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BOOKS FROM FINLAND (abbreviata Bff, www.lib.helsinki.fi/bff, email: bff@helsinki.fi), 2, anno 2002, rivista trimestrale in lingua inglese pubblicata dalla Biblioteca Universitaria di Helsinki, P. O. Box 15 (Unioninkatu 36), FIN-00014 University of Helsinki, Finland.

 

La rivista offre a un pubblico internazionale un vasto panorama della cultura finlandese, tramite recensioni di opere poetiche o in prosa, ma anche di saggistica, opere cinematografiche, fumetti, e più in generale di tutto quanto abbia a che vedere con la Finlandia contemporanea. In ogni numero è contenuta una sezione dedicata a una nuova raccolta poetica, con una scelta di poesie presentate in traduzione inglese (purtroppo senza testo originale a fronte). Precede sempre un’accurata biografia del poeta e un saggio o un’intervista, pensati sempre per un pubblico non esperto della realtà letteraria finlandese. La rivista ha avuto nel tempo importanti redattori: fra i più celebri ricordo Kai Laitinen docente di letteratura finlandese presso l’Università di Helsinki, già direttore di Parnasso e autore di La letteratura finlandese, un breve profilo, Helsinki, Otava 1995, disponibile anche in italiano; e Jyrki Kiiskinen, un tempo collaboratore di Forza Giovane e noto poeta, già considerato un classico moderno della cultura finlandese.

Segnalo, scelti fra i numeri più recenti, il contributo di Peter Mickwitz, direttore del Finnish Literature Forum (www.kaapeli.fi/flf), sito internet dedicato alla letteratura e alla cultura finlandesi, che su Bff. 2 2000, pp. 93-104), costituisce e commenta una piccola antologia di nuovi poeti finlandesi e finnosvedesi. Di ognuno dei quattro poeti selezionati, Ralf Andtbacka (n. 1963), Panu Tuomi (n. 1968), Markku Paasonen (n. 1967) e Hannele Huovi (n. 1949), è presentata un scelta di tre-quattro componimenti. Forza e originalità mostra la raccolta La Rete (Verkko) di Paasonen (uno dei direttori di Forza Giovane), di cui Mickwitz scrive: «In Paasonen’s case, the title does not refer only to the intricate weave or web that a good book of poems always is, but also to the sea, which appears ever-present in his poetry. [...] The abundance of things, objects, is another prominent feature of Paasonen’s work.» Questi tratti sono ben illustrati dalla poesia Vermeer: the Kitchen Maid: «A great painting does not require a great subject, / kings in pantyhose, the Peace of Westphalia. / The kitchen maid pours milk in a bowl, and soon / the canvas brims with self-radiant liquid / in which the morning and chunks of bread float. [...]» (le traduzioni inglesi sono di A. Hollo, noto poeta e voce autorevole della redazione della rivista).

Di estremo interesse sono anche gli articoli pubblicati in Bff 4 2001, pp. 264- 284, in occasione del centenario della nascita di una delle più amate esponenti del movimento dei Portatori del Fuoco (Tulenkantajat), Katri Vala (1901-44). Il primo contributo, a cura di Vesa Mauriala, ricostruisce l’infanzia della poetessa e il suo incontro con il movimento dei Portatori del Fuoco. Enough is Enough è il significativo titolo del successivo saggio, a cura di Leena Krohn, nota e prolifica scrittrice (di lei Giorgio Pieretto ha tradotto due racconti nella già citata antologia Sei voci finniche; le sue opere più famose sono presenti in traduzione inglese sul sito www.kaapeli.fi/krohn), che stronca decisamente l’opera della Vala scrivendo: «I am sure her passion (Katri Vala era pacifista, femminista, e impegnata nel sociale, ndc) was genuine and truly experienced, but the writer did not have the capacity to communicate this authenticity to her readers». A mio avviso in questo giudizio negativo viene ignorata l’esatta e spesso toccante sensibilità paesaggistica della poetessa; ne sono eccellente esempio le prime due strofe di Prima neve (Ensi lumi), qui presentate in inglese nella traduzione di Herbert Lomas per Bff; First snow: «I’d forgotten the whiteness / as I looked at the heavy coulours of autumn / and one morning the white was there before me. // I stood with astonishment, silenced. / On my face a soft flake resolved / into a cool scent, / and the peace of the white space / flowed into my soul like a liquor». Sia la traduzione inglese sia quella italiana (di Tommaso Pisanti, in Il ghiaccio e il fuoco, cit. p. 33, il testo finlandese finlandese è a fronte) riescono a riprodurre l’impressione di candore e dolcezza dell’originale. Forse più suggestivo è il testo inglese laddove traduce juoma con liquor; e liquore sarebbe, in italiano anche più che in inglese, un ottimo equivalente di juoma per espressività e musicalità; la scelta di Pisanti, bevanda, è d’altronde più fedele alla lettera.

 

 

PARNASSO («Il Parnaso»), 4 2002, rivista trimestrale della Yhtyneet Kuvalehdet OY, Maistraatinportti 1, 00015 KUVALEHDET, Helsinki.

 

«Il Parnaso», fondata nel 1951 con il dichiarato intento di diventare il punto di riferimento per tutta la cultura letteraria finlandese, non presentò mai un manifesto poetico-letterario, preferendo ospitare correnti artistiche fra loro diverse ed essere quindi luogo ideale del dibattito culturale nazionale. Ciò non impedì alla rivista di divenire il fulcro del modernismo degli anni ’50, pubblicando autori come Lauri Viita, Paavo Haavikko, Kirssi Kunnas, e altri; e, nel 1957, l’importantissimo articolo La poesia moderna (Moderni Runo) di Eeva-Liisa Manner, senza dubbio l’esponente più nota del movimento (vedi recensione sopra). Fra i direttori storici della rivista ricordiamo il già citato Kai Laitinen, che ebbe ruolo non secondario nel promuovere molti degli autori poi divenuti celebri. A distanza di mezzo secolo dalla sua fondazione, «Il Parnaso» è considerato un vero e proprio monumento della cultura finlandese: praticamente tutti i grandi nomi della letteratura contemporanea finlandese hanno contribuito con articoli, interviste, anticipazioni e collaborazioni a rendere «Il Parnaso» il crocevia di esperienze anche diversissime, e, per lo studioso, un ricchissimo repertorio di notizie sugli autori della seconda metà del Novecento. Le quattro uscite annuali sono tuttora ricchissime di estratti da raccolte di poesia e di prosa di autori noti e meno noti, di recensioni e saggi di letteratura finlandese e internazionale, e di esaustive interviste ai maggiori autori contemporanei, nonché articoli e interventi degli autori stessi.

Nelle annate più recenti si sono succeduti contributi di notevole importanza: importanti saggi e autocommenti di noti scrittori quali Lassi Nummi (Parole di pioggia, 3, 2000 pp. 249-50), Risto Ahti (Credo quia absurdum, 2, 2001, p. 198), Antti Tuuri (Sulla nordicità, 2, 2002, pp. 129-32) si sono alternati a vaste selezioni di poeti fra loro assai eterogenei, quali, per fare solo alcuni nomi, lo stesso Risto Ahti (2, 2000 pp. 144-146), Lassi Kämäri (Dedicato a Erno Paasilinna, 3, 2001, pp. 327-9), Eira Stenberg (La libidine della terra, 4, 2001, pp. 436-42), Risto Rasa (poesie fuori serie, pp. 175-176), Heeli Laaksonen (Uussi runoi-Nuove poesie, 2002, II, pp. 177-182).

Mi è parso comunque doveroso trattare più diffusamente del saggio-autobiografia che Arto Melleri, notissimo esponente del modernismo finnico, dedica alla propria opera: l’articolo, intitolato Continuiamo gli esperimenti (Jatkamme harjoituksia), scritto dopo un gravissimo incidente di auto, mostra tutta l’inquietudine e l’ironia che Melleri si è sempre portato dentro. Fra le numerose poesie commentate dall’autore Quel ragazzo (Se poika) appare particolarmente significativa per come le suggestioni autobiografiche si conciliano al desolante ritratto di una generazione, quella del dopoguerra, cresciuta nel fango: «Quel ragazzo che sempre aveva le unghie sporche / che sempre aveva i capelli scarmigliati sugli occhi/ quel ragazzo mangiava gesso, beveva inchiostro [...]». Quel ragazzo, nel rude e quasi caricaturale realismo di alcuni passaggi, come quando «durante l’intervallo dietro la catasta / pianificava di disegnare la più grande / immagine di fica del mondo, grande come un campo di baseball» è un’elegia crepuscolare che origina da un dolore mascherato ma non cancellato dall’ironia. E per quel ragazzo della Finlandia che fu emerge fortissimo un affetto commosso: «in primavera cadeva in un fosso [...] / ma non piangeva. Non quel ragazzo / lui aspettava che il sole asciugasse i suoi pantaloni, / i suoi unici. Quel ragazzo».

Nel numero 4 del 2002, l’ultimo uscito, segnalo rapidamente le poesie-aforismi di Paavo Haavikko, la lunga poesia Groenlandia (Grönlanti) di Kari Aronpuro, divertente mescolanza di lingue e linguaggi diversi, le sentenze poetiche di Toivo Laakso intitolate Il tempo che rimane (Pysyvään aikaa), e gli aforismi di Lassi Kämäri. Interessanti anche le traduzioni poetiche da Miklós Radnóti (Hannu Launonen), Georg Trackl (Markku Into) e Wisława Szymborska (Martti Puukko), e i saggi su Cristina Wolf (di Rauni Paalanen) e sulla situazione politica in Russia con la divisione fra correnti conservatrici filo-slave e correnti filo-occidentali, a cura dello scrittore russo Vladimir Jermakov (traduzione e introduzione di Marja-Leena Mikkola).

 

 

NUORI VOIMA («Forza giovane»,; www. k a a p e l i . f i / nv l / l e h t i . h t m l ,  nvl@nuorenvoimanliitto.fi), 4-5 (autunno) 2002 rivista bimestrale di cultura a cura della Unione della Forza Giovane (Nuoren Voiman Liitto, http:// www.kaapeli.fi/nvl/nuorivoi.html), Iso Robertinkatu 29-31 A 4, 00120 Helsinki.

 

«Forza giovane» è una vecchia gloria della letteratura finlandese: fondata nel 1908 a scopo didattico-pedagogico la rivista affrontava temi di divulgazione scientifica e letteraria destinati all’educazione di un pubblico giovanile, futura élite culturale e politica finlandese. Solo successivamente iniziò a pubblicare poesie di autori giovani e poco conosciuti, alcuni dei quali (un nome significativo è Katri Vala) diedero vita negli anni ’20 al movimento dei Tulenkantajat, i Portatori del fuoco. Con il passare dei decenni la rivistaha mutato formato e intenti: rimasto per lungo tempo ai margini della vita culturale del paese, conobbe una nuova vitalità nel corso degli anni ’90, quando divenne il punto di riferimento della nuova Unione della Forza Giovane, intenzionata a scuotere un mondo culturale la cui portata innovativa si andava sempre più perdendo negli anni della ricchezza finlandese, i decenni ’70 e ’80. Significativo quanto scrive Jyrki Kiiskinen, vero e proprio corifeo dell’Unione della Forza Giovane e vincitore nel 1992 di un premio per il rilancio della rivista: «Una poesia apertamente impegnata per il sociale non ha un’incidenza sociale. Una poesia importante, da un punto di vista sociale, è quella che presenta diversi livelli. Fa meditare e, per questa ragione, è radicale » (trad. Antonio Parente). Kiiskinen fu co-redattore della rivista dal 1991 al 1994. Attualmente «Forza giovane» è una delle espressioni di punta della cultura finlandese, non solo giovanile. Particolarmente attenta a quei movimenti e autori europei (prevalentemente francesi) e americani che invece erano trascurati da «Il Parnaso», rivista più rappresentativa dell’establishment culturale della Finlandia (e infatti con «Il Parnaso» si instaurò all’inizio degli anni ’90 una polemica assai significativa), l’Unione della Forza Giovane è riuscita nell’intento di dare alla poesia una visibilità, anche su quotidiani nazionali, che in Finlandia non aveva mai avuto. Anche a «Forza giovane» si deve la straordinaria diffusione di cui gode attualmente la poesia in questo paese, quasi pari, per volumi venduti, e malgrado la sproporzione demografica, alla situazione francese. I curatori della rivista proposero e portarono avanti (e in parte portano avanti tuttora) un programma di recupero della ricerca stilistica e linguistica dei maggiori poeti del modernismo finlandese degli anni ’50, senza tralasciare un interesse al sociale precedentemente delegato alla cultura sostanzialmente autoghettizzante dei movimenti underground.

Ogni numero della rivista sviluppa un tema specifico, riportato in copertina come titolo, tramite saggi e traduzioni da autori celebri e meno celebri, e tramite poesie inedite. Anche grazie al grande formato della rivista, notevole rilievo è dato all’aspetto grafico e ad all’impaginazione, spesso di grande impatto: foto e disegni, affiancati ma più spesso usati come sfondo di articoli e testi presentati, divengono parte integrante della proposta culturale di una rivista nella quale le varie arti si fondono per veicolare un messaggio di movimento intellettuale continuo e inarrestabile.

Nel corso delle ultime annate i temi della rivista sono stati: nel 2000 vol. 1 Eläin (Animale), vol. 2 Oikeudenmukaisuus (Giustizia), vol. 3 70-luku (Gli anni ‘70), vol. 4-5 Tekhne, vol. 6 Ironia; nel 2001 vol. 1 Sukupuoli (Sesso), vol. 2 Paha (Il Male), vol. 3 Ruotsi-Suomi (Svezia-Finlandia), vol. 4-5 Avantgarde, vol. 6 Nihilismi (Nichilismo); nel 2002 vol. 1 Virta (Corrente), vol. 2 Barokki (Il barocco), vol. 3 Runous (Poesia), vol. 4-5 Pop.

Fra i contributi più interessanti segnalo rapidamente in 70-luku un articolo su Pasolini regista e critico, intitolato Pasolini, la crisi degli anni ’70 e la comunità futura; le arti contemporanee in Avantguarde; e nuove poesie di Marja Autio in Eläin, di Mikko Rimminen in Oikeudenmukaisuus e in Ironia, di Eino Santanen in Paha, di Tuomas Timonen in Ruotsi-Suomi e di Aki Salmela in Nihilismi.

Nel numero 4-5 del 2002, Pop, l’ultimo pubblicato, vari interventi e traduzioni cercano di definire cosa sia la cultura di massa, sia da un punto di vista sociologico che più prettamente artistico. Significative le traduzioni da Theodor W. Adorno (Il modello della cultura di massa) e Samuel Weber (Televisione: Schermo e Strumento); e i saggi Arte, kitsch e pop di Tuomas Nevanlinna, La verità del pop: Be here now! di Ari Hirvonen, e La critica pop, Jarvis Cocker e l’irraggiungibile di Antti Nylén. Di Lauri Otonkoski è il contributo Africa: poesie e traduzioni, che include opere originali e traduzioni del noto poeta.

 

 

MOTMOT 2001, rivista annuale a cura dell’Unione della Forza Giovane e del Club dei poeti vivi (Elävien runoijlioiden klubi, www.kaapeli.fi/nvl/erk.html), pubblicata da WSOY, Bulevardi 12-14, POB 222, FIN-00121, Helsinki.

 

«MotMot» costituisce una sorta di annuario poetico di «Forza Giovane»: a partire dal 1994 infatti si è sentito il bisogno di creare questa nuova rivista come vero e proprio almanacco di una produzione in forte crescita di pubblico e di partecipazione (il Club dei poeti vivi conta più di mille iscritti). Alla direzione di questa rivista si sono alternati molti dei poeti più conosciuti di «Forza Giovane», a patire da Jyrki Kiiskinen e Lauri Otonkoski curatori del primo numero fino a Jouni Inkala e Juha Siro, curatori dell’ultimo volume finora pubblicato, il 2001. Le poesie di Kiiskinen, Otonkoski, Sinervo, Katajavuori, Peura, Ahvenjärvi, Kontio, Heikkonen e Inkala, autori che si sono alternati alla direzione della rivista, sono pubblicate nella già citata antologia Quando il sole è fissato con i chiodi: incentrata proprio sui poeti di «Forza Giovane» e di«MotMot» l’antologia di Antonio Parente  e Viola Parente-Capkova, della quale ci

occuperemo prossimamente in questa sezione, è probabilmente il miglior approccio a questa interessantissima e ancora vitale generazione di giovani poeti. Jouni Inkala e Riina Katajavuori, sono pubblicati anche in Sei voci finniche, in «In forma di Parole», a cura di Giorgio Pieretto, cit.

Nell’ultimo numero pubblicato la rivista propone poesie e prose liriche di 17 diversi autori; di essi, oltre ai noti Jouni Inkala e Juha Siro, direttori del volume, cito solo Seppo Lahtinen, autore del breve brano qui riportato in chiusura di sezione:

 

[...] senza la poesia

nulla abbiamo

che meriti di essere letto.

 

Poesia è prendere rischi,

andare alla deriva della follia.

 

(L. A.)


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