« indietro ANTEREM. Rivista di ricerca letteraria, a. XXXIX, n. 88, giugno 2014. Direttore: Flavio Ermini, direzione e redazione: via Zambelli 15. 37121 Verona, direzione@anteremedizioni.it
«L’ambizione di ‘Anterem’ – spiega Flavio Ermini nell’editoriale che apre il numero – è di corrispondere all’essenza della verità – nel suo occultarsi come nel suo manifestarsi – ponendo il testo poetico nelle condizioni di aprire la parola all’essere e di renderla a esso disponibile». Fedele a questo programma, il numero intitolato Per crescita di buio offre un’ampia rassegna di testi accomunati dal motivo del ‘disvelamento’, orientati alla ricerca dell’arché. Ai componimenti tratti da Dire II di Danielle Colbert (1940-1978, autrice francese attiva nel movimento di liberazione algerino, sostenuta letterariamente da Queneau e morta infine suicida), segue il saggio di Alberto Folin, Appunti sul nesso poesia-verità che, partendo dai presupposti filosofici antichi, giunge alla poesia di Leopardi. La ricca antologia comprende anche testi di Jaccottet (il più importante poeta svizzero romando, tra i maggiori di area francofona, la cui opera è uscita di recente nella collana della ‘Pléiade’ di Gallimard, con prefazione di Fabio Pusterla); di Yves Bonnefoy (a cura di Anna Chiara Pedruzzi), tra cui, particolarmente significativo, La tâche du traducteur, ‘Il compito del traduttore’; di Rosa Pierno. In conclusione, uno scritto teorico di Franco Rella: Schegge di verità. (Niccolò Scaffai) ATELIER. Trimestrale di poesia critica letteratura, a. XIX, n. 75 (settembre 2014). Direttore responsabile: Giuliano Ladolfi. Direttore editoriale: Guido Mattia Gallerani. Direzione e amministrazione: C.so Roma 168, 28021 Borgomanero (NO), www.atelierpoesia.it Dopo il numero 74, dedicato al questionario sulla poesia contemporanea della rassegna Pordenonelegge, il numero del settembre 2014 riparte facendo il punto sulla questione, attraverso l’editoriale Il tempo dell’impegno, in cui Giuliano Ladolfi riflette sulla situazione della poesia contemporanea dal punto di vista delle (s)fortune editoriali e della presenza nei corsi universitari, quasi sempre attardati intorno alla metà del Novecento e non oltre. Come possibili soluzioni, Ladolfi propone da un lato di agire sulla formazione degli insegnanti, dall’altro sul coinvolgimento dei mezzi di comunicazione, perché la poesia possa tornare a far notizia: cosa che oggi accade, in effetti, ma in forma molto limitata presso un pubblico necessariamente selezionato e in relazione solo ai libri di autori già consacrati. Il numero prosegue confermando le istanze di rinnovamento emerse nell’ultima annata; ampio lo spazio dedicato alla saggistica e alla poesia, a cominciare dal pregevole dossier di testi e interviste, curato da Tommaso Di Dio e Carmen Gallo, sul tema: Nuovi anfibi. Prosa e poesia alla prova di nuove ibridazioni, che registra la tendenza, particolarmente viva negli ultimi quindici anni, all’ibridazione delle due forme. Tra gli autori presenti vi sono Simone Burratti, Jacopo Ramonda e Alessandro Broggi, quest’ultimo tra le voci più sicure della scrittura poetica contemporanea: la selezione dei suoi testi è qui preceduta da un’intervista, nella quale Broggi riflette tra l’altro sull’antologia Prosa in prosa di cui è stato uno degli autori. A seguire, la rubrica «Tremila parole per la poesia» propone recensioni su Tribunale della mente di Corrado Benigni (a firma di Guido Mattia Gallerani) e su Da una crepa di Elisa Biagini (a firma di Lorenzo Mari). Nella sezione dei «Saggi», Laura Marino approfondisce la mistica negativa nella poetica di Cristina Campo. (N. S.) CAPOVERSO. Rivista di scritture poetiche, gennaio-giugno 2013, n. 25. Redazione e amministrazione c/o Edizioni Orizzonti Meridionali, viale della Repubblica, 297 – 87100 Cosenza, e-mail: alimenaf@libero.it Nello scritto di apertura, Carlo Cipparrone illustra i fatti salienti legati alla manifestazione Ritratti di poesia, svoltasi a Roma nel febbraio dello scorso anno (e giunta ormai alla settima edizione), che ha visto la partecipazione di numerosi autori stranieri (dal siriano Faek Hwajen al tedesco Michael Keuger e all’americano C. K. William) e italiani (tra gli altri: Buffoni, Calandrone, Lamarque, Piersanti, Riccardi, Zeichen). Nell’occasione, è stato conferito un premio di poesia alla memoria di Giovanna Bemporad, la cui opera è uscita in un’edizione recente a cura di Valentina Russi per i tipi di Sossella. A seguire, nella sezione «Saggi», Guglielmo Aprile scrive su Il sacro respiro del cosmo. Mito e natura nella poesia di D. H. Lawrence, mentre Tiziano Salari si occupa di Leopardi e la verità dell’ente. Tra i «Testi», i versi In memoriam di Amedeo Anelli (e un commento al saggio dello stesso Anelli su Roberto Rebora è firmato, nella sezione «Interventi», da Cipparrone). (N. S.) ERBA D’ARNO. Rivista trimestrale, autunno 2013-inverno 2014, n. 134- 135. Direzione: Aldemaro Toni, sede: piazza Garibaldi 3, 50054 Fucecchio, info@ederba.it Il numero, aperto da un racconto di Francesco Marroni, prosegue con le prose di Aldemaro Toni (Verso il fiume, caratterizzata da una forte carica lirica) e di Alberto Pozzolini (Café Malvolti, Piazza Montanelli, composta da sessantatré flash numerati, che alternano l’osservazione del quotidiano agli spunti spesso satirici sulla cultura e la società). Il numero ospita anche versi di Renzo Ricchi (Rodiane), Angiolo Bandinelli (Scherzo), Edoardo Crasta (Sei poesie), Augusta Romoli (Poesie). Tra i contributi saggistici si segnalano poi lo scritto di Enrico Lorenzetti su Michele Carducci, Lorenzo Viani e le Celebrazioni carducciane in Versilia e la recensione di Diego Salvadori al recente volume Il grande sonno di Ernestina Pellegrini (dedicato alle immagini della morte in sei scrittori siciliani tra Otto e Novecento, da Verga a Bufalino). Nella sezione «Libri di poesia», Roberto Barzanti recensice la raccolta di Stefano Carrai, Il tempo che non muore (Interlinea, 2012), di cui si è parlato anche nell’ultimo numero di «Semicerchio». (N.S.) ISTMI. Tracce di vita letteraria, n. 33-34, 2014, direttori: da Eugenio De Signoribus, Enrico Capodaglio e Feliciano Paoli. Collaborazione redazionale: Biblioteca Comunale, Corso Vittorio Emanuele, 23, 61049 Urbania (PU). Nel centenario dalla nascita di Luzi, la rivista «Istmi. Tracce di vita letteraria», dedica al poeta due numeri monografici, costituiti l’uno da testi inediti e rari di Luzi (33, 2014: Mario Luzi, Desiderio di verità), l’altro da saggi sulla sua opera (34, 2014: Nell’opera di Mario Luzi). Desiderio di verità è il primo degli scritti civili raccolti qui per la cura di Stefano Verdino (già curatore del ‘Meridiano’ delle poesie e del volume di Prose pubblicato quest’anno per Aragno). Si tratta di una nota pubblicata nel ’45, subito dopo la fine della guerra, sulla rivista «Costume» di Edgardo Sogno e Angelo Magliano. Luzi vi riflette sulla responsabilità della tragedia appena conclusa, attribuendola all’«uomo moderno», colpevole di una «rinuncia al desiderio naturale di verità»: rinuncia da cui discenderebbero i mali presenti. Gli estremi scritti civili, cui seguono nel volume un’ampia selezione di prose autobiografiche e critiche e una raccolta di versi ultimi e rari, risalgono al 2004: una riflessione sul valore della poesia come «altra lettura del mondo» (sollecitata da un’iniziativa editoriale del «Corriere della Sera») e un ricordo di Giorgio La Pira. Nell’opera di Mario Luzi si apre con i souvenirs firmati da Yves Bonnefoy, che introducono una bella raccolta di studi sull’autore. I contributi critici sono scanditi in due sezioni: la prima sulla poesia (con saggi di Verdino, di Alfredo Luzi, Antonio Prete, Barnaba Maj, Vittorio Coletti e Paolo Giovannetti), la seconda sulle prose narrative, la saggistica, il teatro, gli scritti civili (Francesca Nencioni, Giuseppe Langella, Paola Cosentino, Leonardo Manigrasso). Al ricordo di Silvio Ramat segue una terza sezione, con quattro scritti di Luzi e un’intervista al poeta introdotta da Paolo Teobaldi. (N. S.) KAMEN’. Rivista di poesia e filosofia, a. XXIII, n. 45, giugno 2014. Direttore responsabile: Amedeo Anelli, viale Vittorio Veneto 23, 26845 Codogno (LO), amedeo. anelli@alice.it Aperto da un dossier su Dino Formaggio, studioso d’estetica allievo di Banfi e critico d’arte, di cui vengono qui pubblicati uno scritto su Michelangelo e uno su Botticelli, il numero prosegue con una sezione poetica dedicata a Giuseppe Pontiggia, composta per l’ottantesimo anniversario della nascita. Nel dossier, curato da una studiosa dell’opera dello scrittore come Daniela Marcheschi, si succedono il testo in versi Sacer Sanctus e due scritti di Pontiggia dedicati alle poesie di Leonardo Sinisgalli: L’ultimo Sinisgalli, in cui lo scrittore rievoca i contatti con il poeta mentre ne preparava una scelta di poesie; e la prefazione ai sinisgalliani Infinitesimi. Chiude il dossier un saggio di Marcheschi su Giuseppe Pontiggia e la poesia, in cui la studiosa, nell’osservare come in Pontiggia non tramontò mai l’interesse per la poesia, ne mette in connessione gli interessi e le ragioni con gli autori e le correnti principali della poesia italiana alla metà del Novecento. L’ultima parte del fascicolo, a cura di Amedeo Anelli, è dedicata alla figura dell’artista Edgardo Abbozzo (1937-2004), che nella sua opera si ispirò intensamente ai motivi dell’alchimia. (N. S.) L’IMMAGINAZIONE. Rivista di letteratura, a. XXX, n. 283, settembre-ottobre 2014. Direzione: Anna Grazia D’Oria, redazione: via Umberto I, 51, 73016 San Cesario di Lecce, agdoria@mannieditori.it Il fascicolo si apre con la sequenza di poesie Angeli dalla penombra, di Alessandro Fo, vincitore dell’ultimo Premio Viareggio per i versi del suo libro Mancanze (Einaudi); ideale integrazione di quella raccolta, le otto poesie pubblicate ora su «L’Immaginazione» sono altrettanti «ritratti che mettono in posa varie persone incontrate lungo i giorni, studiandone il versante ‘angelico’ a partire da un episodio della Vita nova di Dante» (così lo stesso Fo, nella nota di autocommento). A seguire, le poesie di Stefano Iucci, tra le quali il lungo testo di Poesia operaia, che riflette, in versi dall’andamento marcatamente prosastico-narrativo, sulla condizione dei lavoratori nell’Italia di oggi, sulla ricerca appassionata di un’identità che passa anche attraverso la rappresentazione del lavoro data attraverso i media: «Luciano è un sindacalista di quelli tosti / e io lo vorrei portare a Ballarò, anche se non / vedo più Ballarò e programmi così». Ampio spazio, poi, è dedicato in questo numero a Valerio Magrelli: nell’intervista di Mario Inglese, il poeta parla tra l’altro del rapporto tra prosa e verso nelle sue opere e della ricezione dei suoi libri fuori d’Italia. A seguire, nella rubrica «Diario in pubblico», Romano Luperini valorizza in chiave didattica la poesia Invettiva sotto una tomba etrusca, tratta dall’ultima raccolta di Magrelli, Il sangue amaro, recensita più avanti da Carlo Della Corte. (N. S.) NUOVA RIVISTA LETTERARIA. Semestrale di letteratura sociale, a. IV, n. 7, maggio 2013. Direttore responsabile: Salvatore Cannavò. Edizioni Alegre, C. ne Casilina 72/74, 00176 Roma. La rivista, fondata da Stefano Tassinari (1955-2012), vanta un collettivo redazionale nel quale figurano studiosi, scrittori e artisti di rilievo, tra i quali: Silvia Albertazzi, Bruno Arpaia, Marco Baliani, Alberto Bertoni, Pino Cacucci, Mauro Covacich, Mario Dondero, Angelo Ferracuti, Marcello Fois, Niva Lorenzini, Carlo Lucarelli, Simona Vinci, Wu Ming. Appare proprio a firma di Wu Ming 1 l’editoriale L’arte dell’incontro, che rievoca l’attività di organizzatore culturale di Tassinari, animata appunto dal desiderio dell’incontro. I contributi che seguono riprendono ciascuno a suo modo il motivo dell’incontro, declinandolo come relazione necessaria tra scrittura e società, invenzione e attualità, cultura e presente. Così, per esempio, Silvia Albertazzi, nel suo articolo With a litte help from my friends, prende spunto dal memoir Joseph Anton (2012) in cui Salman Rushdie rievoca gli avvenimenti che portarono alla fatwa lanciata contro di lui dall’ayatollah Khomeini e gli anni passati a nascondersi per sfuggire al rischio di venire assassinato dai fondamentalisti. Nell’articolo successivo, Girolamo De Michele ricorda fatti recenti avvenuti in Veneto, dove i tentativi di censura di due assessori contro le opere di Saviano (reo di aver denunciato i legami della ’ndrangheta nel Nord Italia) e contro alcuni intellettuali che avevano firmato un appello a favore di Cesare Battisti, hanno provocato la reazione di molti scrittori. Di Nord Est parla anche Fabio Franzin (Nel ventre dell’orca), mentre Tommaso De Lorenzis (La grappa gialla) rievoca gli storici incontri del mercoledì nella sede torinese dell’Einaudi: una tradizione interrotta nel 2004, quando i ritmi della società dell’informazione e della cultura di massa hanno «comportato la definitiva rottura dell’unità spazio-temporale perfino nelle liturgie e nell’immaginario di casa Einaudi». Tra le altre firme presenti in questo numero, ricordiamo Angelo Ferracuti, che scrive del rapporto tra cultura e sindacato; e Alberto Prunetti, autore del racconto autobiografico di denuncia Amianto, che ricorda la lotta delle madri argentine di Plaza de Mayo (richiamata anche nelle foto che corredano il fascicolo: opera di Alejandro Ventura, fotografo italo-argentino cha ha documentato i momenti più tragici della recente storia argentina, dalla dittatura militare agli scontri del 2001 conseguenti alla crisi economica e politica del Paese sud-americano). (N. S.) SOGLIE. Rivista Quadrimestrale di Poesia e Critica Letteraria, a. XVI, n. 1, aprile 2014. Direttore responsabile: Lionello Carpita, redazione c/o Alberto Armellin, via Vecchia Fiorentina 272, 56023 Badia (Pisa). Anche l’ultimo numero di «Soglie», come già «L’immaginazione» si sviluppa all’insegna dei versi magrelliani: qui infatti, ad apertura, possiamo leggere la poesia La curva, che appartiene alla raccolta Il sangue amaro. Subito dopo, Rosa Galli Pellegrini cura un dossier su Jean-Paul Badet, poeta nato nel 1946 nella regione di Lione: il testo di una sua prosa poetica, La nuit décide (‘La notte decide’, offerto qui nella traduzione della stessa Galli Pellegrini) è accompagnato dai disegni del pittore Guy Baudinat, francese di Saint-Étienne (dove è nato nel 1940). Alle poesie di Umberto Piersanti, da Nel folto dei sentieri (datate tra il 2007 e il 2013), seguono il saggio di Enrico Tatasciore su Mediterranee di Saba e l’Introduzione al libro di poesie Nordiche di Elena Salibra, scritta da Marzia Minutelli. Si segnala poi l’intervista a Tiziano Rossi, proprio a cura di Salibra; poeta in cui le modalità della linea lombarda si incrociano con soluzioni sperimentali (come osservato a suo tempo già da Raboni), Rossi è passato recentemente dalla scrittura in versi alla pratica di un genere di confine tra poesia e prosa, che ha dato frutti eccellenti da Cronache perdute (2006) a Spigoli del sonno (2012). Qui, dopo il testo dell’intervista in cui Rossi parla anche dell’evoluzione della sua scrittura, si può leggere una sua prosa intitolata Recita. (N. S.) TESTO A FRONTE. Teoria e pratica della traduzione letteraria, 48 (2013/1). Direzione: Franco Buffoni, Paolo Proietti, Gianni Puglisi. Redazione e amministrazione: Marcos y Marcos, via Ozanam 8, 20129 Milano, www.marcosymarcos.com Il numero è dedicato al tema Towards a Global Literature. Verso una letteratura globalizzata, e si articola in numerose sezioni. «Postcolonial ambiguities» ospita fra gli altri un saggio-cornice di Theo D’haen su Major Languages, Minor Literatures, Multiple legacies e uno di Francesca Orsini sull’India multilinguistica, mentre «Globalizing National Literature» si occupa soprattutto di narrativa italiana o ricezione di narrativa estera in Italia. Di particolare interesse in quest’ultimo il contributo di Paolo Giovannetti su Come si antologizza la world literature, che analizza i criteri della Longman Anthology of World Literature, curata da David Darmosch e David L. Pike, che spesso ribaltano giudizi inveterati (includendo l’ignota poetessa lucchese Chiara Matraini come uno dei più dotati poeti italiani del XVI secolo) o l’ultima edizione della Norton Anthology of World Masterpieces. Raccolte di questo tipo pongono quesiti nuovi, ad esempio sulla possibilità di un «montaggio di mappe sovrapposte in movimento» e la consapevolezza che «questo movimento comporta relazioni mobili di storia letteraria e potere culturale», ammettendo che raramente le opere letterarie superano le frontiere nazionali sulla base di una piena uguaglianza di opportunità. Riflessioni sulla cosiddetta ‘bibliodiversità’ enfatizzano la diffidenza di Damrosch per il Distant reading di Moretti sulla base delle critiche della Spivak, che vede nella lettura globalizzante fondata sui big data un ritorno strutturalista incapace di cogliere le individualità dei testi; e per il postmodernismo, visto come una continuazione del modernismo tanto quanto il postcoloniale lo è del coloniale: in questo Giovannetti, pur sottolineando i meriti di una rivoluzionaria apertura della conoscenza a letterature meno frequentate, nota una contraddizione fra la problematizzazione permanente di ogni narrazione critica e l’assertività perentoria e indimostrata del punto di vista del curatore, che a noi pare un fenomeno sociale in diffusione virale in molti campi della cultura e una delle cause della potenziale irrilevanza di ogni nuova elaborazione, minata dalla stessa vis destruens su cui erige il proprio piedistallo. A partire da questa base Giovannetti lancia fondate lamentele sull’argomentare invece faticoso, perché sempre informato e bilanciato e storicizzante, dei libri italiani e sul loro provincialismo come «spia di un contenitore che non tiene più» e che reclama «modi più comprensivi» di pensare la letteratura, anche se i tentativi finora praticati (le belle collane di Meltemi) si sono risolti in fallimenti editoriali. Ma la soluzione che Giovannetti sembra disposto ad accettare, e che consiste nella rinuncia ad autorevolezze e gerarchie per una costruzione dei valori letterari bottom- up (sostanzialmente: a scelta di una comunità, inevitabilmente casuale e variabile anno per anno e luogo per luogo e scuola per scuola), non convince perché non pare possibile la costruzione di valore riconosciuto tramite rinuncia a un’autorità che lo garantisca né tramite finzione di un mondo privo di autorità o competenze. L’esito non sarà ovviamente il ripristino di autorità irrecuperabili ma la rinuncia alla definizione di valore, sempre contestabile. Fra i saggi delle altre sezioni interessante, anche in vista del numero 53 di «Semicerchio » sul Digital reading, quello di Paola Carbone su Sanza cultura, e d’abitanti nuda. e-Literature in the Global Arena. Si segnalano anche il contributo di Edoardo Zuccato sul ruolo del dialetto nella letteratura globalizzata e l’intervento di Tim Parks sulla comunità dei premi letterari. (Francesco Stella) wespennest. zeitschrift für brauchbare texte und bilder, 168, Mai 2014, dir. Andrea Walter Famler, A-1020 Wien, Rembrandtstrasse 31/4, pp. 112 € 12. Il dossier monografico è dedicato al tema Spielformen des Widerstands: di questo fenomeno l’editoriale analizza le forme di resistenza politico-civile di artisti come le Pussy Riot e Ai Weiwei o l’austriaco Hermann Nitsch quali fattori di autocanonizzazione e di «creazione di un’aura secondaria», fino all’adozione dell’antagonismo come fenomeno di moda da parte della rivista liberale flow nel numero Give Change a Chance, il cui motto è «anche dai massi che ti vengono messi sul cammino puoi costruire qualcosa di bello». «wespennest» contrappone loro chi, come Josef Schützenhofer, produce un contrasto concreto e non limitato alla propria arte (nel suo caso la pittura). Sull’argomento scrivono Peter Moeschl, Hellmuth G. Haasis, Lars-Ole Walburg, Martin Behr, Brigitte Kratzwald, Harald Welzer, Ilija Trojanow. In altre sezioni del numero si segnalano il saggio di Edgar Piel su spazio del progresso e angoscia della catastrofe in Elias Canetti, testi poetici di Celmens Umbricht e Thomas Kunst e un omaggio fotografico ai 100 anni di Arno Schmidt. L’editoriale, nel presentare il fascicolo, annuncia il cambio di direzione da Walter Famler ad Andrea Zederbauer e Andrea Roedig, cui vanno i nostri vivissimi auguri. (F. S.) ¬ top of page |
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