« indietro Firenze, 15-17 novembre 2006Maurizio BossiCentro Romantico del Gabinetto VieusseuxDel tutto casualmente due progetti fiorentini che in Dante avevano il loro centro di attenzione sono entrati in contatto, e dal loro incontro è nata l’esperienza di Dante. Arte che genera arte. Che due progetti su Dante fossero in corso a Firenze non costituisce certo una sorpresa, ma lo è che entrambi per vie diverse mirassero a cogliere e divulgare come e quanto la creatività contemporanea trovi ispirazione e alimento nell’opera dantesca. Da una parte la rivista di poesia comparata «Semicerchio» diretta da Francesco Stella stava preparando un’iniziativa sulla trasposizione di Dante nella cultura americana, dalle traduzioni alla poesia e ai più diversi linguaggi artistici, come la musica e l’arte figurativa; dall’altra il Gabinetto Vieusseux stava compiendo, tramite il suo Centro Romantico, un’analoga operazione assieme alla Fondazione Romualdo Del Bianco e all’Università di Mosca per quanto riguarda la cultura russa. Per «Semicerchio», ormai da vent’anni un’istituzione nazionale per le ricerche sull’universo poetico, era, quell’iniziativa, pienamente rispondente alle finalità comparative della rivista, e Antonella Francini ne mostra con chiarezza gli intenti nella sua prefazione a questo volume. Per il secolare Gabinetto Vieusseux si trattava di un’operazione del tutto coerente con le origini del gabinetto di lettura fondato da Giovan Pietro Vieusseux nel 1819 proprio per porre in contatto Firenze e l’Italia con le altre culture.
A partire dai suoi inizi nel primo Ottocento, il Gabinetto Vieusseux ha infatti tracciato una sua storia che ha sempre posto in primo piano la feconda comunicazione tra realtà storiche e culturali diverse, aprendosi di recente a collaborazioni con nuovi soggetti della società civile come la Fondazione Romualdo Del Bianco che di tale comunicazione ha fatto dagli anni Novanta la ragion d’essere della propria attività, prendendo le mosse dai rapporti con i paesi dell’Europa centrale e orientale. Da questa collaborazione sono nati i contatti con l’Università e ilMuseo diArte Contemporanea di Mosca, e l’idea di un’iniziativa finalizzata a capire perché e in quali modi per la cultura russa (come per altre culture) Dante sia figura emblematica di quanto l’Italia ha offerto all’immaginazione e alla creatività umane. Più che gli aspetti di carattere storico e filologico, interessava cogliere e porre in evidenza lo stimolo profondo che l’opera dantesca esercita ancora oggi per nuovi percorsi comuni di scoperta attraverso l’arte nelle sue espressioni letterarie, figurative, musicali. Emblematica in tal senso, per le emozioni che ha suscitato, la serata in cui grandi poeti russi e americani hanno letto nella sala del Gabinetto Vieusseux le loro poesie di ispirazione dantesca.
Con la felice congiunzione delle loro iniziative «Semicerchio» e Gabinetto Vieusseux hanno quindi mostrato, da prospettive e storie ad ognuna peculiari, non solo la fertilità che deriva dall’unire esperienze e motivazioni diverse, ma anche e soprattutto la possibilità per Firenze di vivere la propria grande tradizione come fonte per nuove strade di creatività e di dialogo più che come gabbia dorata. Il concorso appassionato di tanti soggetti ed enti cittadini è stato prova evidente di tale preziosa e fondamentale potenzialità.
La partecipazione del Centro Romantico del Gabinetto Vieusseux a Dante. Arte che genera arte è stata possibile grazie all’impegno di Lucia Tonini e Stefano Garzonio per i rapporti con gli artisti, i poeti e i traduttori russi, di Stefania Marogna, e all’intelligente e generosa disponibilità di Maddalena Mancini, Enrico Sartoni, Rossana Secchi, la cui collaborazione in quanto volontari del Servizio Civile Nazionale presso il Gabinetto Vieusseux aggiunge un elemento particolare a un’iniziativa che mirava a offrire un contributo sia culturale sia civile sui più profondi rapporti tra Paesi e tradizioni diverse.
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