« indietro Ana Paula Tavares Traduzioni e introduzione di Livia Apa I lettori italiani hanno probabilmente già conosciuto la poesia di Ana Paula Tavares con Cerimonia di passaggio pubblicato da Heimat (Salerno) nel 2006 tradotto da Prisca Augustoni. In quel volume venivano presentati versi tratti dalle prime quattro raccolte dell’autrice, Ritos de passagem (1985), O Lago da Lua (1999) e Dizes-me coisas amargas come os frutos (2001) e Ex-votos (2003), in cui il tema del corpo, inteso como corpo femminile ma anche como corpo nazionale, si mischia sapientemente con il tema delle radici, della terra e dei suoi frutti. Quasi a dispetto della sua formazione accademica, anche se non necessariamente in contraddizione con essa (Ana Paula è una storica di formazione), l’autrice sceglie infatti quella che potremmo definire «la via della geografia», nel senso di una scrittura poetica capace di restituire chi scrive, ma anche la giovane nazione a cui chi scrive appartiene, ad una geografia meticolosa e finalmente riscattata, fatta di memorie e di luoghi che evocano, sulla scia dell’esperienza di un’altra grande voce della letteratura angolana, Ruy Duarte de Carvalho, l’esistenza stessa di uno spazio comune capace di creare la memoria di un’appartenenza collettiva segnata dalla lunga notte coloniale ma anche da una delle guerre civili più lunghe del XX secolo. Una poesia che cerca, dunque, di farsi voce di una dimensione orale del dire e del raccontare, partendo dall’evocazione di quelli che ancora sono i margini di una nazione macrocefala come l’Angola, in cui quasi tutto «accade» solamente a Luanda, la capitale. Così Tavares si fa testimone, grazie alla tessitura della parola, dei vari tempi e delle varie velocità che compongono il sogno nazionale, reclamando uguale cittadinanza per tutte le parti di cui si dovrebbe comporre quel ‘noi’ sognato durante la lotta per l’indipendenza. Coloro che abitano la topografia del deserto, che custodiscono tanto una stele come la natura tutta, non solo conservano, ma praticano la memoria dei luoghi facendosi testimoni di una geografia che è innanzi tutto nozione geografica di un’appartenenza continentale espressa quasi in contrapposizione con il canone di un sapere occidentale imposto dall’occupazione portoghese. Eppure il portoghese, inteso come spazio linguistico (ma non necessariamente culturale) comune, si snoda nei versi di Tavares in una continua citazione della più raffinata tradizione poetica brasiliana, Manuel de Barros in primis, così come della portoghese Ana Luísa Amaral o del mozambicano Eduardo White fra i vari possibili esempi. ri possibili esempi. I versi che seguono sono tratti dalle due più recenti raccolte dell’autrice Manual para amantes desesperados (2007), Como veias finas na terra (2010). La sua vena si fa più varia, aprendosi maggiormente all’osservazione del tempo presente, speso in condizione di diaspora. La terra amata parla ancora attraverso la potente voce della memoria facendosi però più scarna, ma al contempo – crediamo – anche più universale. La terra amata, l’Angola è però sempre unico possi bile luogo d’enunciazione, attraverso il quale si può costruire una ugualmente unica esperienza possibile dei giorni.
Queste poesie di Ana Paula Tavares sono state tradotte e saranno presentate da Livia Apa (docente di lingue portoghesi presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale) insieme ad altre in occasione del 57° Premio Letterario Internazionale Ceppo Pistoia. La poetessa riceverà infatti il 23 marzo 2013, nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale di Pistoia, il Premio Ceppo «Piero Bigongiari». Il 21 marzo, Giornata mondiale della Poesia indetta dall’Unesco, presso il Consiglio Regionale della Toscana Ana Paula Tavares terrà la quarta lectio magistralis su «Poesia e Natura» della serie «Piero Bigongiari Lectures» a cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi, presidente della Giuria del Premio, in collaborazione con la rivista «Semicerchio». Da Manual para amantes desesperados
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Do livro das viagens | Dal libro dei viaggi |
(Caderno de Fabro) | (Discorso di Fabro) |
De onde eu venho | Da dove io vengo |
sou visitada pelas águas ao meio-dia | sono visitata dalle acque a mezzogiorno |
quando o silêncio se transforma | quando il silenzio si trasforma |
para as doces palavras do sal em flor | per le dolci parole del sale in fiore |
e das raparigas | e delle ragazze |
Os muros são de pedra seca | I muri sono di pietra secca |
e deixam escapar a luz por entre corredores | e lasciano scappare la luce tra i corridoi |
de raízes e vidro | di radici e vetro |
lentas mulheres preparam farinha | lente le donne preparano la farina |
e cada gesto funda | e ogni gesto fonda |
o mundo todos os dias | il mondo di ogni giorno |
há velhas mulheres pousadas sobre a tarde | ci sono donne anziane poggiate sulla sera |
enquanto a palavra | mentre la parola |
salta o muro e volta com um sorriso tímido de | libera il muro e ritorna con un sorriso timido di denti e sole. |
dentes e sol. | |
De onde eu venho procura-se a lenha pelo caminho | Da dove io vengo si cerca |
da sede | la legna per il cammino della sete |
as mulheres novas seguram-na contra o peito. | le donne giovani la tengono contro il petto. |
o acto de a ver arder faz-se família | L’atto di veder bruciare si consuma in famiglia |
enquanto lábios ávidos | mentre labbra avide |
murmuram devagar todas as palavras. | mormorano piano tutte le parole. |
de onde eu venho há pedras antigas | Da dove io vengo ci sono pietre antiche |
gastas das mãos das mulheres | consumate dalle mani delle donne |
que inventam a farinha de levedar | che inventano la farina per lievitare |
os dias | i giorni |
as aves rasam a mesa | gli uccelli radono la tavola |
quando se abrem os frutos e se debulha o milho | quando si aprono i frutti e si batte il mais |
as mãos, as lentíssimas mãos, | le mani, le lentissime mani, |
acendem o fogo do meio. | accendono il fuoco di mezzo. |
Dividem-se as palavras e as cinzas | Si dividono le parole e la cenere |
pode ser de paixão | forse di passione |
para que escorram da boca | perché scorra dalla bocca |
os verbos | il verbo |
soltos então pelo chão onde as crianças pousam | liberato ora dalla terra dove i bambini poggiano |
seus pés de leite e sono. | i loro piedi di latte e sonno. |
De onde eu venho o medo | Da dove io vengo la paura |
já foi a própria casa | è già stata di casa |
um gesto de sombra a palavra | un gesto d’ombra la parola |
agora canta-se devagarinho | adesso si canta piano |
pode beber-se do musgo | si possono bere dal muschio |
lágrimas amargas de sede. | le lacrime amare di sete. |
De onde eu venho empresta-se o corpo à casa | Da dove io vengo si presta il corpo alla casa |
a memória ao tecto onde pinga a chuva | la memoria al tetto dove gocciola la pioggia |
como se fosse agora como se fosse sempre | come se fosse adesso come se fosse sempre |
depois estendem-se os cogumelos | poi si stendono i funghi |
e olham-se as flores onde o desejo passeia | e si guardano i fiori dove il desiderio passeggia |
devagar. | piano. |
São bem vindas as chegadas | Sono benvenuti gli arrivi |
há portos e cais para todo o lado | ci sono porti e moli ovunque |
e, na falta, braços fortes que nos carregam ao vento | e altrimenti braccia forti che ci portano fino al vento |
pode-se ficar | si può rimanere |
lento como redes nas dunas. | lenti come reti nelle dune. |
De onde eu venho podemos esquecer os dias | Da dove io vengo possiamo dimenticare i giorni |
e andar pela relva a beber as vozes. Uma mulher | e andare per i prati a bere voci. Una donna |
partiu de nós | ci ha lasciato |
e deixou o canto para nos adormecer a alma. Seu | affidandoci un canto per addormentare l’anima. Il suo |
nome era Nina e a sua vida terminou o sopro | nome era Nina e la sua vita ha finito il respiro |
hoje de manhã | stamattina |
conheço as suas crianças e sei de que se alimentam. | conosco i suoi bambini e so di cosa si alimentano. |
De onde venho nascem os rios | Da dove vengo nascono i fiumi |
nos nervos da terra | nei nervi della terra |
correm certos para o mar ou | corrono sicuri verso il mare o |
perdem-se noutros lugares do tempo | si perdono in altri luoghi del tempo |
sem que ninguém | senza che nessuno |
os detenha | li trattenga |
aí lavam as raparigas seus primeiros sangues | lì le ragazze lavano il loro primo sangue |
constrói-se um sol de mentira para pendurar | si costruisce un sole di menzogna da appendere |
de noite | di notte |
na porta da vida. | alla porta della vita. |
Venho de muitos rios e um só mar | Vengo da molti fiumi e da un solo mare |
o Atlântico | l’Atlantico |
suas cores secretas | i suoi colori segreti |
a música erudita da praia | la musica erudita della spiaggia |
e espuma lenta das redes | la spuma lenta delle reti |
de onde eu venho há lá e cá | da dove io vengo c’è un qua e un là |
luz, risos de gargantas feridas | luce, risa di gole ferite |
almas abertas | anime aperte |
uma ciência antiga de treinar | una scienza antica di addestrare |
os olhos para as fibras | gli occhi per le fibre |
depois das águas | dopo le acque |
logo a seguir as tintas | subito dopo i colori |
E nadar sobre a terra | e nuotare sulla terra |
com passos de silêncio | con passi di silenzio |
para que nada perturbe os olhos | perché nulla possa turbare gli occhi |
a luz. | la luce. |
No deserto vi as estelas | «Nel deserto ho visto le steli» |
No deserto vi as estelas | Nel deserto ho visto le steli |
Do caminho do meio | Della strada di mezzo |
No deserto vi as estelas | Nel deserto ho visto le steli |
Como poemas inscritos | Con versi inscritti |
Pelo deserto fui ao fundo da noite | Dal deserto sono andata al fondo della notte |
Ao fundo da vida | Al fondo della vita |
Passei os dedos cegos pelas estela | Ho passato le dita cieche sulle steli |
Vi o nome verdadeiro | Ho visto il nome vero |
Escondido em Segalen | Nascosto a Segalen |
No deserto vi as estelas | Nel deserto ho visto le steli |
A tempestade | La tempesta |
A solidão por dentro | La solitudine da dentro |
Olhei de novo o escravo | Ho guardato di nuovo lo schiavo |
Sentei-me a olhar o fim | Mi sono seduta a guardare la fine |
Encontrei o segredo | Ho trovato il segreto |
Fechei devagarinho as portas. | Ho chiuso piano le porte. |
Fala da amada | Discorso dell’amata |
Fecho agora as portas de sombra | Chiudo adesso le porte d’ombra |
Que me dividiram a vida | Che mi hanno diviso la vita |
Com a ponta do fio | Con la punta del filo |
Dou-me à luz de coração limpo | Mi do alla luce con il cuore pulito |
E agora aberto | E adesso aperto |
Eu te me entrego | Io mi ti affido |
Minha vida meu corpo | Mia vita Mio corpo |
Minha fala e meu lugar. | Mio discorso e mio luogo |
Fala do amado | Discorso dell’amato |
Guardião do silêncio | Guardiano del silenzio |
Guardei a pérola | Ho custodito la perla |
Para te dizer | Per dirti |
Noites de nardos coração mais puro | Notti di nardi cuore più puro |
Agora e todos os dias | Adesso e tutti i giorni |
Do meu amor | Del mio amore |
Para receber na minha mão a tua mão. | Per ricevere nella mia mano la tua mano |
«Quantas coisas do amor» | «Quante cose dell’amore» |
Quantas coisas do amor | Quante cose dell’amore |
P’ra ti guardei | Ho custodito per te |
Coisas simples como estar à espera | Cose semplici come aspettare |
Manter o pão quente | Mantenere il pane caldo |
Deixar o vinho abrir-se | Far aprire il vino |
Em mil sabores | In mille sapori |
Guardei-me das tentações | Mi sono guardata dalle tentazioni |
das sombras do desejo | dalle ombre del desiderio |
das vozes | dalle voci |
dos segredos | dai segreti |
seria muito pedir-te | sarebbe molto chiederti |
que me veles o sono | di vegliare il mio sonno |
só mais uma vez. | solo una volta ancora |
«Detenho-me no cais» | «Mi trattengo sulla banchina» |
Detenho-me no cais | Mi trattengo sulla banchina |
Ainda não é a hora | Ancora non è ora |
Eu sei | Lo so |
Há barcos de um lado | Ci sono navi da una parte |
E comboios antigos de toda a parte | E treni antichi dappertutto |
Ainda não é a hora | Ancora non è ora |
Eu sei | Lo so |
Detenho-me no cais | Mi trattengo sul molo |
Eu sei não é ainda a hora | Lo so non è ancora ora |
As pessoas deslizam | Le persone scivolano |
Acertam as suas vidas | Regolano la loro vita |
Pelos relógios. | con gli orologi |
La dame à la licorne | La dame à la licorne |
Reaprender o mundo | Reaprender o mundo |
Em prisma novo: | Em prisma novo: |
Pequena bátega de sol a resolver-se | Pequena bátega de sol a resolver-se |
Em cisne, | Em cisne, |
Sereia harmonizando o universo | Sereia harmonizando o universo |
Ana Luísa Amaral, A génese do amor | |
Podia ter-me guiado os passos para o café | Avrei potuto guidare i miei passi per i caffè |
Assim me haviam dito | Mi avevano detto così |
de ser poeta em Paris | dell’essere poeta a Parigi |
ter um bloco de notas | un quaderno di appunti |
de capa preta | con la copertina nera |
um lápis e as palavras soltas | una matita e le parole sciolte |
boina vermelha | un basco rosso |
as botas pretas um frio atento | le scarpe nere un freddo attento |
a noite e as suas sombras | la notte e le sue ombre |
e estar ali ao abandono | E stare lì all’abbandono del |
do dia contra a noite | giorno contro la notte |
alinhar as palavras esquecidas | mettere in fila le parole dimenticate |
uma a uma as mais bonitas. | una per una le più belle. |
Podíamos ter trocado os silêncios | Avremmo potuto scambiare i silenzi |
ou as histórias do sul e do norte | o le storie del sud e del nord |
à vez entre sorrisos | a volte tra sorrisi |
e o ruído da rua | e il rumore della strada. |
mas assim é Paris | Ma è così Parigi |
Apanha-nos pelas veias | Ci prende per le vene |
E foi preciso reaprender o gosto | Ed è stato necessario riapprendere il gusto |
o cheiro o toque os olhos | l’odore il tocco gli occhi |
os sentidos todos | tutti i sensi |
os fios de seda e lã | i fili di seta e lana |
diante da senhora e do unicórnio azul | davanti alla signora e dell’unicorno azzurro |
mon seul désir. | mon seul désir. |