« indietro POESIA FINLANDESE a cura di Lorenzo Amato
«Considering all the talk about poetry’s ‘critical situation’ and its ‘marginalization’, it is surprising to see how much poetry is being published in Finland, both in Finnish and Swedish. No less surprising is the fact that so much of it is excellent» (Peter Mickwitz, direttore del Finnish Literature Forum in «Books from Finland » 2 (2000), p. 91).
In Finlandia sono due le lingue ufficiali, finlandese e svedese. Ad esse si deve aggiungere il saami, lingua lappone parlata nel nord del paese dai saami, popolo in parte ancora legato alle sue antiche tradizioni nomadi. La notevolissima vitalità della poesia finlandese si esprime in tutte e tre le lingue. Anche se questa sezione della rivista si occuperà della poesia in lingua finlandese, non possiamo comunque non ricordare che in svedese, lingua che per secoli fu l’unica usata dalle élites culturali del paese, si è espressa e tuttora si esprime una letteratura di grande valore, cosiddetta finnosvedese. E d’altronde sono in svedese le opere del poeta nazionale finlandese, J. L. Runeberg (1804-77). La lingua finlandese iniziò invece ad essere percepita come lingua di cultura solo a partire dal XIX secolo, grazie al recupero e allo studio della grande tradizione orale finnica operato da Elias Lönnrot (cfr. l’antologia Kanteletar: raccolta di liriche popolari finniche, a c. E. Lönnrot, traduzione di Renzo Porceddu, Turku, I. e B. Casagrande 1992) e al suo poema epico Kalevala (traduzione italiana a cura di Paolo Emilio Pavolini, Firenze, Sansoni 1910 [1984]), basato sull’antica mitologia finnica. I grandi poeti della generazione successiva, vissuti fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Eino Leino (1878-1926), Otto Manninen (1872-1950), V. A. Koskenniemi (1885-1962), L.Onerva (1882-1972), seppero forgiare una lingua poetica che divenne patrimonio di una nazione, quella finlandese, che proprio in quel periodo andava definendo in tutti i campi artistici la propria identità culturale in contrapposizione ai vecchi e nuovi dominatori, rispettivamente la Svezia e la Russia zarista. Di questo periodo, cosiddetto nazionalromantico e considerato la prima età dell’oro della cultura della Finlandia, sono celeberrime le illustrazioni del Kalevala di Axeli-Gallen Kallela (1865-1931), palese tentativo di ricostruzione di un olimpo figurativo finlandese da affiancare alle raffigurazioni delle mitologie classiche e scandinave. All’indipendenza dalla Russia (1917) seguì l’esperienza dei Portatori del fuoco (Tulenkantajat), gruppo di poeti che si riunì negli anni ’20 attorno alla rivista Forza Giovane (Nuori Voima), e che col suo irrazionale vitalismo costituì una variante finlandese dei movimenti vitalistici paneuropei. Una ‘seconda età dell’oro’ della poesia si ebbe a partire dagli anni ’50, quando attorno alla rivista Il Parnaso (Parnasso), si raccolse un gruppo di giovani autori che fondò il modernismo finlandese. Fra di essi ricordiamo soprattutto Eeva-Liisa Manner (1921-1995), Paavo Haavikko (n. 1931), Pentti Saarikoski (1937-1983). Dopo un periodo di impero della poesia dissidente o underground, gli anni ’70 e ’80, nel corso degli anni ’90 un gruppo di giovani autori ha saputo rivitalizzare la rivista Forza Giovane e recuperare il messaggio del modernismo finlandese degli anni ’50-’60. Di questa ‘terza età dell’oro’ tratteremo più diffusamente sotto nella rubrica ‘riviste’ nelle recensioni di Nuori Voima e Mot-Mot. A questi poeti e alla loro portata innovativa sulla cultura finlandese è dedicata la nuovissima antologia italiana Quando il sole è fissato con i chiodi. Poeti finlandesi contemporanei, a c. Antonio Parente e Viola Parente-Capkova, Milano, Asefi 2002, della quale ci occuperemo nel prossimo numero di questa sezione (a Viola Parente-Capkova si devono le definizioni di seconda e di terza età dell’oro a proposito dei suddetti periodi). Altre meno recenti antologie di poesia finlandese a disposizione del pubblico italiano sono Il dirigibile Italia, antologia di poeti contemporanei finlandesi, cura e traduzioni di Sirpa Hietanen e Sebastiano Vassalli, El Bagatt, Bergamo 1985, senza testo originale a fronte; Il ghiaccio e il fuoco, poesia del Novecento Finlandese, Napoli, ed. Guida 1986, che rappresenta egregiamente tutte le correnti poetiche del ‘900 sia finlandesi che finnosvedesi; Finlandia raccontata dalle donne, antologia dei canti popolari, a cura di Paula Loikala, Bologna, CLUEB 1994, che si concentra sulla poesia femminile tradizionale di derivazione orale; Il nord come destino liriche finlandesi moderne al femminile, a cura di Paula Loikala, Bologna, CLUEB 1996, che invece ha al suo centro la poesia femminile del secondo ‘900; e Sei voci finniche, a cura di Giorgio Pieretto, in «In forma di parole», Bologna, Associazione culturale «In forma di parole» 2 (2000), interessante indagine sulle influenze e le riletture del mondo classico in autori finlandesi contemporanei. Per quanto riguarda la poesia in lingua saami, unica antologia italiana è Canti Lapponi, a cura di Giorgio Pieretto, Venezia, Università degli Studi di Venezia 1992, che delle lingue native della Lapponia pubblica, purtroppo senza testo a fronte, sia canti tradizionali che poesie della assai recente tradizione scritta. Ad eccezione delle opere di Lönnrot (cfr. sopra), tutte le monografie italiane di poeti finlandesi sono dedicate a poetesse: Eeva Kilpi, Saluti, poesie, scelta e traduzionedi Gisa Casarubea e Andrea Perruccio, Salerno, Galzerano 1987; Eeva-Liisa Manner, Sulla punta delle dita, Poesie dal 1956 al 1977, a c. M. A. Ianella-elenius, Napoli, Filema 2001, recensita in questa sezione; e infine le due raccolte dedicate alla poetessa finnosvedese Edith Södergran, La luna e altre poesie, a cura di Daniela Marcheschi, Pistoia, Via del Vento 1995 (1997), e Giardino dolente, cura e traduzioni di T. Haapiainen, Napoli, Filema 1996.
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