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POESIA CLASSICA E TARDOANTICA
a cura di Gianfranco Agosti
 
La Lirica Greca. Temi e Testi, a cura di Camillo Neri, Roma, Carocci 2004, pp. 309, € 21,40, ISBN 88-430- 2841-1
Lirici Greci. Antologia, a cura di Enzo Degani e Gabriele Burzacchini, II edizione, aggiornamento bibliografico a cura di Massimo Magnani, Bologna, Patron 2005 (Eikasmos, Studi 11), pp. 386, € 28,00, ISBN 88-555-2840-8
Fragmentum Grenfellianum (P. Dryton 50), introduzione, testo critico, traduzione e commento a cura di Elena Esposito, Bologna, Patron 2005 ((Eikasmos, Studi 12), pp. 210, ISBN 88-555-2879-3
SAFFO, Più oro dell’oro, traduzione e cura di Rosita Copioli, prefazione di Giuseppe Conte, Milano, Medusa 2006, pp. 150, € 15,00, ISBN 88-7698-048-2
 
L’inesausto interesse per la lirica greca, un fenomeno che va ben al di là del ristretto pubblico degli antichisti («una fonte cui, dall’Atene periclea a Hollywood, si è sempre abbeverato l’Occidente», Neri p. 18), passa senza apparenti danni attraverso qualsiasi tentativo decostruzionista, schiva con destrezza i residui attacchi alla personalità poetica e all’io (che del resto è accusata di aver inventato) e approda al terzo millennio con il conforto di un’attività editoriale effervescente e di alto livello.
Un vero avvenimento è senz’altro la ristampa di una delle più importanti antologie commentate di poesia lirica prodotte in Italia: i Lirici Greci di Degani-Burzacchini, apparsa la prima volta nel 1977 e più volte ristampata (è stata anche un fortunato testo scolastico e universitario), ma da anni ormai fuori mercato. Ordinata per generi (giambo, elegia, lirica monodica, lirica corale) e all’interno di questi per autori (da Archiloco fino a Pindaro), la selezione di Degani e Burzacchini, oltre a essere molto ampia e rappresentativa, presenta per ogni frammento una corposa introduzione e un commento dettagliato, di grande raffinatezza filologica e di sicura scelta nell’interpretazione letteraria, traboccante ad ogni pagina di novità esegetiche (che spesso sono divenute opinione vulgata). La freschezza delle letture non è stata affatto intaccata dai trent’anni dalla prima edizione: e anzi il rigore del commento costituisce un sussidio ancor più valido contro le derive estetizzanti, che in questo settore hanno causato non pochi danni specie in Italia. Poiché i «classici non si aggiornano», opportunamente è stata aggiunta una appendice, curata con grande acribia da Massimo Magnani, in cui si trova per ogni testo la ricca bibliografia posteriore, che dimostra – inter alia – quanto negli ultimi decenni lo studio della lirica greca sia stato al centro dell’attività degli studiosi.
A questo monumento di filologia fa da degno contrappunto il volume di Camillo Neri (allievo del resto di Degani e Burzacchini), concepito come una vera e propria introduzione alla poesia lirica arcaica per il grande pubblico. Di qui la scelta di rinunciare del tutto al greco: dei testi è data solo la traduzione italiana, peraltro molto rigorosa e rispettosa della situazione dell’originale anche nel caso di testi frammentari (ad es. il testo 89, Stesicoro), così che anche il lettore non specialista può farsi immediatamente un’idea di come ci siano giunti certi frammenti (e della difficoltà di ricostruirli e interpretarli). Anche Neri ha adottato la divisione per generi e all’interno di essa, per autori; ogni testo è preceduto da una introduzione che informa in modo succinto, ma mai sbrigativo, sui problemi esegetici e talora offre anche soluzioni nuove; il curatore riesce sempre a fornire un quadro esauriente dell’attività di ogni poeta (particolarmente felice è tutta la sezione sulla lirica corale). La traduzione, oltre alla correttezza filologica, riesce ad essere di grande leggibilità e a restituire bene il tono dell’originale, com’è il caso – ad es. – dei frammenti di Ipponatte (pp. 177-186: un esempio il buffonesco e magniloquente testo 47 = fr. 48 Degani «abbandonerò ai mali l’anima singhiozzante / qualora non mi mandi al più presto un medimno / d’orzo, perché io possa con la farina farmi / da bere un ciceone, rimedio alla miseria»); oppure dei cosiddetti carmina popularia (raramente presenti nelle antologie), versi di circostanza, dedicati a feste, giochi, occasioni della vita quotidiana (pp. 277- 282: fra questi una frizzantina ‘alba’ locrese, di contenuto ben diverso da certe successive albe epigrammatiche e romantiche: «Ehi, che t’accade [non è chiaro se la donna si rivolga all’amante o a una sua precisa parte], non tradirci, ti scongiuro / prima che quello [il marito] torni, salta su, / che un qualche grande male non ti faccia, / e a me, la sventurata. / Ecco, si è fatto giorno ormai: non vedi / la luce che attraversa la finestra?»). All’antologia di testi Neri ha premesso un importante saggio (pp. 23- 121), in cui vengono illustrate le complesse problematiche relative a un inquadramento storico-culturale del fenomeno lirico nella Grecia arcaica: le occasioni della performance (non si deve mai dimenticare, leggendo questi testi, che si trattava di componimenti fatti per essere recitati, con l’accompagnamento musicale, sia in occasioni simposiali private che in occasioni pubbliche, feste, nozze, agoni etc.; niente a che fare, insomma, con l’intimismo cui noi moderni associamo il concetto di lirica), il ritmo e la metrica, i generi e la loro distribuzione geografico-linguistica, la grande varietà tematica e la funzione sociopolitico della lirica. E per finire, un ultimo, denso capitolo con una storia della fortuna dei lirici greci dall’Antichità al Novecento.
Accanto a queste due antologie, due singoli poeti: Elena Esposito ha fornito una splendida edizione filologica, con ricca introduzione e nutrito commento, di uno dei testi più famosi della lirica ellenistica, il cosiddetto Fragmentum Grenfellianum, noto anche come Lamento dell’esclusa, il canto scenico di una donna innamorata abbandonata. Un testo non facile a interpretarsi, che ha suscitato molte discussioni anche in merito alla sua struttura metrica e ai rapporti con la metrica plautina, e che Esposito delucida in tutti i suoi aspetti, apportando molte novità interpretative (che si spera troveranno ben presto riflesso nelle edizioni scolastiche e divulgative).
Rosita Copioli ha invece dato una nuova traduzione di Saffo (un’ampia scelta dei frammenti più leggibili), accompagnandola con un commento che unisce osservazioni tecniche (sulla tradizione, l’interpretazione e la metrica) ed esegesi assai fine, soprattutto rivolta alla presenza del mito nella poetessa di Lesbo. In fondo al volume una bella lettura complessiva, che insiste sul linguaggio e sulle immagini di Saffo, la sua concezione della Memoria, della Grazia e dello Sbigottimento, ipostasi della Poesia. Se pur talora Copioli indulge un po’ all’‘estetica del frammento’, la sua traduzione è comunque molto bella, attenta a restituire i toni (e i sottintesi) del greco, con risultati sorprendenti anche in testi conosciutissimi: ad es. il fr. 2, o il fr. 4 (eccone i vv. 1-8: «dicono alcuni che sulla terra nera sia la cosa / più bella un esercito di cavalieri, / altri di fanti, altri di navi, / io invece / quel che uno ama. / È così facile farlo capire / a chiunque; perché colei che superò / ogni umana bellezza, Elena, lasciò lo sposo / che era valente...»), o il fr. 26 («come la dolce mela in cima al ramo s’invermiglia / in cima alla sua cima: l’obliarono i coglitori, / no, non l’obliarono, ma non poterono giungervi»); e vinta mi pare anche la «sfida dalla quale si torna sconfitti» dell’ode fr. 6, ‘tradotta’ già da Catullo e poi affrontata da tutti i più grandi poeti e interpreti moderni (un piccolo saggio comparativo accompagna il commento a questa poesia): vv. 1-6 «Proprio sorte pari agli dèi ha per me / quell’uomo, che ti specchia rapito, / vicino, e la voce soave / ti assorbe / e il riso amoroso: e questo / mi atterrisce dentro il petto il cuore». Una novità è infine la traduzione del nuovo componimento da poco scoperto (vd. più oltre): 16 «Voi amate, ragazze, i bei doni delle Muse cinte di viola, / è la vostra ora, prendete la lira melodiosa per il canto, / a me la pelle che era così tenera la vecchiaia ha / devastato e da neri i capelli sono divenuti bianchi, / e greve si è fatto il cuore, e non reggono i ginocchi, / che volavano danzando come cerbiatti; / ora gemo sovente: ma cosa potrei fare? / Non invecchiare per l’uomo è impossibile; / così di Titone dicevano che Aurora braccia di rose / salì per amore sulla coppa del sole, portò ai confini della terra / lui, che era bello e giovane, eppure col tempo lo afferrò / la vecchiaia grigia, sebbene avesse la sposa immortale».
La lirica greca non finisce di donarci i suoi tesori. I papiri egiziani, che nel corso degli ultimi cento anni hanno rivoluzionato la nostra conoscenza della letteratura greca, hanno recentemente restituito due nuovi testi, i resti (più di 20 vv.) di un’elegia di Archiloco (P. Oxy. 4708, edito da D. Obbink), a soggetto mitologico, probabilmente parte di un componimento politico-militare più ampio (si parla di codardia, introducendo un paragone con gli Argivi sconfitti da Telefo, re della Misia); e un nuovo poema completo di Saffo (P. Köln 21351, edito da M. Gronewald e R. Daniel: esso completa il testo fortemente mutilo che già si conosceva da un altro papiro e dà la certezza che il componimento è intero: la traduzione di Copioli, sopra riportata, è condotta secondo il testo stabilito da V. Di Benedetto), in cui la poetessa parla con serena rassegnazione della propria vecchiaia, delle membra stanche e delle ginocchia che non danzano più agili come cerbiatti: un destino a cui nessuno può sfuggire, neppure Titono l’amante reso immortale dell’Aurora. Testi di cui ci auguriamo che prossimo «Semicerchio» possa ospitare una presentazione più ampia; intanto per le questioni ecdotiche e filologiche si può vedere l’attenta rassegna di A. Nicolosi, Recuperi di lirica greca arcaica da papiro, «Atene&Roma» n.s. 2005, 80-94.
[G.A.]
 
 

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Iniziative
5 marzo 2025
Il testo-natura. Presentazione di Semicerchio 70 e 71, Roma Sapienza.

22 novembre 2024
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19 settembre 2024
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19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
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Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

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16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
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11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

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Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

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