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I POETI DI SEMICERCHIO*

BARBARA PUMHÖSEL

Barbara Pumhösel è nata a Neustift bei Scheibbs in Austria nel 1959. Dopo vari spostamenti (Gran Bretagna e Francia), si è laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di Vienna. Dal 1988 vive a Bagno a Ripoli (Fi) ed attualmente collabora a un progetto di promozione della lettura nelle scuole dell’obbligo, e con la redazione ragazzi di una casa editrice fiorentina. Collabora a vari periodici e ha pubblicato racconti e testi poetici in antologie in Italia e all’estero, e sulle riviste «L’Area di Broca», «Semicerchio», «Sagarana», «El Ghibli» «Das Gedicht» (Germania) e «Podium» (Austria). 

Nel 2004 una sua silloge è apparsa nell’antologia poetica Pulvis, coperta materna delle Edizioni Gazebo di Firenze, rac colta di testi presentati e discussi al laboratorio poetico di «Semicerchio». 

Die Pflaumenbäume blühn vielleicht noch immer 

 Bertolt Brecht 

This is just to say / I have eaten the plums 

 William Carlos Williams
 

ein leise Weiterwinkendes -, schon kaum 

erklärbar mehr: vielleicht ein Pflaumenbaum 

 Rainer Maria Rilke
 

Beitrag zur Biographie einer Frucht. 

 Karl Krolow
 

ich bekreuzige mich / vor jeder 

kirche / ich bezwetschkige mich / 

vor jedem obstgarten // wie 

ich ersteres tue / weiß jeder katholik / 

wie ich letzteres tue / ich allein 

Ernst Jandl 

Pflaumenbäume

Prugni

 

DER PFLAUMENBAUM

Lange habe ich seine Zeichen nicht verstanden.

Auch wenn er nie wirklich still stand.

Er winkte

           im Regen

                     in der Sonne

im Wind

           mit einem Blatt

                    einem Zweig.

Manchmal ließ er eine Pflaume fallen.

Doch als es eines Morgens sehr früh

klopfte,

         wusste ich, es war

                     der Pflaumenbaum

und öffnete ihm.

 

IL PRUGNO

A lungo non ho capito i suoi segni.

Anche se non stava mai veramente fermo.

Salutava

           sotto la pioggia

                       nel sole

nel vento

           con una foglia

                       un ramo.

Talvolta faceva cadere una prugna.

Ma quando sentì bussare una mattina

molto presto,

          seppi che era

                     il prugno

e andai a aprire.

 
   

DER PFLAUMENBAUM II

der Pflaumenbaum spült

seine höchste Astgabel

im Novemberregen

trocknet sie ab im Wind

und greift am Abend

mit sauberem Besteck

nach dem Mond

IL PRUGNO II

il prugno sciacqua

il suo ramo biforcuto più alto

nella pioggia di novembre

lo asciuga nel vento

e si tende la sera

con posate pulite

verso la luna

   

DIE ZEIT

zurückdrehen

zuerst schnell

dann immer

langsamer bis zum

schokoladekrampus

im rotschwarzen

stanniolpapier

links unten im bild

zoom in richtung

bildmitte eine hand

voll schnee in deinem

nacken vom nackten

ast des pflaumen

baumes über dir meine

gänsehaut und deine

lippen und

stop

IL TEMPO

riavvolgerlo

prima veloce

poi sempre più

lentamente fino al

krampus* di cioccolata

nell’involucro rossonero

in basso a sinistra

zoom in direzione centro

dell’immagine quel pugno

di neve sulla tua

nuca dal ramo nudo

del prugno sopra di te

la mia pelle d’oca

le tue labbra e

 

stop

   

LEUTE AUF DER BRÜCKE*

sie schläft darunter

bag-woman plastiktütenfrau

sie hat nichts mehr zu suchen

am anderen ufer

früher hat auch sie luftschlösser gebaut

luftbrücken überquert in andere welten

heute ist sie luft heute ist kein blick

kontakt mehr möglich

ihr blick streift noch einmal –

wildgewachsen im gebüsch und

nicht veredelt wo kam der kern wohl her –

den pflaumenbaum

sie kennt die blätter auch im schlaf

sie kommen vor – am rande –

in einem bild aus ihrer

kindheit das immer mehr

verblasst es bleibt nur eine letzte

kurze sicherheit

der doppler ist noch nicht leer

GENTE SUL PONTE**

lei dorme sotto

bag-woman donna dalle molte buste

di plastica

lei non cerca più niente all’altra riva

un tempo anche lei

costruiva castelli di aria

attraversava ponti verso altri mondi

oggi lei è aria oggi gli occhi degli altri

non permettono nessun contatto

il suo sguardo sfiora ancora una volta

il prugno selvatico

cresciuto in mezzo al cespuglio

chi sa da dove viene il nocciolo

riconosce le foglie anche nel sonno

fanno parte dello sfondo

di un immagine della sua

infanzia che sta sbiadendo

rimane un’ultima

breve sicurezza il fiasco

non è ancora vuoto

* Der Titel ist Wis ava Szymborskas Gedicht Leute auf der Brücke, bei dessen Lektüre die Idee zu diesem Gedicht entstand, entlehnt.



* krampus: dolcetto prenatalizio austriaco a forma di piccolo diavolo

** Il titolo a cui devo l’idea per questa poesia è stato preso in prestito da Gente sul ponte di Wis lava Szymborska.

   

ZWANG.BILD: IDYLL

die sonne scheint

die erde ist warm

das gras ist weich

die zeit steht still /

und geht / steht still / vergeht

der wind webt immer neue

muster in die blätterdecke

über mir

eine noch grüne

pflaume fällt

ich will nicht

an dich denken und doch

fragt eine stimme stetig

stumm in mir wie es sich wohl

zwei meter tiefer liegt

OSSESSIONE: IDILLIO

il sole splende

la terra è calda

l’erba è morbida

il tempo si ferma / avanza

si ferma / e passa

il vento tesse sempre nuovi

disegni nel tetto di foglie

sopra di me

una prugna ancora

acerba cade

non voglio

pensare a te ma una voce

muta dentro di me continua

a chiedere come si sta

straiati più in basso

a due metri di profondità

 

   

UNTERM PFLAUMENBAUM / THEMENVERFEHLUNG

Ein Sonnenstrahl geht in die Knie

und wird vom Gras verschlungen.

Der Schatten drückt das Gras nach unten

und lässt es lange büßen,

bis über ihn die Nacht herfällt, ihn fesselt

und mit allem, was noch ist,

verschluckt und immer dichter, dichter,

dunkler wird.

Und länger.

Die Tage werden kürzer.

Die nicht geklaubten Pflaumen faulen.

SOTTO IL PRUGNO / FUORI TEMA

Un raggio di sole si inginocchia

e viene divorato dall’erba.

L’ombra spinge giù l’erba

e la fa espiare a lungo,

finché anche su di lei incombe la notte,

la immobilizza, la ingoia con tutto ciò

che ancora è e si fa sempre più fitta, fitta

buia.

E più lunga.

I giorni si accorciano.

Le prugne non raccolte marciscono.

   

 

(HOMMAGE À CHARLES A. BROWN*)

Die Kindeskinder jener Nachtigall

sind heute Ahnen und ihre Enkel

träumen manchmal singend Oden

und vor demselben Haus

steht heute noch ein Pflaumenbaum

wenn auch nicht jener mit dem Nest

denn Pflaumenbäume sind nicht ewig doch

seine Wurzeln hat man sicher nicht entfernt

vielleicht berühren die des neuen

Pflaumenbaums sie manchmal

wenn sie sich beim Wachsen dehnen

das Haus heißt heute Keats-Haus

und in jedem Herbst fallen Pflaumen

genau an jenem Ort im Schatten seiner Krone

an dem ein Jahr vor seinem Tod

der Dichter saß und schrieb:

Thou was not born for death, immortal Bird!

(HOMMAGE À CHARLES A. BROWN*)

I figli dei figli di quell’usignolo

oggi sono antenati e i loro nipoti

in sogno talora cantano odi

davanti alla stessa casa ancora oggi

sta un prugno – ma non è quello

con il nido poiché i prugni non sono eterni

ma certo le sue radici non sono state tolte

e forse quelle nuove le sfiorano crescendo

oggi quella casa si chiama Casa di Keats

e ogni autunno cadono prugne

proprio in quel luogo nell’ombra

della chioma in cui un anno prima di morire

sedette il poeta e scrisse:

Thou was not born for death, immortal Bird!

 

* Keats, so ist es von seinem Freund Charles Armitage Brown über liefert, schrieb seine Ode to a Nightingale an einem Morgen im Frühjahr 1819 in seinem Garten unter den Zweigen eines Pflaumenbaums, in dem eine Nachtigall ihr Nest gebaut hatte.

* Keats – così ci racconta il suo amico Charles Armitage Brown – scrisse la sua Ode to a Nightingale una mattina di primavera dell’an no 1819 sotto i rami di quel prugno nel suo giardino in cui un usignolo aveva fatto il nido.

 

   
   

 * Si pubblicano in questa rubrica i testi migliori dei poeti che hanno partecipato ai seminari di «Semicerchio» nell’anno 2004-2005.

 


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