Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

MAHMUD DARWISH, Il giorcatore d’azzardo, trad. it. Ramona Ciucani, Mesogea 2015 (Rec. Stefano Guglielmin)

in: Semicerchio LIV (01/2016) Poesia sulla pietra pp. 113 - 114

Per comprendere meglio Il giocatore 
d’azzardo, poesie postume di Mahmud Darwish (1942-2008), conviene tenerconto della radice politica della sua ispirazione originaria, condensata nella famosissima Carta d’identità, vero manifesto identitario del popolo arabo. La lucida introduzione di Elisabetta Bartuli a Una trilogia palestinese (Feltrinelli, 2014) ci illuminain tal senso, riconoscendo alla poesia di Darwish tre tempi: il primo (1964-1973), corrisponde alla «fase rivoluzionaria e patriottica», che ha fatto di Darwish il poeta palestinese più amato; il secondo atto coincide con la fine degli anni Ottanta, dove epica e lirica, tradizione e innovazione si giocano nel medesimo spazio testuale; l’ultima fase è pervasa dalla metafisica e dall’interrogazione dell’uomo, inteso, per dirla con Ungaretti, quale «docile fibra dell’universo». In questo terzo e definitivo periodo, si inscrivono i sei poemetti che compongono Il giocatore d’azzardo, segnati, specie i due più lunghi, da una frammentarietà non occasionale, ma fondata, mi sembra, nell’aver tolto la temporalità dal racconto, dalla messa in sospensione della Storia quale ordine diacronico e ideologicamente fondato dei fatti. Ne consegue il germogliare degli eventi, il loro succedersi atemporale, tenuto insieme dall’idea che sia il caso a guidare ogni cosa, non solamente le vicende umane, ma anche «fattezze, caratteri / e malattie». Non quindi la responsabilità o l’impegno quali determinazioni causali di un essere senziente ci distinguono dalla natura, bensì la consapevolezza di stare in balia di un tempo-reticolo nel quale ci incanaliamocasualmente, senza averne cognizione preliminare. Una prospettiva, questa, molto simile a quella di Wislawa Szymborska (cfr. «Ogni caso», in Vista con granello di sabbia),anche lei figlia di una forte appartenenza nazionale e ideologica (il comunismo stalinista), dal cui vincolo culturale si staccò, appunto, concependo un universo privo di senso e governato dall’assoluta casualità. Mentre tuttavia la poesia dell’autrice polacca, come scrive Pietro Marchesani nella postfazione al Granello, «non dà risposte, perché ogni domanda può solo generare altre domande» spesso di carattere ironico, Darwish tenta la via della comunicazione sapienziale e della narrazione allegorica, partendo, come ci dice nel primo poemetto, «Qui, ora, qui e ora», dall’evidenza storico-ontologica che «viviamo / ai margini dell’eternità», abitando le «macerie». L’invito che egli fa, non più solamente al popolo palestinese, ma all’umanità tutta, è dievitare risposte stereotipate, che vedano per esempio nell’intifada l’unica soluzione all’ingiustizia, per avvicinare invece lo stesso problema da un livello superiore di consapevolezza, ossia partendo dalla condizione ontologica dell’uomo, dalla sua marginalità esistenziale, dalla sua contingenza infondata. Viene in mente la Szymborska, ma anche si sente una vicinanza con Edmond Jabès, ebreo egiziano, che sempre lottò contro la territorializzazione israeliana, riconoscendola radicalmente contraddittoria con la cultura ebraica, che è nomadica, scritta sulla sabbia, in un viaggio che chiede ospitalità in una terra dove Narciso oscuri lo specchio. Darwish segue la stessa traiettoria, negando all’autoreferenzialità di Narciso, al disconoscimento dell’altro, la via della pace. Ce lo dice sia nel primo e sia nel poemetto che dà il titolo al libro: «Se avesse potuto vedere qualcun altro,oltre sé / si sarebbe innamorato della ragazza che lo fissava / […] / se fosse statoun po’ più intelligente / avrebbe frantumato quello specchio / e visto quanti sono gli altri». Il tema dell’altro è decisivo ne Il giocatore d’azzardo e piace sapere questa convergenza con un filosofo ebreo, pur tenendo conto che la cultura araba possiede già questa nozione. Penso al Sufismo e, fra i contemporanei, penso ad ‘Ali Ahmad Sa‘id Isbir, conosciuto in Europa col nome di Adonis, quando scrive, in Sul dialogo culturale euro-islamico: «L’io esiste solo attraverso l’altro. L’altro, nella costruzione dell’essere, non è soltanto un elemento per il dialogo e l’interazione, ma è un elemento costitutivo. Attraverso l’altro, l’io viaggia verso se stesso». Lo stesso Occidente nel Novecento ha elaborato una precisa riflessione sull’alterità, basti pensare al decostruzionismo di Jacques Derrida, Gilles Deleuze, Michel Foucault e Jean-Luc Nancy, all’ermeneutica di Paul Ricoeur e all’ontologia etica di Emmanuel Lévinas. Tutti autori che, con Darwish e Jabes, hanno riconosciuto nella scrittura la loro patria: «Persino nel vento – si legge ne Il giocatore d’azzardo – sono tutt’uno / con alfabeto». Una patria che fa dell’instabilità identitaria, del confine quale soglia del contatto, la sua ragion d’essere, l’unico qui e ora – storico, non astratto – capace di tenere passato e futuro in una scommessa di sopravvivenza. Benvenuti quindi a questi sei poemetti i quali, come ci ricorda Ramona Ciucani in postfazione, rappresentano la parte iniziale della raccolta Non voglio che questa poesia finisca, di cui ci auguriamo presto la traduzione integrale.

(Stefano Guglielmin)
 
¬ top of page


Iniziative
19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

11 settembre 2023
Recensibili 2023

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398