« indietro FLÁVIA ROCHA, A casa azul ao meio-dia, The blue house around noon. Curitiba, Travessa dos Editores 2004, pp. 96, s.i.p. Flávia Rocha, nata a San Paulo nel 1974, esordisce con questo libro di un’interessante veste grafica, con riproduzioni di fotografie in bianco e nero realizzate dalla fotografa Fernanda Rocha. Oltre a destare interesse per il suo aspetto grafico, il libro presenta al pubblico brasiliano una coraggiosa scelta di testi inediti (o sporadicamente pubblicati su riviste brasiliane ed americane) in versione bilingue, portoghese-inglese, da lei stessa tradotti. La caratteristica di poeta che si auto-traduce fa di Flávia Rocha un (nuovo) nome di particolare interesse nel panorama letterario brasiliano, non solo come poeta, ma anche come traduttrice ed intellettuale attiva su più fronti, tra i quali, sia detto, quello del cinema, dato che Flávia Rocha è co-fondatrice dell’Accademia Internazionale del Cinema di Curitiba. Dopo un soggiorno negli Stati Uniti, dove ha realizzato un master presso la Columbia University, Flávia Rocha si è stabilita a Curitiba, dove lavora come editrice della rivista letteraria americana Rattapallax e della casa editrice Travessa dos Editores. Non si riesce a capire se la poesia di Flávia Rocha sia stata scritta originalmente in inglese o in portoghese, visto che non vi sono note esplicative al riguardo. In questo senso, l’ambiguità non fa che moltiplicare l’interesse e la forza dei testi, che possono essere letti separatamente in inglese e successivamente in portoghese, oppure a specchio. Tuttavia, l’impressione finale che si ha dei testi è che essi acquistino una maggior autonomia nella lingua inglese, forse in ragione del fatto che il dettato poetico di Flávia Rocha si avvicina maggiormente alla tradizione americana, con testi di respiro narrativo, con ampio spazio per le costruzioni descrittive, che danno un tocco di freschezza al testo, come nella poesia che dà il titolo alla raccolta: The blue house around noon / A casa azul ao meio-dia (p. 21) : «Un dipinto di paesaggio / che coprisse l’intera parete / da un margine all’altro, tra verdi / senza vento. Se ci fossero delle nuvole, / non si muoverebbero // un costante vento del sud spazza / dalle spalle i capelli lisci e rinfresca / i piedi nei sandali di plastica. // La sedia a dondolo è nella veranda. / Mia sorellina nel vestito turchese / con oche. Le tue braccia scure / alzandola in aria, facendo una / piega nel suo vestito». Dal punto di vista sonoro, le poesie scritte in inglese presentano interessanti rimandi anaforici e allitterazioni, che non sempre si mantengono fedeli nella versione portoghese. Ciò nonostante, questa duplicità poetica non delude le attese, al contrario, lascia il lettore con l’impressione di aver letto non una, ma due diverse raccolte poetiche allo stesso tempo. Con questo libro, Flávia Rocha non lascia dubbi sul fatto che la sua poesia sgorga e s’arricchisce attraverso la duplicità della lingua portoghese e della lingua inglese, camminando mano a mano in direzione della casa azzurra a mezzogiorno. Perché nella duplicità risiede l’improvvisa luce che mette a fuoco le cose, come scrive Flávia Rocha, quasi in chiusura del libro, nella poesia Nota (p. 75) : «Io non ho mai detto. È come / se capissi, improvvisamente, / il senso delle prospettive». ¬ top of page |
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