« indietro ITALO TESTA
Da Biometrie
* Il timbro di una caduta, la spuma che lieve s’aggruma al bordo dei corpi che la luce risciacqua: nell’acquario dei giorni liquida scorre la pena;
i cristalli disserra, sulla calce degli occhi s’annebbia la sagoma opaca d’oggetti remoti. Tu ascolti i battiti, i sordi scompensi del fiato registri.
adattamenti
Devi intonare la litania dei corpi di quelli esposti nel riverbero dei fari di quelli accolti nel marmo degli ossari
devi orientarti per i tracciati amorfi tra le scansie dei centri commerciali scandire il tempo di giorni disuguali
devi adattarti al ritmo delle sirene lasciare i ripari, esporti agli urti abbandonarti al canto degli antifurti
trasalire nel lucore delle merci cullarti al flusso lieve dei carrelli sognare animali e corpi a brandelli
devi nutrirti di organi e feticci profilare di lattice ogni fessura pagare il conto e ripulire con cura
recitare il rosario dei volti assenti svuotare gli occhi, ritagliare le bocche aderire alla carne e schioccare le nocche.
anamorfica
Foglio schermo, membrana che rimanda l’onda del sangue: ricorda di noi il segno duplice, sillaba i volti su un fascio luminoso di elettroni.
Sotto traccia si diradano le vene s’intrica il foglio che proietta il mondo sul plasma lucido di specchi ustori si traccia la tua morfologia, un regno.
Sopprimi, schermo, tra noi le distanze di questa lastre, plastica anamorfica recidi, di noi due, la lontananza che si raccolga al punto d’indifferenza.
* evanescenze, voi vane assenze per sciami e assalti, richiami del niente: sepolte di specchi, assiepate parvenze fitte sparizioni, dissolvenze lente.
solarizzati spazi, foto seppiate plessi di volti, simulati frattali sfibrate i tessuti, semi digitali striate i fogli di sabbie patinate.
disingannate immagini, fluorescenze nei vostri flussi le sagome irradiate di corpi radi d’anonimi astanti:
bluastri bagliori, schermi infranti di mosse sovrimpresse e registrate differite le vaghe opalescenze.
stella inerte
Nel liquido amniotico delle stelle si bagna l’occhio, dai folti richiami dello schermo dilatato, mobile specchio di cartomanti notturni
s’imbeve, pulsa nel flusso dei canali; numeri in sovrimpressione di nudità inondano gli spazi d’inerti appartamenti, nel velo del sodio
sirene in silicone nuotano: in bassa frequenza il cuore s’imbruna la pelle s’imperla, diffratta e chiara,
in apnea tra corpi il corpo s’immerge: tu sintonizza il respiro, i muscoli tendi, come ombra tra ombre riemergi.
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