Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

JOLANDA INSANA, Cronologia delle lesioni 2008-2013, Luca Sossella editore, Roma, 2017, pp. 93, € 12,00. 


In: «Semicerchio» LVII (2017/2), Uncreative poetry, pp. 68-69


L’ultimo libro di Jolanda Insana (1937- 2016) esce postumo, ma è stato concepito dalla stessa poetessa e raccoglie versi scritti tra il 2008 e il 2013. Il titolo Cronologia delle lesioni sottolinea il susseguirsi ineluttabile delle ferite, scandisce il tentativo di dire –  e in tal modo arginare – i mali della vita. Il disegno della poetessa scelto per la copertina sembra esserne una metaforica esemplificazione: una china risalente al 1976 mostra infatti una figura geometrica spaccata, di cui resta però visibile l’ordito, il dettaglio dell’intessitura, come ad indicare simultaneamente ciò che si spezza ma anche ciò che si ordina e costruisce. Il volume si apre con un’introduzione di Maria Antonietta Grignani che rende omaggio alla poetessa scomparsa soffermandosi sui principali temi della raccolta. Un’utile nota bio-bliografica stilata da Anna Mauceri è invece inserita in chiusura e traccia il percorso di Jolanda Insana mostrando come la fertile attività poetica sia stata accompagnata e nutrita da un’intensa attività traduttiva, in particolare dal latino e dal greco. Il superamento della dimensione lirica in nome di una più forte attenzione al reale, tipici della concezione poetica di Jolanda Insana fin dagli esordi, vengono qui fissati dall’epigrafe: «dissi il suo / poi che il mio si tacque». Il doppio valore, temporale e causale, della congiunzione «poi che» –  con grafia staccata come nell’uso antico – sottolinea come il rifiuto dell’autoreferenzialità («il mio si tacque») sia indispensabile premessa all’apertura all’altro («dissi il suo») e dunque alla tensione civile della raccolta.
Il volume è diviso in quattro sezioni. La prima s’intitola Bocca immonda ed è costituita da un’invettiva contro un’entità che inghiotte, distrugge e inganna, una bocca «ammaialata» per dirla con un neologismo della poetessa che ben illustra la creatività linguistica e la forte incisività del suo dettato. Le frequenti coppie di aggettivi («immonda e vischiosa», «putrefatta e puzzolente», «infame e calunniatora») e di forme verbali («si riempie e si svuota», «si spalanca e si sganascia», «s’ingota e soffia») riprendono uno stilema già collaudato nelle opere precedenti, qui usato per insistere sulla bassezza morale di chi offende e sulle sue devastanti azioni. La denuncia di privilegi e mazzette in contesto italiano si allarga a uno scenario internazionale tramite riferimenti alle dure condizioni di vita delle donne in paesi in cui le spose sono bambine e le adultere vengono condannate alla lapidazione. Una voce esterna segnala a guisa di ritornello nuovi casi di femminicidio. La bocca immonda diventa simbolo delle violenze perpetrate da chi detiene il potere, ma anche degli inganni e delle truffe che servono a giustificare tali oltraggi. La seconda sezione della raccolta – Frammenti di un oratorio per il centenario del terremoto di Messina – è dedicata al sisma che all’inizio del Novecento colpì la città siciliana provocando migliaia di vittime. I testi, uno per pagina al centro del foglio, fissano come un’istantanea il momento spaventoso in cui gli individui si confrontano con la morte e la devastazione. La prima poesia della sezione presenta in siciliano il grido di una madre –  «accurriti accurriti gente / me figghia me figghia / portate una scala / me figghia» – che suggerisce come al tono dell’invettiva sia ormai subentrata la compassione. I versi rievocano di volta in volta la sorpresa di chi – per caso o per miracolo – si è salvato, lo spavento che spinge alcuni sopravvissuti a lasciare per sempre la città, l’orrore generato da infernali «cataste di corpi gementi e sanguinanti», il silenzio e la follia che minacciano coloro che dopo la tragedia vagano come «spettri sbiancati / non più essere umani». Ma la catastrofe non occulta la responsabilità morale dei singoli: accanto alla vedova che fa da madre ai figli ormai orfani che il marito ha avuto con l’amante vengono rappresentati anche i saccheggiatori che cercano oro tra le rovine depredando impietosamente i cadaveri. La predica Contro l’assedio delle ceneri è stata presentata nel 2008 alla manifestazione Napoli Teatro Festival Italia. Nel testo il soggetto poetico si erge contro «ciò che offusca lo sguardo», ciò che porta a spiare l’attualità senza realmente guardare. Si riferisce ai migranti che «s’incarretano per mare in gusci di noce / scivolano scivolano in acqua / e affogano», alle innumerevoli morti bianche e infine ai giovani che non trovano lavoro in una società basata sulla «meritocrazia raccomandizia / escrementizia». Il genere della predica esalta la funzione conativa. I versi si rivolgono a un destinatario abilmente variato: una seconda persona singolare («E a te dico e ti chiamo per nome»), una seconda persona plurale («Chiedo a voi uno per uno») oppure una prima persona plurale («Ma noi che facciamo?»). Tramite l’imperativo si incoraggia una reazione concreta e rigeneratrice: «tu che puoi / rinovella la vita» o ancora «togliete la cenere dai vostri occhi / togliete la cenere dalla testa dei maltrattati / e guidateli alla fonte». Nella parte conclusiva, con una serie martellante di esortazioni, l’io poetico spinge i giovani a scendere in piazza e afferma il proprio pieno e personale appoggio: «Io in galera vengo con voi». L’ultima sezione si intitola Terra / Luna: un’infinita risonanza. In corsivo sono indicati i versi che alludono al secondo degli Idilli di Teocrito e in particolare alle pene d’amore che l’incantatrice Simeta confessa a Selene, personificazione della luna piena. Nelle altre strofe è la luna a prendere la parola ribaltando la prospettiva. Se Simeta interroga Selene per capire l’origine della passione amorosa «Da dove mi venne questo amore», la luna ribatte «Da me non venne nessuno». Il motivo leopardiano del dialogo con la luna è ripreso in modo parodico: «e tutti lì a domandarmi / che faccio io / pallida luna in cielo / verecondo raggio / eccetera eccetera». Adesso è la stessa luna a domandare «che fai tu terra / terra di misfatti e di torture?» Il motivo lunare spogliato dalla dimensione lirica è riletto in chiave civile. La luna, da oggetto di contemplazione diventa soggetto che lucidamente guarda e giudica la terra: «ti vedo / sono il tuo occhio satellitare e t’inseguo / sono la tua telecamera». Gli affondi poetici che denunciano i soprusi si placano nel lieto sorriso dei versi finali dove la luna dichiara «e tu / proteggi / Terra / gli orfanati e le partorienti / custodisci il grano la vigna e l’ulivo / e io sarò ridente». Mancherà ai lettori il tono appassionato e battagliero della poetessa, capace di ricordare come necessario compito della poesia sia confrontarsi con il mondo, denunciare le ingiustizie per cercare di ripararle.

Ambra Zorat

¬ top of page


Iniziative
19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

11 settembre 2023
Recensibili 2023

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398