Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

Ivano Ferrari, Macello, Torino, Einaudi 2004, pp. 88, € 11,00.

Dopo La franca sostanza del degrado, la raccolta del 1999 che lo aveva segnalato come poeta crudo e sincero, capace di sprofondare nella descrizione della contraddittoria incomprensibilità del presente (la ‘franchezza’ essendo la caratteristica del degrado ma anche il suo aspetto meno ‘nascosto’ ed enigmatico), Ferrari torna ai suoi temi di esordio. Macello, infatti, era il titolo della più contratta silloge di versi pubblicati nella raccolta antologica Nuovi poeti italiani 4 (uscita sempre presso Einaudi nel 1995) e rappresenta l’evocazione più intima e l’imagery fondamentale della sua proposta poetica. «Omicidi instancabili / tra incenso e carogne barattate / con l’attesa corruzione dei sogni, / mentre evaporo (grassaggio) / cedo le parole: / dimostratemi la mia morte / che conosca ciò per cui vivere»: il mondo si configura come l’enorme sala di un macello pubblico (luogo che Ferrari conosce per avervi lavorato per qualche tempo, a Mantova), dove le morti si susseguono scandite dal passaggio incessante del tempo che monotono si sussegue in un paesaggio che non conosce che sangue e dolore. In questo ambiente asettico e spaventoso (che tra lager, manicomio e prigione mima la ‘scena primaria’ del Novecento e la sua atroce pienezza di morte) le ‘vittime sacrificali’ vanno al macello senza una divinità cui fare riferimento. Non più spoglie opime in attesa di gratificare il dio della propria devozione, ma blocchi di carne destinati a scomparire nelle fabbriche del consumo generale di massa; i buoi e le vacche che compaiono e scompaiono, vengono macellati e trasformati in anonime porzioni per il mercato, rappresentano la dimensione ‘naturale’, ontologica dell’Essere storico. Ad esse non viene rivolto che lo sguardo dell’indifferenza e il loro passaggio sulla terra non è che il tragitto tra la stalla e la scarica elettrica che le tramortisce configurandole come cosa, pura oggettività destinata a scomparire. Non sappiamo se Macello sia allegoresi del presente piuttosto che sua metaforizzazione (come Giuseppe Genna vorrebbe dimostrare, in un testo leggibile solo sul web, attraverso una ricerca sulle fonti ed i temi della raccolta), ma sicuramente in esso il percorso della poesia è confitto interamente nella sua rarefatta matericità: i corpi sono astrazioni pure (almeno quanto – se non di più – le convenzioni poetiche che presiedono alla scrittura della raccolta). «Sventrate intere famiglie / oggi / lunedì di intensa macellazione. / Una vacca ha partorito un vitello / negli occhi la paura di nascere / il foro in mezzo il nostro contributo / a tranquillizzarlo»: nella piana rievocazione-attualizzazione della morte, gli occhi glauchi del vitellino nato-morto si configurano come sostanza ‘affrancata’, liberata da giudizi morali, campo neutro dello scontro tra vita e morte: la ‘pacificazione’ attraverso lo sgozzamento e la macellazione impedisce ogni intervento attivo dell’attore-autore sulla scena rendendolo puro testimone. La poesia è ratifica ascetica e purificatrice della morte, inevitabile quanto la vita – se ad entrambe non si sfugge, protestare contro di esse (sembra sostenere Ferrari) non serve che ad aggravarne la funesta perentorietà. «Ficco dita nelle narici dure / del toro decapitato / cerco intimità e pensiero / in quel vigore moncato / quando potrei avere colme / le mani di mammelle»: il toro (simbolo di continuità tra passato e presente, tra il mito e la descrizione della Storia, tra la reggia di Cnosso e il talismano picassiano di Guernica) è un feticcio al quale attingere un vigore sperato e richiesto e che però risulta moncato (neologismo che unifica probabilmente le parole ‘monco’ e ‘mancato’) nonostante la forza del ‘pensiero’ che dovrebbe alimentarlo in quanto risulterà alla fine privato della tenerezza e della fecondità delle ‘mammelle’ che producono e diffondono il latte della vita. Sulla scena (apparentemente sigillata dall’assenza di speranza) della Morte-in-Vita della possibile allegoria di Ferrari, si aprono talvolta delle brecce beanti di possibilità di vita ‘diverse’: «Tra il fecaio / e l’inceneritore / crescono dei fiori / margherite evacuate dalla terra / soffioni che sembrano sputi / papaveri notevolmente pallidi». Questi fiori resistono e perseverano, nonostante la loro assoluta precarietà, in una condizione di vita che li colloca in un territorio ostile, rinnovando la loro fragile esistenza in una dimensione di derisoria transitorietà. Resistono anche al ‘disdicevole odore della morte’ (per dirla con l’Auden di Spagna 1937); la dimensione scatologica di gran parte della poesia di Ferrari non sembra cancellarne e impedirne la creatività: «La merda è colorata / creativa / gratificante (ogni tre ventroni un carretto) / è rumorosa, suadente, intrigante / gelida / quando si ammucchia ostinata nelle grate delo scarico / è docile, è fieno dei ricordi d’infanzia / (la vuotiamo in una vasca di cemento) / [...] la merda (la grande vasca va svuotata ogni tanto) / protegge la mia intimità e la vostra / svestita / da qualsiasi pregiudizio». Nella sua non-pregiudizialità e nella sua docilità espressiva, questo ‘elogio della merda’ è una vera e propria dichiarazione di poetica: è la sua dimensione ‘umana, troppo umana’ che passa per la catarsi della scrittura.
Giuseppe Panella

¬ top of page


Iniziative
19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

11 settembre 2023
Recensibili 2023

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398