« indietro GABRIEL DEL SARTO, I viali, Borgomanero (NO), Edizioni Atelier 2002, pp. 96, s.i.p.
I viali: punto di osservazione privilegiato, ma anche una dimensione personale, intima. Strade di viaggi che in fondo non partono, poesia dello stare: «Senza fretta i viaggi si possono fare / bellissimi anche seduti / davanti al portone di casa». Una raccolta, dunque, fatta di atmosfere domestiche (la calma degli interni, la colazione, l’attesa di un figlio, i preparativi...) e di ‘stagioni’ (l’avvento del Natale, Pasqua, la fine dell’estate o l’inverno e il succedersi dei mesi sui colli, o nella natia Ronchi), ma anche di contrasti acquerellati tra i due aspetti («Radiosa, quest’ora, / e violenta di luce / [...] – piuttosto / la mia tristezza cresce, tristezza casalinga»). Il bisogno naturale è quello del ‘tu’ a cui rivolgersi, frequente, per cercare talvolta la complicità del lettore («No, ti dico, è davvero questo lo scandalo / della vita...»), o altre volte per prendere un distacco amaro, come lo è il passare del tempo senza che la salvezza accada davvero. Da qui l’andamento prevalentemente discorsivo; e l’uso di versi lunghi, o versi che spezzano la sintassi della frase, non riesce a frenare lo scorrere facile del pensiero, in forme assodate («un vento tenue respiro / verso la morte», «nell’immobile gemito delle cose», «l’inarrestabile desiderio»). Eppure, talvolta, la sobrietà prelude all’arrivo della gnome finale: qualche poesia comincia in tono volutamente dimesso per rivelare poi alla fine una saggezza dal tono maturo, inaspettato, almeno per un giovane poeta, e un po’ tesa. Se ne evince un lessico di quotidianità e insieme contemplazione: nella dimensione dell’autore possono con naturalezza convivere espressioni come «Questo mese si mette bene», «Dalle suore / ci andavo anch’io a fare il mare», «La spesa, / bollette non pagate», «con la partita IVA in tasca», e intuizioni del tipo «Le mie dispersioni / mi perdono, non favoriscono», «oltre la frontiera rimane solo una canzone di un coraggio / superiore – / nel cuore bellezza non cumulabile», o anche «trascorse mattine invernali tese di estetica limpidezza / provvisoria». Insomma, ci si imbatte in oggetti comuni visti e intravisti ma anche termini più generici e concetti astratti come destino, contemplazione, dolcezza, nostalgia, tenerezza, passione. Ma più che nelle parole, sembra che la poesia di Del Sarto viva – e riesca –nello stretto connubio di memoria e osservazione, dentro ‘viali’ da comunicare, che non devono restare vuoti, per «ritrovare / qualcosa, un dialogo perso coi vivi / o un sorriso fra di noi, oltre la tempesta...»; in poesia, perché «Lungo i viali – accade anche ad altri / in altri luoghi – mi appaiono, / come in un sogno ad occhi aperti, / più chiare le forme dei ricordi». Caterina Bigazzi ¬ top of page |
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