Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

A Est: poesia ungherese

Márton Kalász

 

Lo scrittore, poeta, giornalista e germanista un gherese Márton Kalász è nato l’8 settembre 1934 a Somberek, in Ungheria. Dal 1957 al 1970 è stato giornalista per Dorfradio e in seguito redattore presso la casa editrice Európa-Verlag. Nel 1964 ha ottenuto una borsa di studio a Berlino Est. A partire dal 1970 ha collaborato per diverse riviste ungheresi, e dal 1971 al 1974 è stato uno dei membri della Casa della Cultura ungherese. Negli anni 1991-1994 ha diretto l’Istituto di cultura ungherese a Stoccarda. Nel 2001 è stato Presidente dell’Associazione degli scrittori ungheresi.
Márton Kalász ha pubblicato oltre venticinque libri in lingua ungherese, sebbene sia di madrelingua tedesca. «Io ho due lingue» ha affermato in occasione di un’intervista per Deutschlandradio; «la mia lingua madre è il tedesco, ma la mia madrelingua intellettuale è l’ungherese». E tuttavia a tutte ante pone la propria identità artistica: «Quando si scrive, si è prima di tutto artisti, prima di tutto poeti, prosatori, e solo dopo ungheresi, tedeschi o giapponesi». Pertanto ha ragione la critica Judith Maár quando sostiene che l’opera letteraria di Márton Kalász rappresenta «il suo spazio identitario», secondo il concetto con cui Xavier Garnier intende lo spazio letterario: uno «spazio testuale fecondato dalla vita». Márton Kalász è noto anche quale traduttore dal tedesco di autori quali Günter Kunert, Franz Fühmann, Günter Grass e altri. È stato insignito di numerosi premi letterari (il premio Attila József, il premo Edizioni Európa-Verlags, il premio IBBY, il premio IRAT-Niveaupreis, il premio Sándor-Weörös e così via) e nel 1994 ha ricevuto la Croce dell’ordine al merito della Repubblica ungherese. 
 
George Guţu
 
 
 

Át a pallón
Attraverso la passerella

mintha egy báránynak kellene át - 
mennie a keskeny pallón, megriad
körülötte ég, föld, levél lüktetni kezd
fölötte a fán, a sárguló búza, a

szőlőlevél retteg: mi lesz veled? az erdő
suttog, biztat messze, mintha segítene
a bárány maga van, s kellene át - 
mennie a keskeny pallón – (mondom: így

szavak félnek fehérben, tétováznak
ha szemük volna, nézne át könyörgőn)

mintha egy bárány szánná el magát
szánná magát, átmegy a pallón, vakmerő lesz
könnyű, igaz bárány: hiába nem hisz
abban, segít, hogy tárt karral vársz odaát
come una pecorella spaventata
dovesse attraversare una passerella, stretta,
cielo e terra iniziano a pulsare,
il fogliame sopra la passerella, le spighe dorate,

i pampini tremano: che ne sarà di te? Gli alberi
del bosco sussurrano, incoraggiano da lontano,
come per aiutare – la pecorella, sola, dovrebbe
attraversare la stretta passarella – (dico: così

le parole temono, sul bianco, titubano,
se avessero occhi, guarderebbero supplicanti)

come se una pecorella decidesse
di attraversa la passarella, impavida,
lieve, una vera pecorella: non serve che non ci creda,
serve che tu mi aspetti di là a braccia aperte. 


(da Ki olvas éjszaka verset?, 1987)


Együtt, eschedében
Marianne és Günter Kunertnek

Insieme, a Eschede
(per Marianne e Günter Kunert)

közben, mondják, repedeznek a birodalmak,
az évszakok szitaszövésű
anyaga már szakadozik,
mielőtt belefekszik
bárki egy versírásra, egy szeretkezésre

értelme a beszédnek
kilenc vagy másfélezer év után,
leképeznünk egymást, itt, északon,
mint rég talán Mezopotámiában vagy Szigligeten,
Buchban; leolvasni egymás arcáról: ilyen az öröm

ez a baráti ölelés
a fogadó óráját sem ijeszti, s nem éleszti meg,
kvarcszemet sem csúsztat egy fanyar töltetű vidékbe,
szálkát sem emel a világ szemébe,
különben mi itt másból érkezünk

enni, inni csöndben, fonódni fényvető szavakba,
a tudatban: félnap ez az idő,
múló, de lehet belőle száz évig élni;
két édes nő, két férfi – lesznek, aligha így számítanak
érzelmükben még egy találkozásra
nel frattempo, si dice, gli imperi si sgretolano,
la stoffa porosa
delle stagioni ormai si strappa,
prima che qualcuno vi giaccia sopra
per scrivere una poesia, per un amplesso

il senso del discorso
dopo nove anni o migliaia cinquecento
è di farci proiettare, qui a nord,
come un tempo in Mesopotamia, a Szigliget,
a Buch, e leggere dai nostri volti: così è la gioia
questo abbraccio amico
non spaventa, la clessidra dell’oste non accelera,
non un granello di quarzo scivola nella campagna aspra,
non una scheggia entra nell’occhio del mondo,
d’altronde noi veniamo da qualcos’altro

mangiare, bere, presi in parole luminose,
nella certezza: questo tempo, mezza giornata,
transitorio, ma di cui puoi vivere cent’anni;
due donne deliziose, due uomini – esisteranno ancora, e
anche i sentimenti contano ancora su un incontro  

(da Rejtek, 1990)


Krétakör
Cerchio di gesso

Mivé léssz, kis népek hazája?
Úton vagyunk; és szomorú,
mindig magányos nyelved kering,
téli madárhad, koponyánkban.

Nap tűz; minden a csikorgásig
dermedt, üres, fehér - 

s íme, a madarak rívatlanul
rajzolják, önként, az örökkévalónak
vésett szánutak, autónyomok,
nyílt ólak, árván fölnéző vadászok,
költők, üzemek, kocsmából többé
ki nem érkező háromkirályok
fölé, úristen,
amúgy is bezárult
életünkhöz: a krétakört.
Cosa diventerai tu, patria di piccoli popoli?
Noi: in viaggio. Ma la tua lingua sempre triste
e solitaria vaga
nelle nostre teste: stormo di uccelli in inverno.

Il sole splende; tutto è intirizzito
vuoto, bianco, stridore –

Ma ecco: gli uccelli da soli, non richiesti,
sopra la pista della slitta incisa per l’eternità,
sopra le tracce delle macchine e le stalle aperte
e il cacciatore che d’improvviso guarda in alto,
sopra fabbriche, poeti, e re magi
che non escono più dalle taverne,
oddio,
ecco che con le loro vite ormai decise
tracciano: il cerchio di gesso.

(da Változatok a reményre, 1967)


Impromptu

Impromptu

 Ki se dugni a képem, mint Chopin,
tomboljanak a szobákban szeretteim,
gyűlöljenek a réten, hol a topolyákba
hevült kiáltozásuk úgy belefonódva,
mint szalag a hajba – maradni idebent,
írni, kitalálni rövidke verseket,
makacsul verseket, se Franciaországnak,
se Lengyelországnak: a kettő végül is
bennük majd egymásban azonosítható -
hol a hazám? ahova verseim
jól készülnek, hogy héjukban idehaza
érzem magam; képeikben a táj: topolyafák
átfénylenek, koronájuk kiáltozás -
úgy, hogy ki se kell már fáradnom értük.
Non metto il naso fuori, come Chopin,
che si scatenino pure i miei cari nelle stanze,
che mi vogliano sul prato, dove le loro grida alte
s’intrecciano nei pioppi,
come nastri nei capelli. Restare dentro,
scrivere, meditare comporre poesie, brevi,
sempre e solo poesie, né per la Francia,
né per la Polonia: poiché alla fine nei versi
si potranno entrambe riconoscere, prova l’una dell’altra -
la mia patria, dov’è? Ovunque le mie poesie
prendano forma; nelle coppe dei versi mi sento
a casa, nel paesaggio delle immagini: pioppi
luminosi, fronde fruscianti,
cosicché neanche per loro devo uscire ormai. 

(da Az imádkozósáska, 1980) Traduzioni dal tedesco di Monica Lumachi


¬ top of page


Iniziative
5 marzo 2025
Il testo-natura. Presentazione di Semicerchio 70 e 71, Roma Sapienza.

22 novembre 2024
Recensibili per marzo 2025

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398