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Nell'agosto 2015, dopo lunga malattia, è venuta a mancare all'affetto del gruppo di Semicerchio Renata Galasso, che per tanti anni ha frequentato i corsi di scrittura creativa, producendo poesie e racconti satirici di originale vivacità. Ne pubblichiamo qui un profilo curato da Maria Vettori e altre amiche della "scuola" di Semicerchio, che non mancherà di ricordarla nelle sue prossime iniziative.
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Nata ad Avellino nel 1947 e laureatasi all’Università di Salerno con Carlo Salinari, Renata Galasso ha insegnato Lettere alle scuole medie e superiori fino alla pensione. Ha vissuto ad Avellino fino al primo anno di insegnamento a Brescia e poi sempre a San Casciano Val di Pesa con il marito e due figli.
Oltre l’apparente normalità della sua vita, Renata ha condotto un’appassionata ricerca culturale e spirituale in varie direzioni. Mai sazia del presente, ha lottato, anzi scalpitato, per conquistarsi sempre nuovi spazi nell’ansia di migliorare se stessa e di andare incontro ai più sfortunati. Divorava i libri, compagni fedeli e strumenti di indagine, libri di qualità di cui sapeva parlare con acume e competenza. Per molti anni ha fatto parte della giuria di lettori del Premio Chianti, sempre presente agli incontri con gli scrittori e capace di riconoscere la letteratura vera.
Negli ultimi quindici anni aveva riscoperto anche la passione per la scrittura e l’aveva coltivata frequentando i corsi organizzati dalla rivista Semicerchio, sia nella sezione di poesia che in quella di narrativa. Nel 2004 ha pubblicato con altre colleghe presso le edizioni Gazebo di Firenze un’antologia poetica, il cui titolo, “Pulvis, coperta materna”, è un suo verso. Altri testi poetici sono comparsi nella rivista “Semicerchio” e in altre antologie. Ma la sua vena più vivace Renata la esprimeva nel racconto, genere in cui poteva dare sfogo alle doti che la contraddistinguevano: l’intelligenza acuta, l’ironia, la vis comica, l’umorismo nero.
Avevano riscosso al corso molto successo alcuni suoi racconti, tutti con la stessa protagonista, la signora Ersilia, due dei quali “L’anima buona” e “La santa Pasqua” nel 2014 sono stati pubblicati nell’antologia “Tagli - 33 scritture” a cura di Marco Vichi presso Felici Editore. Renata voleva chiuderli tutti in una cornice che li rapportasse ad un’unica storia, ma non ha fatto in tempo.
Renata aveva una vitalità eccezionale e non la usava solo per seguire i suoi interessi. Praticava con energia e coraggio vari tipi di volontariato, dai turni alla mensa dei poveri, all’assistenza di famiglie bisognose, all’impegno difficilissimo con alcuni detenuti del carcere di Sollicciano. La dimostrazione estrema di questa vitalità Renata l’ha data durante la malattia, lottando senza arrendersi e mantenendo vive le sue passioni.
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