« indietro GHIANNIS RITSOS, Poesie scelte, Traduzione e cura di Tino Sangiglio, Trieste, Collana di poesia neogreca 2001, pp. 81, s.i.p. Con testo greco a fronte.
Che l’interesse degli studiosi e degli intellettuali italiani verso il poeta greco Ghiannis Ritsos (1909-1990) sia ancora vivo, non può che essere motivo di gioia. A pochi anni di distanza sono usciti infatti due volumi di poesie in cui si propone ai lettori, pur con diverse modalità, l’opera poetica di un grande autore della poesia greca contemporanea, e anche il più tradotto all’estero. Tino Sangiglio, con la sua antologia di Poesie scelte, presenta le varie fasi dell’opera poetica di Ritsos. Non è stata una scelta facile, considerato che il poeta greco è autore di oltre 150 raccolte di versi. Nella poesia di Ritsos coesiste una grande varietà di registri stilistici combinati con una molteplicità tematica. La sua attenzione è rivolta ai problemi dell’uomo, della società, della storia, dell’arte. Determinante per il suo percorso poetico, incidendo nelle sue farie fasi, è stato il coinvolgimento, ideologico e personale, negli eventi che hanno segnato la storia della Grecia contemporanea («I morti dimenticati sotto la neve. Cornacchie pasciute / con le loro nere lucide ali inchiodavano fino al fondo / il biancore infinito. Qualcuno si fermò: osservava / le orme lasciate dalle zampe degli uccelli sopra la neve / come se cercasse qualcosa, un bottone, una scarpa consunta...» (Segno distintivo). Il sovrapporsi della poesia sulle vicende storiche evoca memorie che arricchiscono e rafforzano la coscienza del tempo presente: «E forse, chissà, / forse sei tu a dar ordine, prima che annotti, / di accendere le lampade verdi del cortile della chiesa, /(...) // Sì, tu, / incaricato (da chi?) a introdurre palesemente nella poesia / i cavalli di legno e le chiavi di vecchie valigie perdute...» (Onestà). L’allegoria e l’allusione denunciano chi si appropria del potere, anche se esercita una critica alle posizioni della sinistra o alla caduta del socialismo reale. La raccolta antologica comprende trentotto poesie. Nell’Introduzione, molto ampia e completa, il curatore inquadra l’opera poetica di Ritsos, dagli esordi fino al 1984, rapportandola alla storia della Grecia contemporanea. Periodi che videro Ritsos combattere in difesa della libertà: per essa subirà le persecuzioni e il carcere, come antifascista prima, come oppositore al regime dittatoriale poi, compresi gli arresti domiciliari nel 1969, quando nel campo dei deportati politici dell’isola di Leros gli venne diagnosticato un cancro. Come dichiara Sangiglio, «ne viene fuori il racconto della vita dell’uomo, della sua vicenda terrena, che si agita tra l’irrazionale e il fortuito, tra la violenza e la sopraffazione, tra il mistero, in definitiva, di un’esistenza che egli vive in uno stato di eterna, permanente precarietà». Un percorso e un’opera straordinari, quelli di Ritsos, costellati di numerose raccolte di poesie brevi e altrettante di componimenti lunghi. [G.M.] ¬ top of page |
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