com’è l’arrivo del freddo, e sentire attraverso queste mani fatte di movimento il vuoto di ciò che era e che manca, come un albero tagliato: ecco il mistero assoluto – quello del transito dalla cosa alla sua ferita, dalla violenza del pieno alla malinconia del vuoto cui questo libro dà non accesso – poiché ne racconta semmai l’inafferrabilità – ma espressione. Il valico è il momento in cui la leggerezza un po’ ridicola e fredda dell’apparenza è appannata, inumidita e vivificata dai vapori malinconici della sostanza delle forme che mentre esistono sono già dissolte, riguadagnate alla danza pulviscolare di cui il sole mostra la bellezza e l’amarezza. La musica semplice e piana di queste poesie, il ritmo continuo da poème en prose di cui esse vivono si ferma talvolta, alla fine, nell’umile ossitonia delle parole tronche (così l’ultimo verso del pezzo a p. 46: «A qualcuno proveremo a dirlo / con titubanza / però domani. / Domani quando il vento ritornando ci riconoscerà») in modo che quell’ultima vocale sia al contempo un ramo tagliato e un punto coronato, la violenta interruzione di un continuo che non terremo mai insieme e l’eco che il continuo inafferrabile del mondo lascia misteriosamente nella voce poetica, come si si trattase di una filastrocca infantile.

Vale la pena di scomodare la concezione vichiana, poi romantica e leopardiana, della poesia come ritorno ad uno stato infantile di verità originaria parzialmente cancellato dalla convenzione razionalistica ‘adulta’ e moderna, per cogliere infine i due punti essenziali che il ‘valico’ di Parrini unisce e separa, mostrandocene la misteriosa unione nel transito, in modo che la distanza razionalistica non sia, infine, che misurazione malinconica di ciò che incessantemente si dissolve.

(Sonia Gentili)

 


¬ top of page


Iniziative
22 novembre 2024
Recensibili per marzo 2025

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398