« indietro KAMEN’, rivista di poesia e filosofia, a. XII, n. 22, giugno 2003, redazione c/ o Amedeo Anelli, viale Vittorio Veneto 23, 26845 Codogno (Lodi). E-mail: amedeo.anelli@libero.it
Questo numero offre al lettore il suo dono più prezioso nella sezione «Critica». Qui si pubblicano infatti alcuni capitoli della tesi di laurea di Giuseppe Pontiggia, dedicata a La tecnica narrativa di Italo Svevo; un’analisi tutt’altro che accademica, pur contenendo le rituali rispettose citazioni di autorità («il Maier ha esaurientemente accertato...»), ma condotta tutta da scrittore (l’anno della discussione, il 1959, è del resto anche quello del primo libro, La morte in banca), anche on accenti di segreta immedesimazione (il dissenso nei confronti di chi liquidava la lingua sveviana definendola «il linguaggio scolorito e approssimativo degli impiegati di banca»). Apprezzabile e coraggiosa, nella sezione «Poesia», la scelta di limitare la presentazione di testi ad una sola proposta forte, in questo caso la poetessa danese Inger Christensen, ben servita da una scelta ampia di testi a cura e nella traduzione di Bruno Berni (suoi anche il saggio Tradurre l’infinito: la poesia di Inger Christensen e l’utile Bibliografia essenziale). Chiude il numero una rarità, la prima parte di un saggio sulla versificazione di Majakovskij del critico formalista russo Viktor Žirmunskij, preceduta dalla nota critica di Eridano Bazzarelli.
Elena Parrini
PAGINE, quadrimestrale di poesia internazionale, a. XIV, n. 38, maggio-agosto 2003, via Arnobio 11, 00136 Roma.
Come sempre interessante la proposta di voci straniere della rivista romana; in questo numero si pubblicano una buona scelta di testi del cino-filippino Joel Barraquiel Tan, per cura di Tiziano Salari, due liriche della poetessa iraniana Forugh Farrokhzad, tradotta da Vida Bardyaz, e poi ancora testi di Vicente Araguas e Amadou Lamie (a cura rispettivamente di Emilio Coco e Marie-José Hoyet; di quest’ultima è anche la breve intervista al poeta senegalese) e alcune liriche dalla raccolta L’imperceptible di Jacques Ancet tradotte da Aldo Ferraris. Sempre di Tiziano Salari è la piacevole carrellata sulle «immagini di città» nei poeti italiani, che a Bertolucci, Caproni e Pasolini accosta meno prevedibilmente Sergio Solmi. L’acuta levità della Scorribanda rilkiana di Massimo Morasso introduce due poesie di John Riley e Paul Durcan ispirate al soggiorno svizzero del poeta delle Elegie Duinesi e tradotte dallo stesso Morasso. Segnaliamo inoltre, per la poesia italiana, i testi di Luciano Luisi e Carmine Gino Chiellino.
[E. P.]
PER LEGGERE, i generi della lettura, a. III, n. 5, autunno 2003 , redazione c/o Facoltà di Lettere, via Roma, 47 – 53100 Siena. E-mail: natascia.tonelli@tin.it. Redazione «Per leggere. Scuola e Università » c/o A.I.S:E., via Alfieri, 11 – 58100 Grosseto. E-mail: simone.giusti@unile.it
Numero curato con appassionato rigore, come è ormai proprio della fisionomia consolidata della rivista; esemplari in tal senso gli indici e la rubrica «Cronache», ivisa tra l’inappuntabilità filologica delle schede dedicate a «Edizioni e commenti » e lo sguardo attento e competente offerto dall’altra sezione, «Scuola e Università », su quanto si muove nel mondo degli studi, i cui poli oggi sempre più distanti sono avvicinati fin nel titolo con uno sforzo di coraggiosa quanto meritoria inattualità. Per i testi, una canzone di un anonimo imitatore di Dante, Era ‘n quel giorno che l’alta reina, riproposta da Giuseppe Marrani con un testo rinnovato e un ampio commento, precede due capisaldi del Novecento, Dove la luce di Ungaretti, che Francesca Latini legge con una fittissima rete di rimandi e intrecci metatestuali dall’Antico Testamento ai romantici inglesi a Campana e con l’ammaliante eleganza di scrittura che le conosciamo, e Alla maniera di Filippo De Pisis di Montale, di cui Roberto Leporatti illumina persuasivamente l’«occasione» e il senso segreto. Per i «Dialoghi», Edoardo Zuccato riflette sull’attività di traduttore, anzi di mediatore della poesia novecentesca inglese in Italia di Roberto Sanesi; Intorno al testo» ospita l’importante contributo di Livio Petrucci su La lettera dell’originale ei «Rerum vulgarium fragmenta » e il resoconto di Mara Santi sui risultati del convegno I margini del libro: indagine teorica e storica sui testi di dedica.
[E. P.]
TESTUALE, critica della poesia contemporanea, a. XIX, n. 33, secondo semestre 2002, redazione: C. P. 71, 28040 Lesa (Novara).
Apre il numero un saggio di Sandro Montalto dal titolo di fuorviante estrosità, Poeti vegetali, in realtà una più che ortodossa lettura d’autore - fine, sensibile, corretta - di alcuni poeti accomunati per l’appunto dall’attenzione al mondo vegetale (Di Palmo, Piazza, Zanzotto, Affenita e Bacchini); Zanzotto e un microtema naturalistico (la figura-concetto dei gialli, esotici «topinambur») sono poi al centro anche del percorso critico proposto da Giovanna Frene (Incerte derive di natura in Andrea Zanzotto fra «Dietro il paesaggio » e «Sovraimpressioni»). Giuliano Mesa legge Il profilo del rosa di Buffoni (encomiabile il rilievo iniziale, con la rinuncia programmatica all’uso della formula «linea lombarda», «la cui pronuncia inerziale è irrispettosa anzitutto verso chi la coniò, ché Anceschi non era certo un critico inerte»). In un numero particolarmente attento alle poetiche d’autore (con i saggi-rassegna di Adam Vaccaro, Tiziano Salari e Vincenzo Guarracino) si segnala poi l’intervento teorico di Flavio Ermini, Prendere partito, che non disattende il proprio titolo. Il «Letterale» di Gio Ferri chiama in causa stavolta Ignazio Apolloni, Luciano Fusi, Marosia Castaldi, Fabio Turato, Pietro Carlo Porta, Irma Blank, Valerio Anceschi, Antonello Catani.
[E. P.]
YIP. YALE ITALIAN POETRY, volumes V-VI, 2001-2002, volume VII, 2003, Yale University, Whitney Humanities Center, 53 Wall Street, Room # 202 M, New Haven, CT 06520 U. S. A. E-mail: yip2@pantheon.yale.edu
Il numero doppio è dedicato alla memoria di due illustri italianisti, Guido Guglielmi e Robert Dombroski, entrambi scomparsi nel 2002 e qui ricordati da allievi e colleghi. Un breve intervento del direttore Paolo Valesio fa il punto sui primi cinque anni di attività della rivista (l’indice dei precedenti volumi si trova in fondo al numero); segue una corposa sezionedi «Poesie», con testi di Luciano Cecchinel, introdotto da Andrea Zanzotto, Valerio Magrelli e Roberto Rossi Testa (con presentazione di Ernesto Livorni); e ancora poesie di Mario Desiati e Matteo Fantuzzi. Per le «Traduzioni» Vincenzo Guarracino si cimenta col Pervigilium Veneris e Ruggero Stefanini con Gongora e suor Juana Inés de la Cruz; segnaliamo inoltre la riproposta di una rarità, gli Undici baci a Rosa di Belgrado di Marinetti, tratti dalle Novelle colle labbra tinte del 1930, introdotti e tradotti in inglese da Graziella Olga Sidoli. L’interessante blocco marinettiano si arricchisce poi di quattro contributi di Amerigo Fabbri, tra cui un estratto dall’inedito «aeroromanzo » del capofila del Futurismo, Venezianella e Studentaccio (riproposto a sua cura da Vallecchi) e una riflessione a metà tra saggio e dialogo (il titolo è Luce su Marinetti. Poema umano sull’arte-vita futurista, il sottotitolo Intervista a Luce Marinetti), e di un saggio di Patrick Suter, L’archi-presse futuriste. Segnaliamo poi il saggio di Martina Kolb In His Image: Pound at Pisa. Chiudono il ricchissimo numero un saggio di Paolo Valesio su Valerio Magrelli e le risposte arrivate dall’Inchiesta internazionale sulla prosa poetica lanciata dalla rivista, risposte pubblicate anche nel numero successivo. Qui segnaliamo le poesie di Maria Luisa Spaziani e di Elio Tavilla, introdotti rispettivamente da Alberto Bertoni e Mario Moroni, e l’ampia ed eclettica sezione di «Traduzioni», che spazia da Guinizzelli a Sbarbaro, da Vittoria Colonna ad Amelia Rosselli.
[E. P.]
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