Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

II. Spettri (giganti). Da un’antologia quasi in essere

Federico Italiano

 

Le seguenti poesie italiane in traduzione tedesca sono tratte da un’antologia bilingue di prossima uscita in Germania per i tipi dell’editore Carl Hanser, a cura di Michael Krüger e del sottoscritto. Questa silloge – che l’editore tedesco, non senza merito, introdurrà in un mercato librario sempre più atterrito dalla poesia – vuole essere rappresentativa di una fase ricchissima della produzione poetica italiana, quella che approssimativamente si estende dal secondo dopoguerra al Crollo delle Torri Gemelle. Inaugurata da Bertolucci, l’antologia si chiuderà con la generazione di poeti nati negli anni Cinquanta – la generazione di Anedda, Magrelli e Pusterla, per intenderci. Di più preferisco non dire: basti sapere che il florilegio di nomi, testi e traduzioni, dopo tre anni di turbolenze, ritocchi e revisioni, si è definitivamente assestato e che l’apparato critico ha poco tempo fa raggiunto la giusta temperatura pre-bozza. Il libro vedrà la luce, salvo imprevisti, nella primavera del 2012. Mi si conceda d’accennare però a qualcosa che esula dall’ossatura dell’antologia, qualcosa che, in effetti, esula per definitionem da ogni cosa – uno spettro. Montale, sebbene attivo fino agli anni Settanta, non figurerà nel corpo principale dell’antologia. Avremmo potuto inserirlo con il lasciapassare cronometrico di La bufera e altro (1956) e delle (aneddotiche) raccolte successive, ma si è deciso di confinarlo con Ungaretti (e con Saba, Quasimodo, Penna, Pavese) al portale introduttivo, dedicato ai padri del Secondo Novecento. Giusta o meno che sia questa scelta, essa ha reso ancor più evidente quanto e fino a che punto la poesia italiana contemporanea – anche quella più insospettabile dal punto di vista poetologico – sia haunted dal fantasma del grande poeta ligure. Del resto, si sa, ogni antologia è un convegno di spettri. E non lo dico con amarezza o contrizione: non c’è cosa più urgente – chiedetelo al principe Danese – che interpellare i nostri spettri. E se è vero che lo spettro emerge svanendo, la traduzione, come negoziazione di presenza/assenza, sarà dunque lingua al dialogo.


Valerio Magrelli

Porta Westfalica
Porta Westfalica

Una giornata di nuvole, a Minden,
su un taxi che mi porta
in cerca di queste due parole.
Chiedo in giro e nessuno sa
cosa indichino – esattamente, dico – 
che luogo sia, dove, se una fortezza
o una chiusa. Eppure il nome brilla
sulla carta geografica, un barbaglio,
nel fitto groviglio consonantico, che lancia
brevi vocali luminose, come l’arma
di un uomo in agguato nel bosco.
Si tradisce, e io vengo a cercarlo.
Il panorama op-art si squaderna tra alberi
e acque, mentre i cartelli indicano ora
una torre di Bismark, ora il mausoleo di Guglielmo,
la statua con la gamba sinistra istoriata
dalla scritta: “Manuel war da”,
incisa forse con le chiavi di casa, tenue
filo dorato sul verde del bronzo,
linea sinuosa della firma, fiume
tra fiumi. Lascio la macchina, inizio a camminare.
Foglie morte, una luce mobile, l’aria gelata,
la fitta di una storta alla caviglia,
io, trottola che prilla, io,
vite che si svita. Nient’altro.
Eppure qui sta il segno, qui
si strozza la terra,
qui sta il by-pass, il muro
di una Berlino idrica in mezzo
a falde freatiche, bacini artificiali,
e la pace e la guerra e la lingua latina.
Niente. E mentre giro nella foresta penso
all’autista che attende perplesso,
all’autista che attende perplesso
e ne approfitta per lavare i vetri
mentre nel suo brusío
sotto il cruscotto scorre sussurrando
il fiume del tassametro, l’elica del denaro,
diga, condotto, sbocco, chiusa dischiusa, aorta,
emorragia del tempo e valvola mitralica,
Porta Westfalica della vita mia.
Ein Wolkentag, in Minden,
in einem Taxi, das mich mitnimmt
auf die Suche nach diesen zwei Worten.
Ich hör’ mich um und keiner kann mir sagen,
was sie bezeichnen sollen – genau, meine ich 

für welchen Ort sie stehen, wo, ob für eine Festung
oder eine Schleuse. Und doch glänzt dieser Name
auf der Karte, ein Flackern
im dichten Konsonantenknäuel, das kurze
leuchtende Vokale freisetzt, wie die Waffe
eines Mannes, der im Wald verschanzt ist.
Er verrät sich und ich hole ihn aus dem Versteck.
Das Op-Art Panorama, aufgefächert zwischen Bäumen
und Gewässern, während die Schilder bald
einen Bismarckturm, bald das Wilhelms-Grabmal ankündigen,
die Statue, ihr linkes Bein bekritzelt mit der Aufschrift:
„Manuel war da“, vielleicht
mit den Wohnungsschlüsseln eingeritzt, dünner
goldener Faden auf dem Grün der Bronze,
geschwungene Linie des Namenszugs, Fluß
unter Flüssen. Ich steige aus dem Auto, gehe zu Fuß.
Abgestorbene Blätter, unstetes Licht, die eiskalte Luft,
das Stechen eines verstauchten Knöchels,
ich, schwirrender Kreisel, ich
Schraube, die aufspringt, nicht mehr.
Und doch, hier ist das Zeichen, hier
wird die Erde gepresst,
hier ist der Bypass, die Mauer
eines Hydro-Berlin, inmitten
von Grundwassern, künstlichen Becken
und der Frieden und der Krieg und die lateinische Sprache.
Nichts. Und während ich durch den Wald streife denke ich
an den Fahrer, der da ratlos sitzt,
an den Fahrer, der da ratlos sitzt
und die Gelegenheit zum Scheibenputzen nützt,
während sich unter dem Armaturenbrett
mit seinem Gesurre flüsternd weiterdreht
der Fluß des Taxameters, der Propeller des Geldes,
Staudamm, Mündung, Kanal, entschlossene Schleuse, Aorta,
Mitralkappe, Blutsturz der Zeit,
Porta Westfalica meines Seins. 

 (da Esercizi di tiptologia, 1992)  Traduzione di Theresia Prammer


Alessandro Ceni
I giganti nella stanza di mio padre
Die Riesen im Zimmer meines Vaters

Bambino nel corridoio davanti la porta
da cui soltanto si usciva
venivi a deporre con fede
pezzetti rubati alla terra,
la nuca e il collo nuovo:

generavo frasche da potature e
vegetali dai fiori dei vasi,
il duro scudo del girasole
in cui vedevi nuotare
gli animaletti in una goccia d’acqua,
sostarvi i mestieri
con la pialla e le tenaglie le
mille e mille falci della tua fine;

ma già l’astronomia delle piante e delle pietre
ruotava nello spazio dove vagando si perdeva
l’ultimo d’un intero equipaggio
e tutto era vetro e silenzio:
“Questa è la veglia, quindi”
e mi disponevo attorno
alla porta che mai si entrava
offerente tra le offerte
dono tra i doni
mentre il sonno vaporava sui miei cavalli fermi al
palo:

accendevo le torce, preparavo il bivacco
e intanto anche risalivi al puntino di luce
dal fondo della prateria cadenzando una voce,
che ti si potesse udire, di coyote;
e di voi ogni tanto al di là
io seduto e io in cammino
sentivamo un sospiro d’intelligenza profondo
di suprema melanconica conoscenza di yeti. 
Kind im Flur vor der Tür
aus der man nur heraustrat
du kamst um in Vertrauen abzulegen
Stückchen der Erde geklaut,
der Nacken und der neue Hals:

ich erzeugte Laub aus Beschnitt und
Pflanzen aus den Blumen der Vasen,
das harte Schild der Sonnenblume
in dem du schwimmen sahst
die Tierchen in einem Wassertropfen,
es ruhen die Gewerbe dort
mit der Hobel und der Zange die
tausend und tausend Sensen deines Endes;

doch schon die Astronomie der Pflanzen und der Steine
kreiste im Weltraum wo sich verirrend verlor
der Letzte einer ganzen Mannschaft
und alles war Glas und Stille:
„Dies also ist die Wache“
und ich stellte mich um
die Tür in die man niemals eintrat
Bietender unter den Angeboten
Geschenk unter den Geschenken
während der Schlaf verdampfte auf meinen regungslosen
Pferden am Pfahl:

ich zündete die Fackeln an, ich bereitete das Biwak vor
und inzwischen stiegst du auch wieder hoch zum Lichtpünktchen
aus der Tiefe der Prärie kadenzierst du einen Laut,
so, dass man dich hören konnte, von Kojoten;
und ab und zu von euch im Jenseits
ich im Sitzen und ich auf dem Weg
hörten einen tiefen Seufzer der Intelligenz
von vortrefflich melancholischer Kenntnis des Yeti. 


(da La natura delle cose, 1991) Traduzione di Daniel Graziadei


Gabriele Frasca
Dissestina
Entsestine

non le parole canto ma quei pezzi
nel disarticolarsi delle cose
con il lavoro ottuso degli attrezzi
per dirti fermo in poche strette pose
fra i cocci in cui frantumi e che disprezzi
mentre trascorri strade scivolose

mentre trascorri strade scivolose
non le parole canto ma quei pezzi
fra i cocci in cui frantumi e che disprezzi
nel disarticolarsi delle cose
per dirti fermo in poche strette pose
con il lavoro ottuso degli attrezzi

con il lavoro ottuso degli attrezzi
mentre trascorri strade scivolose
per dirti fermo in poche strette pose
non le parole canto ma quei pezzi
nel disarticolarsi delle cose
fra i cocci in cui frantumi e che disprezzi

fra i cocci in cui frantumi e che disprezzi
con il lavoro ottuso degli attrezzi
nel disarticolarsi delle cose
mentre trascorri strade scivolose
non le parole canto ma quei pezzi
per dirti fermo in poche strette pose

per dirti fermo in poche strette pose
fra i cocci in cui frantumi e che disprezzi
non le parole canto ma quei pezzi
con il lavoro ottuso degli attrezzi
mentre trascorri strade scivolose
nel disarticolarsi delle cose

nel disarticolarsi delle cose
per dirti fermo in poche strette pose
mentre trascorri strade scivolose
fra i cocci in cui frantumi e che disprezzi
con il lavoro ottuso degli attrezzi
non le parole canto ma quei pezzi

perché se in pezzi vivono le cose
solo agli attrezzi devono le pose
che tu disprezzi come scivolose
nicht wörter setzen, sondern diese teilchen
beim auseinanderfallen der weichen
im ziellosen treiben der zeichen
dich festzuhalten auf bestimmten seiten
zwischen scherben, splittern und verweisen
auf glatten straßen leise gleiten

auf glatten straßen leise gleiten
nicht wörter setzen, sondern diese teilchen
zwischen scherben, splittern und verweisen
beim auseinanderfallen der weichen
dich festzuhalten auf bestimmten seiten
im ziellosen treiben der zeichen

im ziellosen treiben der zeichen
auf glatten straßen leise gleiten
dich festzuhalten auf bestimmten seiten
nicht wörter setzen, sondern diese teilchen
beim auseinanderfallen der weichen
zwischen scherben, splittern und verweisen

zwischen scherben, splittern und verweisen
im ziellosen treiben der zeichen
beim auseinanderfallen der weichen
auf glatten straßen leise gleiten
nicht wörter setzen sondern diese teilchen
dich festzuhalten auf bestimmten seiten

dich festzuhalten auf bestimmten seiten
zwischen scherben, splittern und verweisen
nicht wörter setzen, sondern diese teilchen
im ziellosen treiben der zeichen
auf glatten straßen leise gleiten
beim auseinanderfallen der weichen

beim auseinanderfallen der weichen
dich festzuhalten auf bestimmten seiten
auf glatten straßen leise gleiten
zwischen scherben, splittern und verweisen
im ziellosen treiben der zeichen
nicht wörter setzen, sondern diese teilchen

denn wenn die dinge ihren teilchen weichen
verdanken sie ihr sein allein den zeichen
die du zurückweist weil sie zu sehr gleiten 

(da Prime. Poesie scelte 1977-2007, 2007)  Traduzione di Theresia Prammer

¬ top of page


Iniziative
5 marzo 2025
Il testo-natura. Presentazione di Semicerchio 70 e 71, Roma Sapienza.

22 novembre 2024
Recensibili per marzo 2025

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398