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« indietro RUY DUARTE DE CARVALHO. Lavra. Poesia reunida 1970-2000. Lisboa: Edições Cotovia, 2005, 448 pagine, s/p.
L’opera del poeta Ruy Duarte de Carvalho (portoghese alla nascita, angolano per vocazione personale) rappresenta uno dei punti più alti raggiunti della poesia africana di lingua portoghese dalla fase posteriore al conseguimento dell’indipenenza. Lungo la sua carriera poetica, iniziata nel 1970 con la pubblicazione di Chão de ofertas, questo versatile poeta si avvalera di innumerevoli ricerche stilistiche e peregrinazioni in ambiti spesso tralasciati della cultura angolana per estrarne un’essenza, un succo poetico di rara bellezza.
Finalmente qui riunite tutte le sue precedenti pubblicazioni, Lavra è un libro fondamentale per tutti coloro che amano una poesia che tesse sottili trame di complicità con un luogo specifico – in questo caso, Angola – ma che costruisce, a partire da questo sguardo specifico, il ponte per un dialogo universale, aperto alle voci del mondo.
Il carattere universale della sua poesia è riconoscibile dal legame che l’autore sviluppa con la terra, questo «suolo di offerte», come recita il titolo della sua prima raccolta, una terra con la quale l’uomo ha imparato a scandire i ritmi del lavoro, del raccolto, ma anche i ritmi di ciò che è simbolico, e di cui ha bisogno per dare senso all’esistenza. Ecco perché spesso le poesie di questo poeta sono impregnate da un’atmosfera di sacro, di un qualcosa di quasi atavico, nella misura in cui spesso i suoi testi derivano da osservazioni o da ricerche etnografiche realizzate dallo stesso Ruy Duarte nell’entroterra angolano.
Molte poesie presentano un aspetto corale, elegiaco, in cui voci anonime (donne, uomini, lavoratori) si uniscono per formare un canto universale di inno alla terra: «conosco di me lo sforzo del ventre e delle mani / conosco di me l’acqua ed il latte assieme / per dar vita alla carne e alla terra che sono» (p. 84). Particolarmente interessante è il libro Ondula, savana branca, in cui il poeta dà un nuovo trattamento a varie testimonianze dell’espressione orale africana. L’autore rielabora proverbi o espressioni che appartengono a diverse etnie africane, senza con ciò privarsi dell’esercizio di equilibro tra fedeltà e libertà. In questo senso, Ruy Duarte scrive, nell’introduzione al libro, che questo «vuole essere tanto un lavoro di creazione poetica quanto uno strumento di divulgazione. È come poeta che l’ho elaborato, ed è come tale che assumo la responsabilità di ciò che nel libro possa esserci di sviante con rispetto alle fonti orali» (p. 156).
In definitiva, l’opera di Ruy Duarte de Carvalho è una lavra in cui le parole sono colte come se fossero frutti a maturare al sole, e che a buon tempo saranno offerti a chi avrà fame, come recitano questi versi, tratti dalla poesia A terra que te ofereço (p. 20): «porto /per te/ in ogni mano / aperta / i frutti più recenti / di questo autunno/ che ti offro verde».
Prisca Agustoni
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